SlamDunk ~ BakuDeku

13. Scacco matto

"Allora?"
Lo incalzò Katsuki. Si era tolto la giacca e aspettava Izuku che era rimasto a fissarlo come un ebete. Quella serata lo aveva già annoiato abbastanza e ora aveva trovato un modo più divertente per arrivare alla sua fine. In realtà un po' gli piaceva vedere in difficoltà quel cespuglio verde che sembrava non voler scomparire dalla sua vista. Era deciso a mettere in chiaro che non si sarebbe liberato di lui, o almeno non con tanta facilità.

"Non dirmi che non sai giocare?"
Lo guardò assottigliando gli occhi e accennando un sorriso da grande presa in giro. Lo stava istigando. Izuku lo sapeva, ma normalmente non era un ragazzo che si faceva facilmente cogliere dalle provocazioni degli altri. Però quel biondino proprio lo faceva diventare chi non era oppure semplicemente gli faceva calare quella maschera che portava da anni.

"Ti insegno, broccoletto?"
"Guarda che so giocare!"
Izuku si alzò di scatto e si andò a sedere prendendo posto di fronte a lui. Erano anni che non giocava a scacchi, ma per fortuna le regole le ricordava abbastanza. Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di chiedergli un ripasso a costo di scavare nei ricordi con un intervento chirurgico.

Una volta preso posto, i due ragazzi si fissarono negli occhi come per studiarsi. Izuku fece fatica a reggere quello sguardo così intenso, ma fu la prima volta che nella sua testa si decise a combatterlo con la sua stessa arma, così non si scompose. Poteva ora confermare che quegli occhi erano davvero una fiamma che ardeva, una fiamma talmente forte che aveva paura di rimanere scottato anche solo a guardarla per troppo a lungo. Katsuki da parte sua non aveva mai incontrato nessuno capace di restare così vicino a lui senza intimorirsi, o almeno non un ragazzo conosciuto da così poco, con lui oltretutto aveva anche discusso. Quel suo atteggiamento gli dava come una sensazione di fastidio dietro la schiena, che nonostante tutto doveva ammettere di non trovare spiacevole. Era comunque deciso a capirla fino in fondo e nel caso a zittirla se fosse stato necessario.

"Cominciano i bianchi."
Parlò il biondo, portandosi le mani intrecciate sotto il mento, aspettando la prima mossa dell'altro mentre continuava a fissarlo.
Izuku abbassò lo sguardo sulla sua bianca armata di soldati. Nella sua testa sperava di non fallire e di rimanere abbastanza concentrato, anche se con quello sguardo addosso non gli era per niente facile. Gli venne in mente un coro di incoraggiamento imparato poco prima con le cheerleaders e si maledisse da solo pensando che forse quello non era proprio il momento di mettersi a ballare.

Così mosse il suo primo pedone in avanti e la partita cominciò. Katsuki lo seguì dopo neanche un secondo, facendo avanzare anche lui un pedone nero. Izuku stava per proseguire con la sua seconda mossa ma la voce di Katsuki lo interruppe a mezz'aria.

"Ogni volta che riuscirai a mangiare una mia pedina, risponderò ad una tua domanda."
In effetti Izuku per la fretta si era dimenticato che stava giocando per un motivo ben preciso. Troppe cose a cui pensare contemporaneamente, si sentì già sconfitto. Poi l'altro continuò.
"Ma ogni volta che questo succederà a te, allora sarai tu a dover rispondere ad una mia domanda"

Izuku alzò lo sguardo su di lui, sgranando gli occhi.
"Questo non era previsto però!"
"Ti aspettavi che me ne sarei stato tranquillo mentre tu ti fai i cazzi miei?"
In un certo senso aveva ragione.
"D'accordo, ma come faccio a sapere che mi stai dicendo la verità?"
"E io come faccio a sapere che tu non mi stai rifilando qualche cazzata?"

Izuku generalmente non diceva mai bugie, aveva solo paura che la gente lo giudicasse. Lui nascondeva ciò che lo riguardava e non ne faceva parola con nessuno. Non voleva mettersi così a rischio con quel ragazzo. Però non era detto che gli facesse domande così personali, no?