14.

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"Natalie." Mi riprende Charles, facendo notare che erano due minuti buoni che non proferivo parola.
"Ti giuro che è stata Beth a chiedermelo, forse non se lo ricorda." La giustifico, consapevole del fatto che non posso aggiungere altre parole, insomma, sto parlando di sua figlia, di certo non farei una bella figura se dessì voce a tutti i pensieri che mi stanno navigando nella mente.
"Nel profondo so che c'è una ragione plausibile al tuo comportamento, ti conosco e mi fido di te, ma senza prove non posso farci niente. È la tua parola contro quella di Beth. In mano ho solo un filmato in cui si vede chiaramente che prendi dei soldi dalla cassa, è una prova inconfutabile." Mi spiega, mantenendo un tono calmo e pacato.
"La mia parola dovrà pur valere qualcosa." Alzo un sopracciglio.
"Se ti consola, la tua parola vale molto per me, ma vedi, se io dovessi farti continuare a lavorare qua perderei di credibilità. E, parliamoci chiaro, Beth..."
"È tua figlia e non potresti mai incolparla di una cosa simile. Lo capisco." Interrompo il suo discorso pieno di paroloni ed etica, alzandomi dalla sedia.
Non ho più ragioni per rimanere ferma e composta sentendo le mie orecchie venire riempite di discorsi tanto falsi quanto inutili. Mi sta licenziando e per me può bastare così.

"Non sto assolutamente dicendo questo." Si innervosisce, perdendo quel sottile strato di calma che ricopriva le sue parole e i suoi gesti.
"Sai una cosa? Beth è stata furba, insomma, se io fossi più stronza di quella che sono probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Tanto mio padre non potrebbe mai licenziarmi, no? È meglio licenziare una dipendente che conosci da anni e che non ha mai neanche rotto un bicchiere piuttosto che guardare la realtà dei fatti. Piuttosto che mettere in dubbio per un secondo i comportamenti di tua figlia." Sputo quelle parole amare, sentendo il dolore crescere in me insieme alla rabbia.
"Non osare parlarmi così! Non dimenticarti che sono stato io ad aiutarti quando ne avevi più bisogno!" La sua voce si alza. "Chi ti ha dato un lavoro quando per tutti eri soltanto la povera ex tradita dal grande Neymar? Chi ha sorvolato sul fatto che rischiavamo sempre che i paparazzi inondassero il locale solo per scattarti qualche foto? Lo sai che era pericoloso per tutti!"
"È successo solo una volta ed era un solo paparazzo. Non so come abbia fatto a..." E in quel momento tutti i puntini nella mia testa si unirono dando forma ad un unico grande disegno. Un disegno orribile, ma pur sempre un disegno.

Quel paparazzo non mi aveva trovata casualmente per le vie di New York. Era stato chiamato da qualcuno, una persona che sapeva perfettamente che Charles non avrebbe tollerato quell'accaduto. E chi meglio di sua figlia poteva saperlo?
Beth aveva architettato tutto fin dall'inizio, lei voleva il mio posto di lavoro.
Non riusco più a sentire le parole di Charles, annebbiata da quel senso di confusione che questa scoperta mi ha lasciato.
Senza troppi giri di parole, mi giro e apro la porta, decisa a mettere fine a questa storia. Percorro il corridoio a grandi passi, sentendo il mio ormai ex capo inseguirmi e sbraitando il mio nome.
Sto facendo una pessima figura? Probabile.
Mi interessa? Assolutamente no.
Spalanco la porta degli spogliatoi ed ecco Beth intenta ad aspettare il suo adorato papino per poter tornare a casa.
Indietreggia di qualche passo non appena vede la mia espressione furiosa, capendo subito che ormai l'ho scoperta.

"Sei una stronza." Tuono. Non mi avvicino troppo, non voglio essere accusata anche di percosse.
"Di che cosa stai parlando?" Chiede titubante, cercando di sembrare il più innocente possibile. I suoi occhi sono fissi su un punto dietro alle mie spalle, molto probabilmente suo padre sta arrivando e lei sta cercando aiuto da parte sua.
"Se volevi il mio posto potevi guadagnertelo come fanno tutti! Lavorando sodo e dimostrando di meritartelo."
"Io non voglio proprio niente di tuo." Incrocia le braccia al petto, mimando un'espressione disgustata.
"Ah no? E allora come la spieghi la storia del paparazzo e dei soldi?" Chiedo facendo una risatina sarcastica, forse sembravo una pazza, ma ero stufa di quella situazione. Stufa di essere presa in giro.
"Credo che tu stia impazzendo. Probabilmente quel paparazzo ha seguito la scia di disperazione che lasci ovunque tu vada e i soldi ti servono perchè il tuo amato calciatore si sarà stufato di mantenerti." Invece di ferirmi, quelle parole mi rallegrano. Sono contenta che si sia smascherata con le sue stesse parole, rivelando che, in realtà, è solo una perfida stronza con una vita infelice.
"Sarò anche disperata, ma mai così tanto da arrivare ad ingannare mio padre per poter ottenere un posto di lavoro. E tranquilla che non ho bisogno dei soldi del mio ragazzo per poter vivere, sono indipendente e capace di ottenere un lavoro sfruttando solo le mie capacità. Se vuoi un giorno ti insegno come si fa. Sempre se non sarai impegnata a prendere in giro ancora tuo padre." Detto questo le rivolgo un sorriso, sentendo il mio corpo rilassarsi e svuotarsi di tutta quella rabbia che mi stava opprimendo.
Charles rimane a bocca aperta, incapace di proferire parola, mentre Beth cerca, inutilmente, di rispondermi a tono, riducendosi a balbettare qualche parola sconnessa.

"Ah, Beth, c'è un'ultima cosa che vorrei darti." Le dico gentilmente, prima di mostrarle il mio dito medio, soddisfazione infantile che volevo togliermi. Ora sí che sono decisamente libera.
Esco dal locale tirando un grosso sospiro di sollievo. Mantenendo la corazza di sicurezza che mi ero formata, evitando di pensare solo per qualche secondo al futuro incombente che si stava per abbattere su di me.
Sono senza lavoro in una città in cui la vita costa parecchio, con una casa con un affitto troppo alto per permettermi di rimanere disoccupata per più di tre giorni. Eppure, mi sto solo godendo la libertà di essermi finalmente riscattata.

La Natalie di qualche tempo fa, sarebbe uscita dal locale disperata, piangendo e imprecando a gran voce contro ogni persona che si sarebbe imbattuta nel suo cammino. Ora sto camminando verso la macchina di Neymar, le lacrime non stanno rigando le mie guance, anzi, un piccolo sorriso compare sul mio viso, segno che sono fiera di me.
Fiera per essermi fatta valere, fiera per aver capito che, nonostante tutte le incombenze che possono capitare, niente e nessuno si può permettere di pensare di valere più di me stessa.

"Amore, tutto ok?" Chiede Neymar, notando subito che è successo qualcosa.
"Mai stata meglio." Sorriso prima di dargli un bacio sulle labbra.

Let's hurt tonight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora