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Non so se questo è capitato solo a me o se tutte le persone queer vivono questa cosa ad un certo punto della vita.

Ho passato gli ultimi tre anni e mezzo cercando di nascondere la mia sessualità al mondo perché avevo paura e cercavo di sembrare il più etero possibile. Non so se questa frase abbia un senso in realtà, ma penso sia passato il messaggio. Ho sostanzialmente eclissato una parte della mia personalità per paura di non essere accettata e tutto lo schifo di questa società eteronormativa.

Oggi sono andata a scuola con i calzini arcobaleno (grazie Tiger per queste gioie quotidiane), ascoltando la mia playlist a tema queer (in buona parte formata da Girl in red) e ho discusso di ragazze con un mio compagno di classe.

Fino a qualche mese fa non avrei nemmeno immaginato che potesse accadere una cosa del genere e che potessi abbracciare del tutto il mio essere queer. È stato fottutamente bello e inaspettato.

E anche se buona parte della mia famiglia non accetta e probabilmente non accetterà mai la mia sessualità, non me ne frega niente e mi trovo a mio agio con me stessa.

Tutto questo flusso di coscienza è per consolare chi sta soffrendo quello che ho passato io: amarsi per quello che si è e non avere paura di mostrarsi al mondo è dura e fa paura, ma ad un certo punto comprendi che tutti i tuoi film mentali o i giudizi degli altri sono come il sigma intervocalico in greco (che sparisce sempre e nessuno si spiega quale sia la sua utilità).

Magari ieri è stata una merda, oggi lo è ancora di più, lo sarà domani, dopodomani e ancora e ancora, ma prima o poi arriverà il giorno in cui ti fermerai e dirai: "Ma sticazzi!". E sarà fottutamente stupendo.

Scleri da queerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora