Chapter thirteen

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15 secondi diceva.

È stato quasi un minuto di urla e risate. Non serve immaginare chi rideva e chi urlava.
Dopo una discesa più corta della mole di insulti che avrei voluto dire al cavaliere dietro di me atterriamo su un materasso di fortuna fatto di foglie e altri materiali discutibili e non identificabili.

Wow gente wow, scordatevi i tavoli fatti di legnetti legati tra loro, le sedie dei sette nani o tutto quello che vi immaginavate sull'albero. Nè il libro nè il cartone hanno mai reso giustizia a cosa si era palesato davanti a i miei occhi. Un vero e proprio appartamento sotterraneo, costruito in legno si, ma diverso.
Il materiale era colorato, lucido quasi da poter riflettere come uno specchio, i colori autunnali predominavano ma da lontano si potevano scorgere altre aree. Era enorme, aveva la capacità di poter contenere 100 persone solo la sala che avevo davanti.
Pura creatività.
"La sala autunnale"
"Come?"
"Questa è la sala autunnale. L'albero tramite le sue radici assorbe nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre l'energia, i colori e gli odori dell'autunno rilasciandoli nella stanza e ricreandone l'ambiente. Così accade nelle alte sale, quella invernale, primaverile ed estiva"
Mi spiegò Peter.
Effettivamente riuscii a scorgere queste altre, la meraviglia mi aveva pervasa come una droga, sentivo nelle vene l'eccitazione di un bambino che vedeva per la prima volta la neve.

Mi girai verso Peter stupefatta e sorridente. La vena infantile non sparirà mai dal mio organismo,MAI.
Ed eccomi lì a girare come una trottola tra mobili e oggetti, toccando, osservando, giocando mentre Peter mi osservava incredulo per tale gioia. Non si vede giornalmente una cosa del genere, potrebbe essere più comprensivo.
"Vieni ti faccio vedere una cosa"
Lo seguii senza pronunciare parola continuando ad osservare quello che volevo fosse il mio rifugio quando avevo 5 anni.
Ci fermammo dentro una stanza che si poneva come centro di tutte le altre, come il pistillo di un fiore. Un ramo pendeva dal soffitto e una foglia enorme pendeva da esso.
Sembrava di vetro data la lucentezza e la varietà di colori che rifletteva.
"Toccala" disse Peter sorridendo
"Ma è sicuro?"
"Non ti farei mai fare qualcosa di pericoloso"
...
"Ho qualche punto a tuo sfavore riguardante ciò, vogliamo partire dal volo non assicurato o dalla passeggiata notturna nella selva dantesca?"
"Zietta e tocca la foglia"disse sbuffando.
Come se ne avesse il diritto capito.
La mia mano toccò delicatamente la foglia questa diventò gialla così velocemente che quasi mi spaventò. Tolsi immediatamente la mano pensando di aver fatto casini e mi girai verso Peter.
"La foglia cambia colore a seconda dell'emozione di chi la tocca, di vede che sei molto eccitata di essere qui"
"Il giallo rappresenta la gioia quindi"
"Secondo la tua percezione soggettiva dell'emozione si, ma essenzialmente i colori più brillanti rappresentano emozioni più cristalline, quelle più scure intenzioni più profonde. Prova a toccarla nuovamente".
Misi la mano sulla foglia e questa divenne gialla ancora una volta. Peter venne verso di me e prese il mio volto incatenandomi miei occhi con i suoi. La stanza dal giallo sole iniziò a riflettere un colore più tenue, un arancione tendente al rosso.
Ed eccolo il ghigno nascosto sul volto di Peter "interessante"sussurró.
"Che significa questo colore?" Gli chiesi non spostando lo sguardo di un millimetro. Non ero sicura di volerlo sapere.
"Nulla di così importante, andiamo di là e cerchiamo gli altri, non vedo l'ora di presentarteli".
Mi spinse delicatamente verso l'uscita con la mano sinistra e con la destra scansò la foglia per farsi spazio. La stanza diventò improvvisamente buia. Che fosse nero?

The First Moon - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora