Incoerenza

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Yuri e Nolan osservavano quella donna. Era elegante, racchiusa in quel vestito rosso e restava immobile ad aspettare. <<Potrei sapere perché resta fuori?>> domandò il giovine, ma quando la donna provò a parlare le venne puntata contro la lama, della lancia, della guardia posta alla porta <<Questa signora fa parte della vecchia famiglia di Yukiko. Per me potrebbe anche entrare, però... Come dire... Non comando di certo io>> e fischiettando l'uomo si girò andando via, facendo gesti con la mano che portarono le guardie a richiudere la porta. Yuri lo seguì, non sapendo cos'altro fare e i due si fermarono quando dei passi sulle scale li portarono a fermarsi <<Dove si trova quell'essere?>> la voce di Yukiko era fredda, altrettanto lo era diventata l'aria in quella stanza, tanto che Yuri e Nolan rabbrividirono. <<Fuori la porta. Non l'ho fatta entrare... Si dia il caso che la decisione dev'essere tua>> lei annuì, percorse gli ultimi scalini ed entrambi si spostarono per consentirle di passare, girandosi nella sua direzione per osservare.

Fu Yukiko stessa ad aprire la porta <<Cosa porta la sorella di mia madre qui? Centri qualcosa con la lettera che mi è stata recapitata? Perché... Non mi sembra che abbia richiesto la presenza di qualcuno di voi qui>>. La guardava senza nessuna emozione evidente, sorrideva nel vederla immobile e con quelle lame ancora a poca distanza da lei. Avrebbe voluto mandarla via, ma percepiva qualcosa attorno a lei. Come una firma. La conosceva così bene che ridacchiò, prima di piegarsi in due per esse. Tutto sotto lo sguardo interrogativo di lei, impassibile delle guardie e spaesato dei due uomini alle sue spalle.

<<Nolan, potresti chiedere a qualcuno di portarla in giardino?>> ma lui provò a contraddirla, stava iniziando a far sera e non era saggio per lei, però lo sguardo della ragazza lo portò ad acconsentire alla richiesta. Yukiko osservava quella donna venir accompagnata e la guardia portava subito la mano all'elsa della spada, legata al proprio fianco, quando ella provava a parlare. <<Signora, vi aspetto alla vostra solita panchina?>> la guardia non si girò neanche, aspettava solamente una risposta che arrivò positiva.

Yukiko scelse di farla aspettare. Tranquillamente si gustava il suo calice di sangue e spezie aromatiche, glielo aveva consigliato Hiroko per poter rendere il sapore di quella linfa più aggraziato durante la gravidanza.

<<Dovresti andare. Sarà passata un'ora, non basta?>> alle parole di Liam lei alzò il capo, lo dondolò varie volte e sospirando decise di alzarsi <<Puoi dire a Yuri di venire nelle mie stanze dopo?... Quando lo avrai avvisato ti aspetto fuori, non voglio altri>>. Il mezzo corvino si rattristò, l'aveva vista in quelle vesti pochissime volte e accadeva solo durante i primi mesi della dipartita di André. Avvisò l'albino, stranamente non chiese ulteriori informazioni e sbuffò solamente prima di acconsentire e salutarlo.

<<Vedo che te la sei presa comoda. E' così che tratti i tuoi ospiti?>> la guardia posò di scatto la mano sull'elsa, ma lo scuotere di testa della sua signora lo riportò al proprio posto <<Puoi lasciarci sole... Resta solo nelle vicinanze e dove ti possa vedere>> l'ordine fu fermo e venne eseguito senza proferir parola. Comandava lei adesso, finché lui non sarebbe ritornato, ma nessuno aveva mai messo in dubbio le sue parole.

<<Adesso dimmi. Cosa porta una di loro qui? Nella casa mia e di mio marito? In più... Chi vi ha dato il permesso di potermi scrivere?>> la donna spalancò gli occhi, non l'aveva mai sentita parlare in quel modo e si alzò in piedi incrociando le braccia al petto.

Due regine dei ghiacci si sfidavano. L'aria aveva iniziato a divenire sempre più fredda. Quella terra calda non aveva mai ospitato una bufera, forse quel giorno sarebbe stato il primo.

<<Sembri diversa Yukiko. La lontananza dalla famiglia ti ha reso ostile verso di essa? Non tutti lo sono stati verso di te, ma a quanto pare fai di tutta l'erba un fascio>> scosse la testa sorridendo <<Se il terreno è marcio... Lo sarà anche la sua erba... Lo sappiamo entrambe, cara zia, la famiglia da cui provengo è malsana, corrotta>>. La giovine prese a camminare lungo la stradina, divertita che la donna la seguisse. <<Mi avete sempre reputata una poco di buono, al punto da perdere uno di voi... Zio Luke è sempre stata la mia unica famiglia e la cosa buffa è che, dalla sua morte, non mi avete mai fatto richiesta di dove si trovassero le sue spoglie... Non vi bastava darmi la caccia, mi avete anche venduta solo per pararvi il culo... Ora, dopo anni, sei qui tu per chiedermi qualcosa>> si arrestò e volse il capo verso di lei, il sangue iniettato negli occhi brillava di vita. <<Ditemi. Zia... Cosa volete?>> un tono basso, a nascondere la rabbia e l'odio che provava nello starle vicino, ma Yukiko provava a rimanere calma, nonostante ogni cellula del suo corpo urlasse il contrario.

