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La casetta era avvolta da un silenzio tombale. Nessuno osava domandare all'altro un semplice "come stai?".

Luigi preparava la cena per tutti, aiutato da Elena, guandando soltanto il fondo della pentola.

Io, dal canto mio, mi trovavo sdraiata sul divano insieme a Carola, in silenzio, facendo fondere insieme le rispettive angoscie per la puntata conclusasi due ore prima.

Dal primo momento in cui ho messo piede oggi qui dentro, non ho pronunciato una parola, per rispetto della mia tristezza e per quella degli altri.

La sostituzione di Guido era l'unico rumore percepibile in tutte le stanze. Era un silenzio soffocante e teso.

Rivolgo uno sguardo alla ballerina affianco a me, vedendole cadere dagli occhi una lacrima solitaria. Mi avvicino a lei e con il pollice gliel'asciugo.

Mi guarda accennando un piccolo sorriso e mi abbraccia. Non servono parole, è una piccola valvola di sfogo per entrambe.

Mi stacco dopo poco e esco fuori in giardino, notando dall'ampia parete a vetri, Dario tutto solo.

Appena mi vede, mi lancia un piccolo sorriso, facendomi segno di sedermi accanto a lui.
Io:"Come ti senti?" sussurro.
D:"Così così" alza le spalle.

D:"E tu?"
Io:"Così così" rispondo imitandolo.
D:"Sicuramente ora avrà l'opportunità di crescere ancora di più" rompe il silenzio, guardandomi.

Io:"Assolutamente sì, il mondo è lì fuori che lo aspetta, e lui lo divorerà" sorrido.

Restiamo qualche attimo in silenzio, prima che Dario giri il volto nella mia direzione nuovamente.

D:"Ma che ci fai qui fuori con me? Non dovresti essere con qualcun'altro? Sta peggio di me e lo sai anche tu" afferma il ragazzo.

Io:"Ne sono consapevole, volevo lasciargli il tempo di sbollire tutte le cose di oggi, lasciarlo un po' solo"

Dario non risponde, resta semplicemente in silenzio.

Io:"E forse non gli va di vedermi ora" continuo sospirando e termino la mia risposta.

D:"Non credo proprio. L'hai lasciato solo a riflettere anche per troppo, gli tireresti su il molare" interrompe la nostra conversazione la figura di Sissi che esce per fumare.

Gli occhi del ballerino al mio fianco s'illuminano. Io lo guardo di sottecchi, incuriosita da quella reazione e decido di seguire il consiglio del ballerino.

Io:"Vado a vedere come sta. Vi lascio da soli" sorrido ad entrambi e mi reco in camera dei tre ballerini.

La porta è già aperta e trovo Mattia adagiato sul letto con lo sguardo perso nel vuoto.

Appena mi nota, accenna un piccolo sorrisino.

M:"Finalmente, eccoti qua. È fuori" lo ringrazio e prima di uscire, recupero dall'armadio una sua felpa.

Conoscendolo, sarà a maniche corte, e, con il freddo che c'è fuori, non è il caso. Apro lentamente la porta e la mia teoria è verificata.

Io:"Dovresti coprirti, fa freddo" mi avvicino a lui e gli appoggio la felpa sulle gambe.
C:"Grazie" risponde a bassa voce continuando a guardare in basso.

Mi siedo accanto a lui in silenzio mentre indossa la felpa calda.

Gli osservo il viso, ha gli occhi rossi, presumibilmente per il pianto, il naso dello stesso colore, sicuramente per il freddo.

Io:"Ne vuoi parlare?" gli chiedo dolcemente, lui scuote il capo e continua a stare in silenzio.

Io:"Vuoi che vada via?" scuote nuovamente il capo, io sorrido leggermente e mi avvicino ancora più a lui, abbracciandolo.

Vivere tre viteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora