01. Donghyuck

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Nei film, ogni volta che la protagonista ha il cuore spezzato, piange un po' durante il fine settimana, si rotola nel letto tra fazzoletti e gelato, poi riceve quell'ondata di motivazione e si presenta a scuola più bella che mai

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Nei film, ogni volta che la protagonista ha il cuore spezzato, piange un po' durante il fine settimana, si rotola nel letto tra fazzoletti e gelato, poi riceve quell'ondata di motivazione e si presenta a scuola più bella che mai. 

Nella vita reale, trascorro le notti singhiozzando talmente tanto da farmi bruciare la gola, mentre elimino tutte le foto con il mio ex-ragazzo, ed ora sono diretta al campus, alle 9 di mattina. A inizio primavera. Durante il fine settimana. Indossando gli stessi vestiti con cui ho dormito! Ho zero energia per cercare di avere un aspetto decente; ho raccolto i capelli in una coda e l'unica cosa che ho fatto alla mia faccia è stata lavarla. 

Sembro e mi sento estremamente rivoltante; questa non sono io. Io non sono questa persona. Ma allo stesso tempo, non sono stata capace di ritrovare la vera "me" dalla rottura.  

L'intera camminata da casa fino al college mi ha resa ancora più amareggiata. Non è così lontano, ma avrei preferito che Renjun mi avesse accompagnata in auto. Sono stanca, triste, sto congelando, e sembra che gli uccelli mi abbiano scambiato per un bagno. Non vorrei fare altro che marcire sul mio letto in questo momento, ma c'è questo stupido fottuto incontro del club. Durante un fottuto sabato mattina. Che vita di merda. 

Non fraintendetemi, amo il mio club, mi infastidisce solo che il nostro presidente abbia scelto di avere il nostro primo incontro proprio oggi. Non poteva scegliere giorno peggiore. L'anno scorso non fui molto contenta di sapere che le attività extracurriculari fossero obbligatorie per le matricole, ma il club della giustizia è diventato da subito una casa per me. Anche se il nome ci fa sembrare un gruppo di nerd che fantasticano sui supereroi, in realtà è un club che si occupa di servizi sociali, volontariato e giustizia sociale. Ed era questo il suo nome prima che uno studente dell'ultimo anno decise che era ridicolo pronunciare un nome così lungo e ideò "Il club della giustizia." Grazie, Jhonny Suh. 

Quando arrivo, il campus è quasi vuoto—dopotutto è un dannato sabato—e non c'è nessuno ad assistere alla scena della guardia che mi ha scambiata per un fantasma. Mi trascino fino all'edificio amministrativo principale, dove verrà tenuta la riunione del club, dalle cuffiette risuona una ballata coreana a basso volume, facendomi sembrare la protagonista miserabile di un K-drama. 

Una volta scese le scale, mi ritrovo nel corridoio completamente vuoto. Mi fermo davanti ad una macchinetta per assumere un po' di zucchero, che possa farmi funzionare per le prossime due ore. La macchinetta inghiottisce diligentemente i miei soldi, ma la mia bottiglietta di tè non esce. 

"Che cazzo?" Mi lamento.

Oh, andiamo. Non può essere vero. 

La mia rabbia cresce a dismisura. Ho sempre avuto dei problemi a gestire il mio caratteraccio, e dato che non sono nel mio migliore stato d'animo, non riesco a fare a meno di prendere a pugni la macchinetta. Uso il ginocchio quando le mie nocche non sembrano funzionare, nel frattempo parolacce di ogni genere volano via senza sosta dalla mia bocca. Do un ultimo calcio alla macchinetta prima di rinunciarci. 

Blind Date / HaechanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora