pov Carmen
Mi trovo ancora qui a fissare il soffitto della mia camera, mentre i cinque ragazzi, e nel mentre è tornato anche Christian lasciando il piccolo Luca di la in salotto con il resto dei ragazzi, sono qui che mi fissano aspettando una mia risposta al mio comportamento che ho avuto con Luca poco prima, prendo però un grande respiro per poi iniziare a parlare
"dicevo, è iniziato tutto se non sbaglio due anni fà, diciamo che ormai senza i miei genitori la vita andava tutto un po' una merda, a scuola andavo una volta ogni tanto, i miei amici mi chiedevano continuamente il perché non stessi andando a scuola, nessuno sapeva quello che stavo passando, era un periodo di merda, dove tutto andava male, l'unica persona però che mi è stata accanto ò stata la mia migliore amica" dico nominando Maria, l'unica che sa della mia situazione e tutto quello che ho passato in tutti questi anni, e pensare a lei, che ormai non la vedo da più di un mese mi fa stare malissimo, mi manca tanto, prendo un secondo respiro per poi continuare a parlare
"dicevo, ormai a scuola non andavo più, a casa stavo sempre da sola, stavo sempre a letto a pensare a tutta la mia vita, sembrava tutto un incubo, ogni tanto veniva a trovarmi mio fratello con mio nipote, e quando venivano era come tornare a vivere, lui ogni volta mi chiedeva se andava tutto bene, se avevo mangiato ma io mentivo sempre, per me mangiare era l'ultimo dei problemi, ho sempre avuto problemi ad accettarmi fisicamente, il mio corpo non mi è mai piaciuto, anche se molte ragazze mi invidiano, ma non sanno quello che ho passato" dico iniziando a sentire gli occhi lucidi, sento una mano che prende la mia stringendola forte, abbasso lo sguardo notando che era la mano di Serena, la stringo a mia volta continuando il discorso
"erano passati circa tre mesi, la situazione però non cambiava, non mangiavo quasi mai, se non quando andavo da mio fratello, d'avanti a lui mangiavo tutto, ma poi fingevo di andare in bagno e vomitavo tutto quello che avevo mangiato, era come se mi sentissi in colpa per tutto quello che ho mangiato, ho continuato così per più di un anno, quando però un giorno era una sera d'Agosto, quella sera non potrò mai scordarla" dico abbassando la testa ricordando quella sera straziante, ricordo ancora la faccia di mio fratello, vedendo che mi sono bloccata a fissare un punto con le guance rigate da alcune lacrime sento la voce di Mattia, ma la sua voce mi arriva in un piccolo sussurro
"non sentirti obbligata a parlarne se non te la senti" dice lui accarezzandomi la gamba coperta da pantalone di pelle, alzo lo sguardo guardando tutti i presenti nella stanza, così annuisco per poi dire
"no, so che se ne parlo con qualcuno potrò sentirmi meglio, non ne ho mai parlato con nessuno ma di voi mi fida ciecamente, peccato non ci sia Luca" dico alludendo a quest'ultimo, dopo devo andare a scusarmi assolutamente con lui per la mia reazione troppo affrettata, spero solo mi capisca
" dicevo, era il 20 Agosto, già dalla mattina diciamo che non mi sentivo abbastanza bene, però lasciai perdere tutte ste paranoie e non dissi niente a mio fratello, nel pomeriggio tornai a casa distrutta e con dei mal di testa atroci, appena arrivai a casa mi venne in mente da fare una cosa, andai nella camera insonorizzata, lì cantavo sempre con mio padre, io cantavo e lui diciamo così mi produceva o migliorava i pezzi che scrivevo, lui ha sempre saputo di questa mia passione per il canto, infatti lui era il primo a cui facevo sentire i miei pezzi, se piaceva a lui allora potevo pubblicarlo, comunque non entravo in quella stanza dalla sua morte, infatti appena entrai mi vennero in mente tutti i ricordi belli con lui, ma anche brutti, con tutte quelle sgridate che mi faceva" dice accennando una risata nel bel mezzo delle lacrime, i ragazzi mi guardano anche loro con gli occhi un po' lucidi, non so esattamente con quale forza e leggerezza io stia parlando a loro di tutto quello che è successo, ma ripeto di loro so benissimo che posso fidarmi
"appunto appena entrai nella camera preso il microfono, collegai il computer e feci partire la base del mio inedito, quello che appunto portai qui il primo giorno, misi la base di "ti avrei voluto dire" e iniziai a cantare, sfogandomi di tutto quello che avevo accumulato in quel periodo, ma successe tutto troppo velocemente, ricordo solo che mi trovai in un mare di lacrime quando finì di cantare, e per un calo di pressione improvviso dovuto alla perdita di peso che è avvenuta troppo velocemente, svenni, fortunatamente mio fratello rimase in casa, sapendo che già non mi sentivo bene decise di rimanere con me, infatti fu lui stesso a trovarmi lì, nella stanza priva di sensi stesa per terra" dissi io abbassando nuovamente il capo lasciando spazio a qualche singhiozzo e alcune lacrime
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ti amo da morire, ma tu non lo sai/ LDA
Fanfictiondue ragazzi, una sola passione - Lei una normale ragazza di 17 anni, nata e cresciuta a Napoli, la musica è quel posto dove riesce a raccontare se stessa senza essere giudicata da nessuno, ha iniziato a cantare già dalla tenera età, ma un grave inci...