Silenzio. Non c'era altro attorno a loro due. Oltre alla guardia, rimasta sempre nelle vicinanze, era arrivato Liam ad affiancarla. L'amico osservava il tutto, non si sarebbe avvicinato a meno che non lo avesse chiamato lei.

<<Gli anziani vorrebbero che tu aiutassi tuo nonno. E' gravemente malato, ma non sente che la sua ora sia arrivata... Sembra che gli sia arrivata una lettera strana, dove si affermava che in questo mese lui avrebbe conosciuto la creatura più spaventosa fra tutte. Gli altri affermano che la Morte abbia messo gli occhi su di lui e vorrebbero che tu togliessi questo... Possiamo chiamarlo bersaglio... Da tuo nonno>>.

Yukiko ascoltò ogni singola parola, assaporandone ogni sfumatura. Nel sentir nominare la sua Signora dovette trattenere un sorriso, ma subito ricollegò le parole della donna con la 'firma' che sentiva attorno a lei. Leggera, impercettibile all'occhio demoniaco prima; forte, in quel momento, da darle la nausea.

<<Scusa, potresti ripetere?>> si strofinò gli occhi con due dita e aspettò una risposta, ma la donna non aggiungeva altro e ciò la fece ridacchiare in modo nervoso. Si avvicinò di un passo e la mano destra strinse il colletto del corpetto del vestito di lei, tirandola verso di sé la guardò ancora meglio e notò gli occhi della donna tremare <<Ho sentito male, forse... I Le Blanc vorrebbero un aiuto... Da parte mia?>>. La presa si allentò di poco, quanto bastasse per dare l'impressione alla donna di essere libera, ma non poté allontanarsi che quella stessa mano si strinse attorno al suo collo. Nell'anima di lei iniziò a prevalere l'odio, surclassando la paura e la tristezza.

Due rubini contro due ametiste immerse nell'oscurità.

<<Vorresti uccidermi Yukiko? Lo hai già fatto con i miei nipoti... Io non sono mai stata contro di te, per questo ho chiesto di venire io. Sarebbe venuto mio fratello maggiore a farti la richiesta e sono sicura che non ci sarebbe andato leggero... Non se tu avessi avuto con lui quest'atteggiamento>> quelle parole le procurarono un brivido dentro, al solo pensiero di rivedere colui che le aveva reso l'infanzia un inferno e l'aveva derisa quella sera. <<Pensi che sia ancora quella mocciosa? Che abbia ancora paura? Potrei ucciderti... Come farei anche con gli altri... Qui, nessuno direbbe nulla>> la incalzò la giovine e strinse lievemente la presa, tanto che la donna iniziò a boccheggiare in ricerca di aria. Durò poco, poiché lei la prese per le spalle spingendola via e Liam scattò; in pochi secondi era dietro l'amica a sorreggerla, prima che cadesse. <<Stai bene?>> domandò solamente quello e lei annuì, si scostò da lui e fece un cenno alla guardia di restare al suo posto, per poi puntare il proprio sguardo sopra la zia.

L'aria iniziò a farsi fredda, sempre di più che il cielo iniziò ad oscurarsi e dalle sue nuvole prese a calare la neve. Si stava per creare una vera e propria bufera, in un luogo dove quasi mai un tale evento era avvenuto.

Liam prese le distanze. Tornò vicino alla guardia, sorpreso da ciò che vedeva, <<Rientra e avverti tutti di chiedere porte e finestre. Nessuno deve uscire fuori... Adesso vai>> sperava di venir ascoltato e sorrise quando il suo interlocutore annuì correndo all'interno del castello "Vorrei che qui ci fosse Markus".

In quel giardino si trovavano due regine delle nevi. Si stavano sfidando dando sfogo al proprio potere, ma solo una di loro avrebbe sottomesso l'altra.

Yukiko sorrideva, liberando la propria essenza e divenendo ciò che era. Quella tunica nera e la falce nella mano destra, era diventata una Mietitrice. L'altra arretrò di un passo e una lastra di ghiaccio si creò, come a volersi proteggere, ma cadde in frantumi sotto un colpo di lama. Gli abissi la osservavano <<Hai paura zia? Non ti ucciderò... Almeno non adesso, perciò potresti anche tornare indietro>> e tornando se stessa le diede le spalle <<Puoi dire a quel vecchio di andarsene col sorriso... La mela marcia della famiglia non muoverà un dito per lui, tanto meno per voi altri>> e girando di poco il volto assottigliò lo sguardo <<Che faccia un buon viaggio all'oltre tomba>>.

La magia di lei si spezzò. Andava via tranquilla, ma dentro ribbolliva di rabbia.

La donna crollò sulle ginocchia. Aveva avuto poche occasioni per parlare con lei, quando ancora era una bambina, ma adesso non la riconosceva più. In lei non aveva visto nessun cedimento, anzi, si era comportata come aveva immaginato: cacciandola via. Sospirando alzò gli occhi al cielo, facendo svanire le rimanenti nubi e quando tutto fu passato andò via dal giardino. Salutò gli ex capostipiti del Clan e oltrepassò la soglia.

L'avevano trattata come un mostro dalla nascita e adesso pretendevano aiuto. Yukiko sapeva che Lei era dietro quella lettera e voleva risposte.

Respiro dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora