" sono contento di averti detto questa cosa. Era diventato un peso e io ho bisogno di te" ammise Christian sollevato.
Mattia sorrise amaramente perché per lui era lo stesso, se non di più. Lo avrebbe voluto nella sua vita per sempre ma sapeva che prima o poi si sarebbero allontanati. Banalmente per una ragazza magari: era un bel ragazzo e Mattia era sicuro che prima o poi avrebbe trovato chi gli avrebbe fatto battere il cuore.
Lui non era disposto a stare a guardare, non ce l'avrebbe fatta a vivere avendo davanti agli occhi il suo amore con un altro essere umano.
Era sempre stato geloso delle sue cose e i suoi affetti; con Christian era lo stesso.
Quando faceva battute sulle ragazze provava un fastidio immane, che però doveva placare.
Nei suoi sogni lui era l'unico che avrebbe dovuto amare e guardare con quello sguardo che avrebbe fatto perdere la testa a chiunque.
Per lui era il più bello del mondo.
Mattia era giovane e gli amori giovanili sono totalizzanti, egoisti e tanto folli da essere i più belli da vivere...se ricambiati....
"Perché non glielo dici?" Se ne uscì Dario vedendolo pensieroso.
"Perché non posso. Che cosa potrei ottenere?"
"Non lo so ma così non puoi andare avanti. Si vede a mille metri che lo ami e prima o poi se ne accorgerà"
"Già qualche giorno fa mi ha fatto un discorso strano ma ho dissimulato."
" Non è scemo. Tra poco capirà che gli stai dicendo cazzate."
"Non so che fare, Dario. Lo perderei"
"Magari no"
"E cosa mai potremmo essere?"
" Magari domani entrerà un bel ragazzo e addio Christian Stefanelli" scherzò Dario.
"Tu non hai capito come io sia inguaiato." Spiegò Mattia mettendosi le mani sugli occhi.
" Mai dire mai. Il nuovo arrivato non è male"
"Ma chi, Daniel?" Chiese Mattia fuori dal mondo.
" E chi se no? A tratti non ti toglie gli occhi di dosso"
"Mah sarà...io addosso vorrei un altro" rise Mattia per la sua battuta esplicita. La prima fatta dopo secoli ad un amico: una cosa che sarebbe dovuta essere normale ma lì dentro era tutto al contrario.
"Ah il caro Matti vuole fare a qualcuno proposte indecenti eh" scherzò Dario cominciando a fargli il solletico ed entrambi risero senza sosta.
Il primo momento sereno dopo un tempo infinito per il ballerino."Cosa c' è di sbagliato?" Chiese retorico Mattia prendendo fiato dopo la lotta.
" Nulla, Matti. Non lo pensare mai."
"Lo sogno da notti ormai"
"Alt alt non voglio sapere che sogni" lo frenò Dario mettendo le mani avanti.
"Ma va scemo, nulla di compromettente"
"Ah sei noioso allora. Tutto coccole e bacini."
"No che c'entra..." Arrossì Mattia al solo pensiero. Quel ragazzo gli stava facendo perdere i numi.
Gli faceva desiderare cose di cui a volte anche lui si imbarazzava. Negli ultimi tempi i suoi ormoni non lo stavano aiutando e avere l'oggetto dei suoi desideri sempre davanti non lo aiutava.
Si era nascosto in bagno e in doccia si era toccato pensando a lui. Una volta uscito non era stato in grado di guardarlo negli occhi per mezza giornata; come se facendolo avrebbe fatto capire all'altro cosa avesse fatto.
Le telecamere in quella parte della casa non c' erano quindi era tranquillo. Il problema però rimaneva per tutte le altre zone e sicuramente era stato ripreso mentre discuteva con i suoi compagni.
Decise di parlare con la produzione per pregarli di non mandare in onda nulla e anche con il maestro Todaro. Sentiva di dovergli parlare per sfogarsi e farsi aiutare.
Spesso lui e Christian lavoravano insieme per passi a due voluti proprio da lui e voleva che fossero evitati.
Come prevedeva Raimondo aveva già sopsettato quelcosa e non si era stupito quando gli aveva detto:"L' ho sempre saputo. Tu parli con gli occhi più di qualsiasi altra persona lì dentro." Aveva spiegato guardandolo con quel fare paterno che Mattia apprezzava tanto. Per lui il maestro aveva ricoperto la figura del padre-amico, ma anche e soprattutto autorevole che gli serviva.
"Ho paura che lo capisca anche lui" ammise il ballerino guardandosi le mani e torturandosele.
"Ma anche se fosse Matti, di cosa hai paura?" Chiese Raimondo e quella domanda spiazzò il biondo che pensava fosse scontata la risposta.
"Tutto. Lo perderei e rovinerei la carriera ad entrambi."
"Sei fuori strada, Matti. Ci sono ballerini gay ovunque ed hanno una carriera fantastica alle spalle e davanti a loro. Guarda ROberto Bolle, secondo te il fatto che sia gay lo ha reso meno bravo? E poi ti dico che per non rovinare la tua carriera stai rovinando qualcosa si ancora più importante: la tua vita. Non negare te stesso perché sarebbe un errore troppo grande a cui rimediare.
Christian poi..." Cominciò e scosse la testa perché pensava di stare dicendo qualcosa di assolutamente ovvio."Christian è una persona intelligente e ti vuole anche sin troppo bene. Io credo che in cuor suo lui lo sappia cosa provi e non ti abbandonerà di certo per questo."
Mattia tirò un respiro lungo preso come era da tutte le emozioni che stava vivendo dopo quel mare di parole. Sapeva che Raimondo avesse ragione su tutta la linea eppure si sentiva bloccato da tutti quei "ma" che si portava sempre dietro.
Una lacrima silenziosa gli rigò il viso e dovette trattenersi per non cominciare a singhiozzare davanti al maestro. Stava sopportando troppo in quella situazione e si sentiva vicino al collasso."Non piangere Matti." Lo esortò Todaro mettendo una mano sopra al plexiglas che li divideva.
L'alunno istintivamente si avvicinò e mise la mano esattamente dove l'aveva lui."Grazie per avermi ascoltato."
"Vi penso come miei figli e voglio che siate felici. Soprattutto tu che ti meriti la pace che non hai mai avuto. Te lo leggo negli occhi"
Mattia non si trattenne più e pensò a quante volte si era sentito sbagliato in vita sua. A quante volte aveva pensato che non sarebbe mai riuscito a trovare la sua metà perfetta.
Sentiva ora di averla trovata ma non aveva la stessa visione del sesso. Christian guardava le ragazzee e lui sarebbe stato costretto ad arrendersi alla realtà."Parlaci e vedrai che riuscirete a trovare un vostro equilibrio. Non riesco a leggere Christian come leggo te ma so che quando siete insieme siete qualcosa di unico. "
Se solo anche CHristian si fosse visto così, per entrambi sarebbe stato meglio. Pensò il biondo che dopo quella chiacchierata si sentiva decisamente meglio anche se non aveva risolto il problema più grande, che si avvicinava come una tempesta all'orizzonte.
Era terrorizzato all'idea di perdere il suo migliore amico. Capitava di guardarlo e di sentire il bisogno di urlargli quello che provava e poi un attimo dopo di farsi prendere dal terrore di essere lasciato solo, schivato e non calcolato dalla persona più importante per lui. Non sapeva se avrebbe retto.