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Due dolci risate che si fondono insieme nel silenzio della notte. 

Quella sera ricordo che non riuscivo a dormire così profondamente come al solito, ero in uno stato di dormiveglia. Avevo passato gli ultimi dieci minuti con gli occhi sbarrati, cercando di riprendere sonno.

Mi hanno sempre detto che se smetti di pensare a qualcosa, subito riesci a farlo.

Ma io mi domando, come si fa a smettere di pensare? Anche se avessi passato l'intera notte a ripetere nella mia testa la parola "niente", mi sarei sentita una scema per aver semplicemente provato ad andar contro il mio inconscio. 

Poi avevo cominciato a sentir sbuffare. Alla prima volta non ci avevo fatto poi tanto caso, chissà quanti rumori facciamo inconsapevolmente mentre dormiamo. Subito erano diventati costanti e, quasi ridendo, nella mia testa contavo cinque secondi prima che un altro sbuffo riempisse il silenzio. 

Io:"Hai finito di sbuffare?" avevo detto con la voce impastata, voltandomi dall'altra parte del letto. Il petto del ballerino si alzava ed abbassava ritmicamente mentre fissava il soffitto con gli occhi aperti. Nel sentire la mia voce, s'era voltato solo con il volto, evidentemente stanco ed assonnato. 

C:"Non riesco a dormire. Scusa se ti ho svegliato" aveva affermato, continuando però a sbuffare, come se non riuscisse a capacitarsi del fatto che non riuscisse a dormire. Subito avevo cominciato a ridacchiare, coinvolgendo lui. S'era girato sul fianco, completamente attento alla prossima cosa che avrei fatto o detto. 

C:"Non ridere" aveva esclamato a labbra strette per cercare di non ridere a sua volta, fallendo miseramente. Io m'ero fatta più vicina a lui, ad un soffio dal suo viso.

Sorridendo, avevo strofinato la punta del mio naso contro il suo, prima di lasciarci su un bacio. 

Io:"Come mai non riesci a dormire?" avevo sussurrato per non far scoppiare quella bolla. Aveva alzato le spalle senza rispondere, cingendo con un braccio la mia vita per farmi sprofondare ancora più nel suo petto.

Inalai così forte quel buon profumo che emanava e lasciai qualche bacio sul bordo della t-shirt, a metà tra il tessuto e la pelle del collo, cosa che lo fece ridere.

C:"Mi fai il solletico, scema" disse cercando di allontanarmi per evitare di svegliare anche gli altri due ballerini presenti nella stanza.

Io sorridevo tra le sue braccia.

Come se fosse un flashback, mi sono ritrovata a pensare a quella piccola scena, riuscendo ad immaginarla questa notte, uno dei sogni migliori dell'ultimo periodo.

Almeno prima che il mio cellulare, d'improvviso, iniziasse a suonare, indice che qualcuno mi stava chiamando.

Spalanco gli occhi, guardandomi intorno, non assolutamente abituata a tutta quella luce naturale che prima non interrompeva il mio sonno. 

Io:"Ma che diavolo..." sussurro tra me e me, iniziando a cercare il telefono tra le lenzuola. Sbuffo e assottiglio gli occhi per leggere il nome sul display, subito sorrido. 

L:"Ma buongiorno" esclama la voce della mia migliore amica, fin troppo alta. Mugugno qualcosa d'incomprensibile, lamentandomi. Io:"Ma ti pare il caso di urlare di prima mattina?" stropiccio gli occhi con la mano destra. 

L:"Prima mattina? Tesoro mio sono le undici passate, mica ti ho svegliato?" domanda con quel suo tono tipico da finta innocente che mi fa solo alzare gli occhi al cielo.

Io:"Come sei spiritosa" schiocco la lingua sotto al palato per evitare di mandarla a quel paese per aver interrotto il mio sonno ristoratore.

L:"Che fai non mi apri? Sono qui sotto" spalanco gli occhi e senza nemmeno risponderle mi fiondo prima fuori dal mio appartamento, poi giù per le scale facendo molta attenzione a non perdere una ciabatta sugli scalini precedenti.

Vivere tre viteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora