“A che ora vengo a prenderti?”
Izuku stava per scendere dall’auto quando Gran Torino lo fermò con quelle parole.
“Non saprei in realtà.. Facciamo che ti mando un messaggio?”Scese dall’auto, evitando di sana pianta lo sguardo indagatore del suo autista.
Non sapeva davvero a che ora sarebbe finita quella festa, anche perché poche erano state le volte in cui era stato invitato ad un evento del genere.Ad una settimana dalla partita era stata organizzata una piccola “riunione”, o così la chiamano gli insegnanti, di festeggiamento per la vittoria. In realtà era a tutti gli effetti una festa e anche un modo per farsi gli auguri per le imminenti vacanze natalizie.
Izuku si incontrò all’ingresso della scuola con Ochaco e Iida, mentre sapeva che Shoto li avrebbe aspettati all’interno. Il problema è che ad Izuku forse erano passate male certe notizie e appena vide i ragazzi rimase immobile a fissarli. Il suo sguardo passò più volte dai loro vestiti alla sua tuta della squadra.
Ochaco diede una spinta amichevole verso l’amico quattrocchi.
“Iida sei stato tu, vero?! Lo sapevo che aveva capito male! Tu e le tue regole!”
“Ehi! Gli ho solo detto che l’uniforme sportiva sarebbe stato l’abbigliamento più adatto per l’occasione.”
Ochaco si portò una mano sulla fronte sospirando esasperata.Alla grande. La mia prima festa della scuola e sono vestito nel modo più imbarazzante possibile.
“Va bene, io me ne torno a casa.” Izuku stava già prendendo il telefono dalla giacca. Forse Gran Torino era ancora lì vicino.
Ochaco corse verso di lui per fermarlo prendendolo dalla manica.
“Aspetta, Izuku! Non è grave, ci penso io! Fidati di me!” e cominciò a trascinarlo verso il rumore forte della musica.La festa era stata organizzata all’interno di una palazzina che la scuola dedicava agli studenti che spesso venivano ospitati sia per le partite, sia per eventi scolastici in generale. Sembrava a tutti gli effetti un insieme di appartamenti con salottino comune provvisto anche di cucina.
Una volta liberi dalle giacche, la brunetta si diresse verso i bagni per sistemare il povero Izuku vittima di un altro scherzo del destino, o semplicemente della sua ingenuità.“Iida, dammi la tua maglia”
“Ma solo con la camicia ho freddo!”
“Non me ne frega nulla, non possiamo lasciare Izuku così!”Con un sonoro sbuffo il ragazzo entrò nel bagno e porse dalla porta la maglia che teneva sotto la sua camicia a scacchi.
“Adesso tu metti questa e anche questa” disse Ochaco, togliendosi la catenina d’argento che portava al collo per darla ad Izuku che, quasi terrorizzato, eseguì gli ordini ed entrò a cambiarsi. Una volta fuori, la ragazza concluse il tutto attaccandogli la felpa in vita, soprattutto per nascondere la maglia di almeno tre taglie più grande di lui. Lo guardò inclinando la testa di lato come se mancasse ancora qualcosa. Prese dalla borsa una specie di elastico per i capelli e glielo mise come un frontino a tirarglieli all’indietro.
“Ora siamo pronti!”Izuku si guardò allo specchio giusto il tempo di pensare che sembrava un teppista appena tornato dalla palestra e che la situazione non poteva andare peggio.
Entrarono finalmente nella sala comune. Shoto li aspettava seduto su uno dei divanetti in pelle con in mano un bicchiere pieno di qualcosa da bere. Si alzò per salutarli e si fermò ad osservare più attentamente il nuovo stile del suo compagno.
“Midoriya, che cos-”
“Ti prego non dire nulla!”
Izuku sprofondò sul divano incrociando le braccia al petto.Non c’era ancora moltissima gente ma poco dopo il loro arrivo giunse anche il biondo con tutta la Bakusquad, come li aveva rinominati Ochaco. Sembrava quasi lo seguisse scegliendo sempre il momento migliore per fare la sua apparizione.
“Credo che non mi muoverò di qui stasera” continuò Izuku, vedendo il fracasso che si era creato dopo neanche due minuti che erano entrati nell’edificio.
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SlamDunk ~ BakuDeku
Fanfictione se la strada di un ragazzo dai capelli ribelli e verdi, appena trasferito in una nuova città, si incrociasse con quella di un bel bulletto della scuola, capitano della squadra di basket? e se entrambi, come in una partita, scoprissero di non esse...