Ultimo capitolo

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Christian prese coraggio e parlò con i suoi genitori togliendosi il peso più grande avuto sulle spalle in 19 anni di vita. La madre l'aveva abbracciato forte quando lo vide in lacrime e il padre, che caratterialmente era come lui, non disse altro che:

"Si deve vergognare solo chi ha la coscienza sporca, Christian. Tu devi camminare a testa alta e devi essere fiero di chi sei: sei la persona che stimo di più al mondo. Sappi solo questo"

Erano esattamente le parole che si voleva sentire dire dal padre, l'anima più simile a lui di tutti. Come al solito aveva ragione e aveva sbagliato a pensare che uno solo di loro non lo avrebbe accettato.

Agli amici lo disse una sera prima di entrare in un pub. Ce lo avevano trascinato per tirarlo su di morale perché si erano accorti del suo cattivo umore. Erano sempre stati un quartetto affiatato e avevano accolto Mattia come se fosse uno di loro da sempre. Scherzava o e ridevano come amici di vecchia data dopo il primi 10 minuti; se non fosse stato Mattia sarebbe stato geloso.

"Quando ci hai detto che dovevi dirci una cosa importante, pensavamo volessi dirci qualcosa di grave. Tipo che fossi diventato della Juve."

Christian scoppiò a ridere e due minuti dopo erano impegnati a guardare la partita di calcio gufando per la squadra avversaria. Quella sera Christian prese una decisione importante: quella di perdonarsi per non essere stato forte come era sempre stato.

Sebbene si fosse perdonato questo, non riusciva a scusarsi per il fatto di essersi fatto scappare dalle mani l'amore...probabilmente quello della vita, o comunque quello a cui pensi quando parli di un sentimento. Ai suoi nipoti avrebbe parlato di lui, perché alla parola amore avrebbe associato per sempre gli occhi e il sorriso di Mattia.

Ripensò a tutte le volte che non gli aveva detto "ti amo", a tutte quelle che avrebbe dovuto imparare da lui che non si sarebbe mai vergognato di urlare al mondo che lo amava.
Non si sentiva alla sua altezza e questa era una verità innegabile alla luce di quanto successo.
Lo avrebbe mai perdonato? E, soprattutto, lo avrebbe ancora guardato e amato allo stesso modo alla luce di tutto gli errori commessi? Il pensiero gli spezzò il fiato.

In quel momento una folata di vento sembrò portargli il suo profumo. Pensò di avere le allucinazioni, ma poi capì che non sarebbe servito il vento. Lui se lo ricordava a memoria quell'odore: era risate, amore, sesso, amicizia...vita. Come aveva potuto solo pensare di poter vivere senza di lui?

Prese il telefono e aprì la sua chat. Cominciò a digitare, ma quando lo vide online smise subito per paura che lo vedesse.
Voleva cominciare con uno "scusa" ma era decisamente troppo poco.
Doveva trovare un altro modo per farsi perdonare e pregò con tutto se stesso che l'altro non lo avesse sostituito.
Se lo sarebbe meritato in verità, ma il biondo aveva ragione, lui era geloso. Da morire.

Pensò tutta la notte a cosa avrebbe potuto fare. Non riuscì a chiudere occhio per un minuto; l'unica cosa che fece fu prenotare un biglietto per Bari.

" Già sveglio?" Gli chiese la madre vedendolo seduto in cucina con un caffè ormai freddo davanti.

"Come ti faresti perdonare tu?"

"Dicendo la verità e scusandomi. " Rispose pragmatica come solo una madre può essere. "Digli quello che provi e per una volta lasciati andare; digli tutte quelle parole che hai qui e qui" gli consigliò indicando la testa e il cuore.
Conosceva bene il figlio e sapeva che muro poteva essere. Parlava poco ma da madre aveva imparato a capirlo anche solo con uno sguardo.

" E se mi dice di no?" Chiese preoccupato e leggendogli gli occhi lei capì quanto fosse importante per lui quel ragazzo. Più di chiunque altro avesse mai frequentato.

Balla con me -Christian e MattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora