Strano vivere in mezzo si due assi traballanti della giostra; ho conosciuto persone il cui la sola pronuncia del nome diventa terrore o ammirazione, ho vissuto realtà che i miei compagni attuali guardano nei film. Degli spari nessuno ha più paura, si sentono all'improvviso, nemmeno delle guerre abbiamo più paura, e forse, non ne abbiamo mai avuta. 'Non uscire per un mese finché le acque non si saranno calmate' la paura di una faida di famiglie che costringeva il quartiere a rimanere in cada senza vagabondare per le strade prevenendo il rischio di un ferro puntato alla persona che hai accanto al momento sbagliato. Anziani signori che mi hanno raccontato la bellezza del quartiere in tempo a me inimmaginabili, quando la piazza era ancora piccola in confronto a l'immensità odierna; ne ho conosciuto perfino il fondatore, da lì, con uno sguardo mandato e ricevuto da mia madre, capimmo tutto.
I momenti in cui le vite dei miei cari (bis)nonni vengono da me invidiate non sono purtroppo ancora assenti, mentre sempre presenti, invece, sono quelli che mi spingono a pensare a quanta merda abbia intorno, eppure è la mia gente, sono i miei odori, i miei sapori, signori d'altri tempi che, nonostante, forse, le brutte azioni, rimangono sempre galantuomini impassibili davanti a chi tocca donne o bambini. Sono fiera di me, fiera perché ogni giorno mi vengono in mente Falcone e Borsellino a ricordarmi quanto sia importante la vita senza rimorsi, macchie e azioni disumane. Cuor mio, mi chiedo ancora perché tu desideri seguire coppie di persone tanto diverse tra loro. Riuscirò a capirti un giorno, intanto continuo a guardare furori dalla mia finestra aspettando che questa mia paura della gente passi al più presto.