CAPITOLO 6 || Sabrina

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DISCLAIMER: Mi scuso per non aver aggiornato nel weekend nonostante avessi detto che l'avrei fatto, mi rifarò.

È passato troppo tempo da quando non parlo con Maria, non è mai passato così tanto tempo senza sentirci. Questi giorni mi sono serviti per ragionare su di noi, ma soprattutto su di me. So per certo che non voglio continuare così, ho bisogno di vedere Maria, ho bisogno di Maria. Non sono ancora riuscita a capire se voglio continuare il rapporto che avevamo prima, o se qualcosa potrebbe cambiare. È un'ora che cammino avanti e indietro per il mio salone, vestita, truccata e con la borsa in mano. Ho deciso di andare a parlarci, devo solo trovare il coraggio. Più di una volta sono andata verso la porta, l'ho aperta e poi cambiato idea. Continuo a pensare a tutto quello che può andare storto, senza realizzare che le cose potrebbero anche andar bene. Ma se non riuscissi a parlare? Se mi bloccassi a guardarla? Potrebbe succedere, ma meglio che restarmene qui. Mi decido, esco e prendo un taxi. Trovo il portone del condominio aperto, arrivo davanti alla sua porta e suono. Lo ammetto, il pensiero di scappare mi è passato per la mente, ma poi ho sentito i suoi passi e sarebbe stato troppo tardi. Prima che lei aprisse la porta mi sono passate davanti agli occhi infinite scene della nostra amicizia. Finalmente la porta si apre, lei mi fissa e io ero intenta a pronunciare il discorso che mi ero preparata. Ovviamente, non andò così. La guardo, quanto è bella. Apro la bocca per dire qualcosa ma mi viene istintivo avvicinarmi a lei, con la mia solita goffaggine, e baciarla. Non è come lo scorso bacio, ci baciamo in modo vero, intenso. Aspettavo che lei mi respingesse, ma non l'ha fatto, il che vuol dire che non le dispiace. Mentre le nostre labbra continuano a toccarsi, poso la borsetta per terra, in un modo tutto tranne che delicato, e lei mi accarezza i capelli. Le sue mani iniziano a scorrere sui miei fianchi, mi allontano istintivamente, non volevo davvero farlo, e lei si ferma dicendo: «Scusami, ho esagerato.» Ma io ricomincio a baciarla, le prendo le mani e le appoggio sui miei fianchi. Mi ha chiesto più volte se volessi fermarmi lì, essendo una cosa nuova per me, inutile dire che non ci siamo fermate proprio lì. Non so come descrivere ciò che è successo dopo, so che è stato bellissimo e che l'avrei rifatto mille volte se con lei. Siamo straiate nel suo letto, le sue lenzuola  coprono i nostri corpi. «Quindi ora..stiamo insieme?» «Sabrina, non devi farlo per forza, so che sei etero.» Mi guardo intorno, poi guardo lei e il letto in cui è dolcemente coricata, per poi esclamare. «Mica tanto, Marì.» «Cosa intendi?» «Che m'è piaciuto, e che me piaci, fino a prova contraria sei 'na donna, non c'è molto da dire.» Mi guarda in modo strano. «N'ho mai pensato di essere etero, ho sempre provato attrazione anche per le donne, n'ero sicura di cosa effettivamente io fossi e n'o sono manco adesso. Penso di essere bisessuale, o magari non me 'mporta d'avere n'etichetta e semplicemente sto con chi amo e-» Maria mi blocca. «Ferma, ferma. Mi piaci anche tu, solo questo. E se sei daccordo, si, stiamo insieme.» Annuisco. «Possiamo non dirlo ancora? Sarebbe bello passare qualche settimana insieme senza ''voci'' su di noi.» Dico. «Pensavo la stessa cosa.» Dopo stiamo entrambe in silenzio, ma lei continua a guardarmi sorridendo. «Che c'è, Marì?» «Sei unica..» La guardo, non capendo bene cosa lei intendesse. «Sceme come te non ne fanno più, hanno smesso.»

BACKSTAGE || DeferilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora