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Era già da un paio di anni che avevo iniziato ad appassionarmi al mondo della musica, in particolare del canto. Scoprii di avere una voce 'angelica', così mi diceva mia madre. Forse è stata una delle poche volte in cui le ho dato ragione.

Quando compii 15 anni mia madre mi regalò un microfono e una chitarra elettrica. Mai abbastanza: mi iscrisse ad un corso di chitarra elettrica per imparare a suonarla.
Sapevo già come funzionavano il pentagramma e le note, ma non ho mai avuto modo di approfondire queste conoscenze con uno strumento.

Ritornando in ambito scolastico, il primo giorno di scuola scoprii l'esistenza dei club dopo le lezioni.
Sì, lo so sono anche alle medie ma non li ho mai sentiti nominare dai miei compagni o da altri compagni di altre classi.
Club di musica no, avevo già un corso privato.
Club di cucina no, so cucinare ma non mi piace.
Alla scritta 'club sportivi' mi si illuminarono gli occhi, come se un bambino avesse visto un negozio di giocattoli o un parco giochi.

Scelsi il club di pallavolo. Fin da piccola, in TV,  guardavo programmi sportivi, soprattutto quando mi capitavano le partite di pallavolo. Ora confermano il mio sapere su questo sport.
In realtà non lo scelsi solo per coltivare una passione, ma per mettermi in movimento visto che non facevo nessuno sport.

Quando mi presentai in palestra c'erano delle ragazze che parlavano, probabilmente aspettavano il resto della squadra. Con mia grande sorpresa il capitano della squadra, Linsday, si presentò e a sua volta mi presentò le altre ragazze. Essendo più grandi, erano più mature e socievoli, a differenza delle galline nel corridoio della scuola.

Per mia fortuna sono sempre stata una ragazza alta, precisamente 1.72 m.
Me ne vantavo perché non mi è mai piaciuto essere bassa. Ero anche vantaggiata perché, principalmente per pallavolo e pallacanestro, prevaleva l'altezza.

*

Nel frattempo era già passato un anno e ho cominciato a comporre canzoni, ma non ne ho mai pubblicata una perché la mia insicurezza domina su di me, sempre.
Prima di confermare la melodia e ciò che avevo vomitato sul foglio, la cantavo e la suonavo in giardino. Perché proprio in giardino? Perché sì.
Un giorno talmente ero stanca che mi addormentai su un testo incompleto. La curiosità di mia madre non tardò a comparire; lesse tutti i testi delle canzoni che avevo composto fino ad ora, approfittandone del fatto che stavo dormendo e quindi non potevo reagire. Quando mi svegliai passai un'ora a parlare del perché non ero convinta a pubblicarli.

"Sono così belli! È davvero un peccato che tu non li voglia far vedere a tutto il mondo"
"No mamma, non li renderò mai pubblici. Metti caso che non mi spiego bene in una frase, la gente mi prenderebbe in giro"
"Devi credere nelle tue capacità, tesoro"

Non ho mai creduto nelle mie capacità, solo perché non ne ho mai avute. Lei mi incoraggiava sempre e il bene che le volevo non riuscivo mai a dimostrarglielo. Era vero. Quando tenevo ad una persona non riuscivo a dimostrarle il mio affetto in nessun modo...

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