All I need.

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Sono le 11.36 p.m. e io non sono ancora tornata a casa. Il taxi mi stava accompagnando lì ma gli ho dato un altro indirizzo: quello del mio appartamento.

Prendo l'ascensore, sono stanca e non ho le forze per salire le scale. Arrivo presto al mio appartamento ed entro.

Devo trovare quelle cazzo di lettere.

Zayn mi chiama, non fa altro che chiamarmi ma non rispondo, non ho voglia di parlare con nessuno. Mi ritrovo circa 47 chiamate perse da parte di Hope, Liam ed Harry, ma non mi importa. Devo solo trovare quelle lettere.

Entro nella camera di Hope: se le lettere sono in questa casa, sono in quella stanza. Apro l'armadio e inizio a cercare tra i vestiti, ma non c'è niente. Apro i vari cassetti, cerco sotto il letto ma ci sono soltanto cose per il bambino.

Mi squilla il cellulare un'altra volta e non ci vedo più: lo scaravento contro il muro e si rompe. Almeno adesso sono tranquilla.

Mi sento una cosa dentro lo stomaco che mi sta divorando. Sto male, non ho mangiato. Sono stata per tutto il pomeriggio a camminare per Londra e a pensare, a pensare a cose che mi fanno solo stare male ma va bene così. Mi gira la testa, mi sento un'altra persona.

Mi sento svenire e devo appoggiarmi sul muro. Sto malissimo.

Mi faccio forza e continuo a cercare in ogni angolo della stanza ma non trovo niente. Vado in soggiorno e controllo, inutilmente, ovunque. So che non le troverò ma continuo a cercare.

Mi siedo sul divano e butto la testa indietro, faccio un respiro profondo ma non ho più forze. Devo tornare a casa ma non posso chiamare un taxi, devo fare la strada a piedi.

Esco, prendo l'ascensore e abbandono il palazzo. Cammino, cammino, cammino. Ho un bel po' di strada da fare. Mi sta scoppiando la testa, ho pianto troppo.

Raggiungo la libreria, che a quest'ora è chiusa, e non riesco a fare più un passo. Cado in ginocchio davanti alla porta e non so che fare. In questo momento vorrei solo essere a casa con la mia bambina e con il mio amore, con la mia famiglia. Loro sono tutto ciò di cui ho bisogno e mi sento male, perché sto mentendo ad entrambi.

Voglio dire a Zayn che Leila è sua figlia ma ho paura. Mi odierà. E se la portasse via da me? Se la tenesse lontana? Come ho fatto io?

Sono arrabbiata e ho paura. Arrabbiata non con Zayn, perché se mi avesse davvero fatto del male me lo meriterei, gli sto nascondendo una cosa troppo importante. Sono arrabbiata con i ragazzi, è anche colpa loro se adesso sono qui, senza sapere cosa fare.

Ho paura perché Zayn non merita tutto questo e non lo merita nemmeno Leila. Mi sento un mostro, sto rovinando una famiglia, la mia famiglia. Domani Leila compie 4 anni e sarà il primo compleanno con suo padre, ma nessuno dei due lo saprà. Domani saremo solo noi tre, gli altri non ci saranno. Non li voglio, basto io a rovinare sempre tutto.

Le strade sono deserte ma in lontananza vedo dei fari venire verso di me. Per un attimo mi illudo di avercela fatta ma poi l'auto gira a destra e sparisce nel buio.

Sto piangendo. Non ce la faccio, non riesco più a camminare.

Una macchina spunta dal nulla, sfrecciando a tutta velocità. Ora mi investe. Viene verso di me e, quando credo di essere già morta, si ferma a due metri da me. I fari sono accecanti e io non vedo niente. Sento qualcuno che mi chiama.

«Taylor! Cazzo!» dice e io in quel momento non riesco a riconoscere la voce.

Qualcuno mi solleva dalle spalle e mi fa appoggiare. Sto ancora piangendo.

«Amore, va tutto bene.» dice e io capisco che si tratta di Zayn.

Non ho la forza di stringerlo, mi sento cadere e lui mi tiene. Mi porta in macchina e mi fa sedere al posto del passeggero, poi entra anche lui.

Il ragazzo della libreria 2 - Half a HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora