18. Il quasi

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Quando mi sveglio, Donghyuck è già andato via per la sua lezione mattutina e non posso negare il vuoto che mi travolge quando mi accorgo che non è qui

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Quando mi sveglio, Donghyuck è già andato via per la sua lezione mattutina e non posso negare il vuoto che mi travolge quando mi accorgo che non è qui. Ma lascia spazio a dei profondi pensieri mattutini. 

Avevo solo un compito: non innamorarmi di Lee Donghyuck. 

Non avevo neanche considerato che potesse accadere. Con una storia come la nostra, anche solo farmelo piacere come persona mi sembrava un'idea ridicola. Forse ero troppo presa dal momento, troppo presa dal dolore, che sono diventata abbastanza stupida da accettare il suo ridicolo accordo. Dovevo solo fingere di essere la sua ragazza per quattro settimane—non innamorarmi di questo ragazzo, che ho scoperto essere molto più di quel moccioso irritante che pensavo di conoscere.

Sono furiosa. Sono frustrata. Mi fa rabbia che io mi senta così, questo indescrivibile caos di bellissime emozioni che sento ogni volta che sto con lui, eppure mentre accarezzo delicatamente il lato del letto ora vuoto su cui ha dormito, mi rendo conto che è tutto ciò che voglio. Voglio quelle farfalle che sento ogni volta che mi dice qualcosa di provocante o ogni volta che mi si avvicina. Voglio il calore che avvolge il mio corpo, ogni volta che ridiamo per qualcosa che non è affatto divertente. Voglio quella pressione sul petto che sento quando mi sorride. Voglio Lee Donghyuck, per quanto mi faccia arrabbiare dover ammetterlo, lo voglio da impazzire. 

Ma nonostante le osservazioni di Renjun, non posso essere certa del fatto che lui si senta allo stesso modo. Anche se fosse così, mi torna in mente quella conversazione che abbiamo avuto al parco sulle nostre disastrose storie d'amore passate. Nessuno ci dice che non rovineremo anche la nostra relazione e questa è l'ultima cosa che voglio. 

Preferirei non averlo affatto, piuttosto che perderlo. 

Dopo essermi preparata e dopo aver preso a parole Renjun per non aver alcuna lezione oggi (questo vuol dire che dovrò camminare fino al college, dato che preferirebbe morire piuttosto che svegliarsi per accompagnarmi e io mi rifiuto attivamente di guidare la sua berlina arrugginita e morente), lascio la nostra minuscola casa e faccio una smorfia a causa del bagliore del sole. Quando i miei occhi si abituano al clima soleggiato, noto che il SUV di Donghyuck è parcheggiato proprio fuori dal nostro cancello. Alzando un sopracciglio dalla curiosità, mi avvicino all'auto per chiedere al conducente se si è dimenticato qualcosa e il finestrino viene abbassato. 

Do un'occhiata al mio orologio e poi riporto lo sguardo su di lui. "Non hai lezione?"

"Fra venti minuti." Scrolla la spalle. "Ho pensato di venirti a prendere così che tu non debba fare tutta la strada a piedi. So quanto diventi scontrosa, ogni volta che devi camminare fino al campus. A volte i tuoi attacchi d'ira mi ricordano Shrek." 

Gli mostro il dito medio mentre salgo sul sedile del passeggero, che ormai non mi è più estraneo e mentre ride, apprezzo il modo in cui la sua mano trova immediatamente la mia. Per qualche motivo gli uomini sono dieci volte più attraenti, quando guidano con una mano sola sul volante—ancora peggio se con l'altra mano tengono la tua, anche se ti hanno appena paragonata ad un orco. Non sono sicura di come io sia ancora viva. 

Blind Date / HaechanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora