Gli occhi di Jungkook stanchi e contornati da occhiaie, si trovavano ogni notte a guardare la strada che scorreva veloce, mentre la sua testa era poggiata comodamente sul sedile del bus. Il tragitto verso Gangnam era completamente silenzioso, siccome era il solo a spostarsi a quell'ora.
Erano solo lui e l'autista, a godersi della leggera pioggia che si scontrava contro i finestrini, di cui le gocce sembravano milioni gemme dorate. E Jungkook di quelle gemme dorate era zuppo, dai capelli fino ai piedi.
Cercava disperatamente un minimo di calore, prima di dover scendere dal bus e bagnarsi di nuovo, ma il tempo si restrinse, siccome il veicolo si era fermato. Poggiò i piedi sull'asfalto, e il bus riparti a tutta velocità, innalzando le pozzanghere a bordo strada.
Sospirando dalle labbra fece una passeggiata tra le strade del quartiere, diretto verso l'edificio per cui era uscito quella sera. Lo intravide grazie all'insegna neon dal colore rosso, e subito ci si addentrò, venendo avvolto dalla luce verde e dalla musica ad alto volume.
Erano mesi che Jungkook aveva ricominciato a frequentare Il Silver, dopo quasi cinque anni. Divenne la sua unica coccola, l'unico ricordo che aveva del suo passato, seppur fosse legato ad uno piuttosto negativo.
Il Silver fu simbolo della sua confusione, della sua rabbia e forse anche pentimento, ma nonostante ciò appena entrava li dentro si sentiva a casa: una casa malconcia, che con solo poche travi riusciva a tenersi in piedi, e che bastava un soffio per farla crollare a terra.
Senza nemmeno perdere tempo a ballare, salì subito al piano di sopra dove vi erano i privé. E dopo aver attraversato le lunghe file di divani, si mise di fronte al suo tavolino, circondato da tre persone.
La prima era una ragazza magrolina, dai capelli neri a caschetto e piercing al centro del labbro, l'altra era una dai capelli neri legati in una coda, con alcune ciocche bianche libere sulla fronte, ed infine un ragazzo dal mullet castano e sopracciglio rasato.
I tre si voltarono verso Jungkook, e come sempre fecero le feste al suo arrivo.
«Ciao Jungkook ti stavamo aspettando!» Esclamo la prima ragazza buttandosi tra le sue braccia, riempiendolo di baci sul volto. Il moro ricambiò il saluto con un piccolo ma caldo sorriso, «Ciao Lisa...» Disse a bassa voce, per poi dedicare l'attenzione sull'altra ragazza che gli faceva segno di saluto, «Ehi Jungkook!» Esclamò Jennie.
Rimase seduto anche il ragazzo, che senza dire nulla gli fece un occhiolino, facendogli spazio accanto a lui. Jungkook allora si sedette afferrando un drink, rimanendo poi a guardarlo, «Ciao Hangjoon, non mi saluti come si deve?»
L'altro fece un sorriso alzando le spalle, «Non sono ancora abituato a vederti senza Jimin che ti ronza intorno...»Aggiunse con una risata, ma poi fece un esclamazione quando Jungkook si mise sul suo grembo.
«Dimenticati di lui e baciami.» Bisbigliò contro le sue labbra per poi unirle, facendo roteare gli occhi alle altre due ragazze che assistevano a quella scena.
Ebbene si, quel locale al tempo venne frequentato da Jungkook insieme a Jimin quando avevano diciassette anni, ma fu una storia complicata.
Tutto iniziò quando Jungkook a quattordici anni tentò il suicidio, per colpa dell'effetto troppo amplificato delle droghe. Jimin era spaventato, ma nonostante questo invitava il suo amico alle feste notturne, le quali però si concludevano sempre con momenti spiacevoli.
Quando compierono diciassette anni, Jimin si prese la responsabilità di controllare Jungkook prima che peggiorasse di più, organizzando serate film a casa sua. Ma durò poco, siccome il moro era stufo di stare chiuso in casa, quindi una sera di quelle decisero di uscire.
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Steinmetz Pink -phoenix- || Taekook & Yoonmin
FanficVolume 2 Il percorso per poter cambiare sé stessi è arduo, e non è detto che sia una perfetta salita. Ognuno dei sei ragazzi, chi più e chi meno, cerca di rinascere tra le proprie ossessioni e rimpianti. Passano due mesi. Jungkook sembra proprio non...