Chapter Fourteen

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Neanche il tempo di mettere il piede dentro l'altra stanza che qualcosa mi blocca la gamba e casco per terra. Non riesco più a capire se mi hanno rapita o non mi ricordo di essere stata assunta come clown part-time. 

"Il mio naso!"

Mi strofino la faccia e alzo lo sguardo verso quel gran deficiente che giustamente stava ridendo della mia penosa caduta.

"Tranquillo, mi piace stare sul pavimento. Tu continua a guardarmi mentre lo pulisco".

"E' un bello spettacolo da qua su" dice ghignando.

La felpa si era sollevata lasciando ampio vista sul mio fondoschiena... non ce la posso fare più, vi prego. Portatemi a casa... o un pantalone largo. Velocemente mi rialzo e mi ricompongo cercando di raccogliere un briciolo di dignità dal pavimento. Purtroppo per me si era frantumata in mille e tristissimi pezzi.

"Sei un pervertito".

"Ho solo una vista eccellente".

Stavo per prenderlo a ceffoni verbali quando un piccolo e dolce bambino mi si piazza davanti.

"Stai bene Signorina?" 

Due occhietti azzurri mi guardavano preoccupati dal basso come se fosse successo qualcosa di orribile. E' uno dei bambini più belli che abbia mai visto. era vestito con una magliettina verde a maniche lunghe e un paio di pantaloncini azzurri. In testa aveva un cappellino di lana verde scuro ricoperto di foglie e in faccia due strisce di carbone gli ornavano le guance. Alzai lo sguardo e osservai la stanza. Era decisamente più grande di quella autunnale e riportava un clima prettamente primaverile. era piena di fiori e piante che si arrampicavano su decine di letti a castello. Nascosti sotto i materassi e dietro il mobilio mi osservavano così tanti occhi che anche se avessi voluto contarli avrei perso il conto poco dopo. Era quasi come stare ad un parco giochi eppure erano tutti spaventati.

Ritornai con lo sguardo sul piccoletto che mi stava afferrando la felpa cercando di attirare la mia attenzione e ritornai subito in me.

"Signorina, non riesce più a parlare? Mi dispiace non l'avevo vista"

Mi accucciai in modo tale da giungere alla sua altezza.

"Tesoro non ti preoccupare ero io che non stavo guardando dove stessi mettendo i piedi. Non è colpa tua, vedi sto benissimo!" Gli sorrisi a trentadue denti in modo da non farlo preoccupare ma in realtà era difficile non farlo davanti a un faccino così dolce.

"Brava, prenditi le tue responsabilità"

Quell'ammasso inutile di neuroni mi passò al lato spingendomi per terra dalla posizione in cui mi trovavo andando verso gli altri.

"TU BRUTTO CR..."

prima di continuare feci un respiro profondo ricordandomi di non essere da sola con lui.

"Signorina ha di nuovo smesso di parlare?"

"No, tesoro, solo che tutte le cose che vorrei dire al tuo amico sono vietate ai minori"

"MIchael lasciala perdere, è nervosa perchè il suo naso è schiacciato ancora più di prima"

Mi coprii velocemente il volto alla sua battuta. Non può essere... Sorrise e venne verso di me prendendomi la mano e portandomi al centro della stanza. 

"Ragazzi vi presento Amanda è una mia amica che viene da molto molto lontano e che ci farà compagnia per un po'di tempo, salutatela!"

"Ciao Amanda!" Un coro di piccole voci coprì ogni angolo della stanza. 

"Cia-" eh? "Un po' di che scusami?" 

"Ne parliamo dopo" mi disse sottovoce "Vorrei dilungarmi un po' di più con il giro di nomi ma purtroppo è tardi e dovevate essere a letto già ore fa. Per questa volta facciamo un'eccezione".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02, 2022 ⏰

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The First Moon - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora