I ragazzi erano nel salone, aspettavano che Yukiko andasse da loro. Volevano sapere cosa Tomoe le avesse riferito, per averla vista andare via come se non li vedesse. Si guardavano tra loro, non sapendo come comportarsi e i tre amici pensarono a Markus e André, gli unici che avrebbero potuto capirla veramente.
<<Cosa dovremmo fare?>> gli occhi scattarono in direzione di Filian, seduto sul divano a giocare con le pagine di una rivista, <<Non ne ho idea. Sono stato con lei in camera, per qualche anno... Ma non la conosco, cioè... Non come altri...>>. Un sospiro collettivo si sentì in quella stanza, seguito da un sfruscio e poi un rumore sordo, come se qualcuno avesse chiuso un libro all'improvviso. Yuri si era alzato, lo sguardo spaesato e senza dire niente uscì; anche lui sembrava avere un comportamento strano.
L'albino iniziava a percepire qualcosa di strano nell'aria. Aveva visto le proprie mani tremare, solo per girare una piccola pagina di carta; poteva essere per l'impazienza di continuare la storia, ma la realtà era un'altra. C'era qualcosa nell'ara, una presenza che conosceva fin troppo bene; nonostante non la sentisse da quel giorno, quello in cui tutto cambiò.
Si muoveva tra i corridoi. Non rivolgeva uno sguardo alcuno e i suoi occhi parevano come inespressivi, quando dentro ardeva uno strano sentimento mai provato: preoccupazione.
Nei suoi, quasi, quattrocento anni non era mai stato preoccupato per qualcuno; forse, prima, quando ancora non aveva scoperto la verità e aveva abbandonato il proprio lato umano.
C'era stato un tempo, ormai dimenticato, in cui viveva con la propria famiglia ed era felice; ringraziava sempre per aver potuto beneficiare di quella gioia, finché fosse durata: poco più di un secolo e mezzo.
Yuri Sokolov era un ragazzo che amava la sua vita. La sua famiglia lo adorava e lo spronavano a dare il massimo, nonostante fossero modesti economicamente. Era l'unico ad avere un potere abbastanza forte, quei fulmini che portavano timore a chi voleva le loro misere terre.
Divenne uomo, ma non decise mai di stabilizzarsi come avevano fatto altri; sentiva che qualcosa di strano sarebbe arrivato e quella sensazione, stranamente, lo eccitava. Odiava le cose ordinarie, nonostante la sua vita ne fosse un chiaro esempio, però non si lamentava; ma il pensiero che qualcosa avrebbe cambiato tutto mandava in fermento ogni cellula del suo corpo.
Ricordava ancora le parole di quel forestiero, arrivato nel suo piccolo paesino, "La luna rossa... Lei verrà per prendere ciò che reclama Suo". Lo teneva stretto per le spalle mentre sussurrava quelle parole, mentre gli occhi tremavano dal terrore, per poi tornare limpidi e con una leggera spinta lo allontanò da sé, tornando a camminare senza che nulla fosse accaduto. Quella notte rimase sveglio fino all'alba, ripensando a ciò che aveva udito e prima che il sole facesse la sua apparizione le sue orecchie percepirono un urlo. Scattò fuori dalla propria casa, preoccupato che qualcuno fosse in pericolo e si sorprese del silenzio; il tempo di girarsi, per rientrare, e di nuovo lo sentì. Era pieno di dolore e rabbia, intriso dal potere che ne proveniva che non riuscì a reggerlo. Lo trovarono ore dopo, svenuto sulla soglia di casa e col corpo freddo come il ghiaccio.
Rimase incosciente per quasi due settimane, con quel corpo freddo che non voleva saperne di riscaldarsi. Tutti erano preoccupati per lui, temevano per la sua vita e pensavano si trattasse di una strana malattia; neanche gli anziani avevano risposte e allo scadere di quei quattordici giorni notarono qualcosa nel cielo.
Il sole splendeva in tutta la sua bellezza, prima che delle nubi nere lo coprirono e rumori di tuoni riempirono l'aria. Una vera tempesta si stava per abbattere in quel luogo, ma la pioggia non ne faceva partecipe e lasciava il palcoscenico ai fulmini; violenti si scagliavano sul terreno. La donna si precipitò dal figlio, aveva visto una cosa del genere quando il suo bambino scoprì il suo potere e in quel momento qualcosa in lui cambiò.
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Respiro dell'anima
ParanormalQuando tutto sembra ormai finito, ci sarà sempre una piccola speranza. Lei si aggrappava a quella, forse qualcosa sarebbe cambiata. Mesi travagliati. La mente tra presente e passato. Dolori e gioie. Però, l'unica cosa che la mandava avanti era quell...