...dell'anello

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Un nuovo viaggio. L'ennesimo per entrambi, questa volta da soli. Si erano divisi, lo aveva chiesto lei. Così, da quel giorno, due strade diverse e la stessa meta; ritornare in quel luogo, ritornare insieme.

Dovevano aspettare fino ad allora. Era la loro "promessa dell'anello".

André decise di esplorare le isole inglesi, ne aveva sentito parlare e non fu affatto felice di come dovette arrivarci. Giorni lunghissimi, chiuso in una cabina di una nave. Lui, che odiava i lunghi viaggi, ne aveva intrapreso uno veramente arduo.

"Non si è mai visto un lupo su una nave... Figuriamoci col mal di mare" pensò tra sé e sé, mentre mandava giù l'ennesimo bicchiere di vino, doveva essere il terzo, non lo ricordava. <<Signor Olssen, tocca a voi>> gli sembrò di venir chiamato, infatti il vice comandante gli faceva segno di pescare la sua carta, <<Oh, si certo... Ecco...>>. Stava giocando a qualcosa, non ci capiva molto e si limitava a osservare gli altri seguendo le indicazioni di Migel, un fantasma a tutti gli effetti, incontrato il giorno della partenza.

Migel, era colui che infestava quell'ammasso di ferraglia. Si proclamava la guida per chi potesse vederlo. Aveva iniziato a girare attorno ad André dalla prima notte, sussurrando saluti in varie lingue e alla fine, il lupo, consapevole di dover abbandonare il sonno rispose in modo molto cordiale: mostrando zanne e occhi brillanti. Da quel momento Migel decise di fargli compagnia. La navigazione sarebbe stata lunga qualche settimana e in più, lui, incontrava raramente persone della sua specie ancora in vita.

<<Stupido, butta l'altra carta... Si, quella, no... Oddio!>> André non capiva niente, mandò giù un cicchetto di Whisky e posò le carte sul banco, alzandosi subito dopo, <<Con permesso, miei accompagnatori, ma questo ondeggiare... Mi far venir lo stomaco in gola>> chinò il capo nei confronti delle due signore e alzò, come a brindare, il cicchetto riempito con altro liquore e che non indugiò da mandare giù. Migel guardava sbigottito il ragazzo, osservò poi le carte e si accorse, così come gli altri, che aveva vinto la partita. Il vice comandante e il suo compagno di giochi lo chiamavano, ma il rosso parlò ad alta voce <<Mettete... Sul conto... Mio...>> tra un singhiozzo e l'altro. Solo varcata la soglia, tirò un sospiro di sollievo, sistemandosi capelli e vestiario. <<Come sono andato? Piaciuta la recita?>> le domande lasciarono di stucco il fantasma <<Tu... Ma eri ubriaco... Ti ho visto lì, non ti tenevi sveglio>> André rise di gusto e con calma ed eleganza, si chiuse nella propria cabina.

Il viaggio non fu tranquillo dopo la prima settimana, per una tempesta che non voleva abbandonare l'ammasso di ferraglia dalle sue grinfie. André passò quei giorni chiuso in cabina, combattendo tra il mal di mare e gli effetti della sete. Aveva bisogno di nutrirsi, le sue scorte erano finite e non poteva permettersi il rischio di mordere qualcuno. Fino alla fine rimase lì, con Migel che lo informava delle notizie in quella ferraglia galleggiante.

Allo sbarco salutò il fantasma, forse si sarebbero visti al ritorno e quando toccò terra, il lupo, alzò lo sguardo nella notte fonda senza la regina.

Vagò in quelle terre. Conoscendo varie persone e oziando in tanti locali, ma il suo pensiero era sempre rivolto a lei. Quella donna albina che riteneva, da tempo, la sua unica famiglia rimasta.

Yukiko era diversa. Se André l'avesse incontrata non l'avrebbe riconosciuta. Non era più la ragazza innocente, timida e piena di timori; era tornata a quel periodo buio, dove la luce della salvezza diveniva lontana.

Era nelle mani di Lei, ne aveva ignorato il richiamo per molto tempo e adesso non poteva sottrarsi. Con le guerre nascenti e i terreni imbrattati dal sangue più scarlatto, le anime da richiamare aumentavano sempre di più.

Era arrivata all'interno di una Corte Imperiale, camuffando se stessa e mostrando il mostro celato. I capelli bianchi furono adornati da ciocche rosse sangue, come se fossero state colorate tramite la linfa proibita; gli occhi ripieni di oscurità e un'espressione annoiata, permanente, sul volto. In quel piccolo vestito nero, si muoveva tra gli invitati a quel tavolo di guerra. Si fermò, dopo aver varcato la porta, ma ad ogni passo la sua amica colpiva il pavimento producendo un rumore forte da zittire e far girare tutti.

Respiro dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora