Chapter Eight

383 31 4
                                    

I nostri passi, lenti e cadenzati, creavano un rumore assordante. Le foglie e i rami secchi scricchiolavano sotto i nostri piedi. Ogni secondo era interminabile. Amo il silenzio ma mi piace condividerlo solamente con qualcuno che lo ami quanto me. In questo momento sono molto in imbarazzo, non so se parlare o stare zitta. Probabilmente adesso non è il momento migliore per chiedergli di aiutarmi, ma se non è adesso chi mi assicura che ci sarà una buona occasione più tardi?
Decisi allora di parlare.

"Peter..."

Al suono della mia voce si girò di scatto sorridendomi. Le, molto presumibilmente morbide, labbra incorniciavano un quadro di denti perfetti che tenuamente riflettevano i raggi lunari. Sembrava un dio.

"Senti io, non so come dirtelo..."

Ero intimorita dal suo sguardo speranzoso e sincero, probabilmente una mia parola sbagliata avrebbe fatto sparire quel sorriso che mi faceva a sua volta sorridere.

"Dimmi tutto piccola Amanda"

disse stringendo dolcemente le mie mani tra le sue. Avvicinò poi, lentamente la sua bocca al mio orecchio.

"Non avere paura, puoi dirmi qualunque cosa tu voglia. Inoltre oggi è il tuo compleanno, dico bene? "

Come se fosse stato un segreto inconfessabile sussurrò quelle parole rendendole a malapena percettibili. Mille brividi partirono dalla punta delle orecchie fino ad arrivare a quella dei piedi. Con nessuno mai avevo tenuto contatti così ristretti, specialmente parlando di maschi. Non ho mai avuto un ragazzo né qualcuno che avesse avuto tali attenzioni per me.
Ero sorpresa che sapesse del mio compleanno, eppure al contempo stesso ne ero felice e lusingata. In quel periodo particolare tutto era andato per il verso sbagliato e sentire che qualcuno finalmente si era ricordato di me mi rendeva estasiata.

"Come fai a sapere del mio compleanno?"

"Ho fatto qualche ricerca"

"Avevi detto che non avevi fatto nessuna ricerca Pinocchio"

Rise alla mia constatazione.

"Mi dichiaro colpevole vostro onore. Sono pronto a scontare la mia pena qualsiasi essa sia. "

Si avvicinò pericolosamente a me, sapeva benissimo quale "pena" sarebbe stata scontata. I nostri respiri si mescolarono in una spirale tutta loro. Un'odore forte di muschio e gelsomino invase l'aria circostante. Le sue labbra quasi sfioravano le mie emanando calore. I suoi occhi precedentemente aperti si erano lentamente chiusi lasciando vagare i miei nel vuoto. Spostai lo sguardo sulle sue labbra, era pericolosamente vicino eppure ero certa che la sua calma nei movimenti era sistematicamente calcolata. Voleva che fossi io a baciarlo per prima e se mi fossi bloccata sarebbe stato lui a concludere. Lo volevo e lui ne era a conoscenza, ma io ero pronta a rinunciare al mio primo bacio con lui? Non bado a quello con l'ombra, non ero consenziente ne tantomeno molto cosciente. Stavolta sarebbe stato diverso ma...

No.

Conoscevo quel ragazzo veramente troppo poco. Ero ammaliata dai suoi modi di fare e dalla sua gentilezza per non parlare del suo aspetto fisico, ma sembrava troppo tranquillo e ancora troppi interrogativi girano attorno al perché io sia quí.

Non era il momento.

Tentato di girare la testa ma non ci riuscii. Il desiderio del mio subconscio era più potente del mio buon senso. Bramavo ardentemente che quel ragazzo talmente affascinante e cortese mi baciasse, ma contemporaneamente volevo che si fermasse perché era la cosa giusta.

Era ormai arrivato e vista la mia, ormai, arrendevolezza chiusi gli occhi e schiusi le labbra. Ormai era fatta, stava per baciarmi.

Spostò improvvisamente il suo volto di lato facendo sì che le sue labbra si scontrassero con la mia guancia. Erano un po' umide e soffici, la sensazione sulla mia pelle era così bella che quasi mi dispiacque che non si fossero unite alle mie, tuttavia ero riuscita ad evitare l'inevitabile. Mi ero fatta così tanti film mentali, non era quel tipo di persona.

Aprii gli occhi cercando di catturare la luce e di riabituarmi al paesaggio notturno. Prima di riacquistare del tutto la vista mi sembrò di scorgere un ghigno sul volto di Peter, ma sbattute un paio di volte le ciglia quella visione scomparve lasciando spazio al volto educato che mi si era presentato sin dall'inizio.

Si staccò da me e lasciandomi libera la mano destra ma tenendo ancora salda la mano sinistra mi trascinò fuori dalla foresta.

"Per il tuo compleanno ti farò vedere un luogo magico, te ne innamorerai, fidati di me"

Disse entusiasta senza guardarmi

Sapevo che non sarei riuscita facilmente a chiedergli di portarmi a casa.

The First Moon - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora