10. 20/04/2015

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Due settimane erano passate, Yoongi aveva appena finito il suo allenamento e si preparò il più veloce possibile per uscire dalla caserma e andare da Jimin.

Prese il bus, non avendo ancora la patente non poteva guidare, e appena arrivato a destinazione, si diresse verso la stradina con i vicoletti per raggiungere le casette vintage nascoste dietro i grandi palazzi di Seoul.

Si diresse verso la casetta verde a lui tanto famigliare e bussò alla porta sorridendo. Quest'ultima si aprì e una donna dai capelli neri scompigliati, gli occhi stanchi e la camicia da notte sgualcita apparì davanti al ragazzo biondo. "Buongiorno?..." Disse più come una domanda guardando Yoongi dall'alto in basso, stranita dal fatto che un ragazzo a lei sconosciuto si presentasse davanti alla sua porta.

"Salve, signora" si inchinò Yoongi "sono venuto a vedere suo figlio, due settimane fa abbiamo fatto una festa a scuola e lo avevo invitato e a fine serata gli ho prestato la mia giacca perché aveva freddo." La informò ma la signora lo guardò perplessa con le sopracciglia corrucciate e un espressione confusa si formò sul suo viso.

"Che state dicendo?" Gli chiese con un tono diverso da quello di prima: era stranito ma allo stesso tempo triste, ciò che confuse Yoongi.

"Beh, Jimin è venuto alla festa con me e vorrei rivederlo perché siamo amici e-" la signora interruppe Yoongi alzando la mano davanti a lui per fermarlo nella sua frase.

"Ragazzo... Non so di cosa stiate parlando... Credo vi siate sbagliato di casa..." Sussurrò lei abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro inferiore. Yoongi si guardò intorno ma scosse la testa, era questa la casa e la donna aveva i stessi tratti dolci e fini di Jimin. Yoongi non si era sbagliato.

"Signora, dico davvero io-"

"Ragazzo, mio figlio è morto cinque anni fa." Lo informò la madre e il cuore di Yoongi si fermò per un momento, il mondo intorno a lui si fermò ugualmente e la sua espressione si trasformò in puro shock.

"N-No... È-È impossibile... E-Ecco... Lui... Sono stato con lu-lui per qualche m-mese... E-Esiste... Signora lo giuro non mi piacciono questi scherzi! S-Se ho ferito Jimin in qualc-qualche modo ecco i-io-... mi dispiace m-ma non mi piacciono-" la signora interruppe di nuovo Yoongi nel suo stato di terrore assoluto.

"Ragazzo. Non pronunciare il suo nome. A me non piacciono questi scherzi. Credi che una madre farebbe finta che suo figlio sia morto?" Gli chiese con le lacrime agli occhi e a Yoongi gli cadde praticamente la mascella a terra.

"S-Signora i-io... Io davvero sono stato con suo figlio! Non è uno scherzo! Ha i capelli neri, è di piccola statura, ha degli occhi a mandorla marroni e-e... E è sempre vestito di bianco! E quando ha diluviato mi ha fatto entrare in casa! Mi ha... Mi ha asciugato i capelli e... E..." Mia mamma non vuole sconosciuti in casa. Le parole del minore gli rivennerò in testa. "Non... Non... Non vi piace avere sconosciuti in casa e..." E se lo avesse detto proprio perché Jimin era morto e sua madre non poteva vederlo? Per questo Jimin aveva detto che era stata una fortuna che sua mamma non era a casa quel giorno? Perché si sarebbe spaventata a vedere un ragazzo in casa sua? No... Jimin non era morto! Yoongi lo aveva anche toccato, abbracciato! Gli aveva baciato la guancia un sacco di volte! Non poteva esseremorto!

"Seguimi" gli rispose semplicemente la donna e Yoongi ubbidì senza fare domande.

Si ritrovarono in un cimitero e la donna continuò ad avanzare senza che Yoongi sapesse dove lo stesse portando ma appena arrivarono, il suo cuore smise di battere: una tomba.

Non una tomba qualsiasi.

La tomba di Jimin.

"Mio Dio..." Sussurrò Yoongi e si inginocchiò davanti alla pietra tombale vedendo che la sua giacca era posata lì insieme ad una lettera. Dietro di lui, la donna aveva la bocca aperta e le lacrime agli occhi come Yoongi.

My angelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora