15.

1.3K 40 38
                                    

Neymar è molto più amareggiato di me. Continua a fare avanti ed indietro per il salotto di casa mia, dicendo milioni di frasi senza senso compiuto, esprimendo la sua rabbia in una maniera quasi buffa.
Io, invece, sono seduta sul divano mentre sorseggio una limonata, dividendomi tra il tentare di fare ragionare Neymar e il calmare Harry che mi sta inondando di messaggi.
Continua a ripetere che si pente di aver anche solo pensato di chiedere a Beth di uscire, ma lui non è un veggente e non poteva sapere che dietro a quel faccino da angelo si nascondeva una vera e propria arpia.

"Mi basta poco per rovinargli la carriera. Scrivo su Instagram che è un posto disgustoso e vedi che in men che non si dica si pentirá di averti licenziata." Credo che ora stia proprio impazzendo.
"Amore, apprezzo il fatto che tu voglia difendermi, ma stai esagerando." Lo ammonisco alzandomi e avvicinandomi a lui. "Per quanto sia stato uno stronzo, non ti permetterei mai di rovinargli la vita." Gli spiego appoggiando le mani al suo petto e guardandolo negli occhi.
Un sorriso impercettibile si fa spazio tra le sue labbra.
"Sei troppo buona."
"E tu troppo avventato." Sorrido dandogli un bacio sulla punta del naso.

"Guardiamo il lato positivo: possiamo passare insieme il tuo ultimo giorno a New York." La mia voce si spezza nel dire queste ultime sette parole. Odio quando non riesco a tenere a bada i miei sentimenti.
"Amore.." sussurra cingendomi i fianchi in un dolce abbraccio. "Lo sai che appena finirò tornerò da te." Mi rassicura appoggiando il mento sulla mia testa, gesto che sa che amo alla follia.
"Devi rimanere vicino a Rafa e al tuo nipotino non ancora nato."
"Al nostro nipotino non ancora nato." Mi corregge facendo una leggera risata.
"Ed è tuo nipote non solo perché Rafa è come se fosse tua sorella, ma anche perché.."
"Sono la tua futura moglie?" Precedo la sua frase fingendomi completamente seria, aspettando una sua reazione.
"Esattamente, vedo che la nostra telepatia funziona ancora alla grande." E finisce la frase pizzicandomi la guancia.

Rimango spiazzata per qualche secondo, mi aspettavo una reazione diversa, quasi di panico nel credere che penso già al nostro futuro matrimonio e invece è totalmente calmo.
Insomma, sono convinta che Neymar sia l'amore della mia vita, dopo tutto quello che abbiamo passato sarei una pazza a non pensarlo, ma non ho mai pensato al nostro matrimonio o ad un'eventuale proposta, è ancora troppo presto.
"Ahia, sento le manette stringermi i polsi." Sdrammatizzo sul fatto di sentirmi intrappolata nel nostro rapporto, cosa assolutamente falsa.
"Sapessi cosa vorrei farti davvero con delle manette ai polsi."
"NEYMAR!" Scoppio a ridere rendendomi conto che lui è totalmente serio a riguardo.
"Le comprerò per la prossima volta che vengo a trovarti." Dice deciso.

"Magari la prossima volta che vieni a trovarmi non ho ancora trovato un lavoro e abiterò sotto un ponte." Non voglio rompere l'atmosfera, ma la mia preoccupazione più grande al momento è questa: trovare un altro impiego che mi permetta di mantenere la mia amata casa e una vita abbastanza dignitosa qui a New York.
"Smettila di dire cazzate. Lo sai che se dovesse capitare qualcosa ci sono io ad aiutarti."
"E lo sai che io non accetterò mai i tuoi soldi." Gli ricordo. "Anzi, ora mi metto a cercare qualche posto di lavoro, magari con un po' di fortuna tra qualche giorno ho già trovato qualcosa." Percorro la stanza a grandi passi, afferro il mio portatile e mi siedo al tavolo del salotto.

È strano dover aggiornare il curriculum e scrivere che ormai la mia esperienza al ristorante è finita, fa male. Qualcosa che pensavo irrealizzabile ora è successa e in uno dei modi peggiori: Charles pensa che io sia una ladra.
Scrivo nella barra di ricerca delle semplici parole chiave "lavoro a New York" senza troppe pretese, volendomi accontentare anche di un lavoro diverso da quello della cameriera.
"Potrei vendere le mie foto." Scherzo in un momento abbastanza sbagliato dato che Ney stava bevendo e ora sta tossendo a più non posso cercando di non soffocare.
"Tue foto come?" Rantola prendendo un bel respiro.
"Dipende da quanto mi offrono." Rido tirandogli una gomma da cancellare contro il petto. "Quello è il piano B, per ora seguirò il buon classico piano A." Faccio spallucce.

Ci sono molti posti di lavoro disponibili, ma le paghe sono molto misere o le zone sono lontane da casa mia, rendendo quasi impossible raggiungere il luogo con i mezzi.
"Certo che non mi ricordavo che fosse così difficile trovare lavoro." Commento sbuffando.
"Posso farti una domanda?" Chiede quasi timoroso. Aggrotto le sopracciglia e annuisco, non sapendo proprio cosa aspettarmi.

"Nella barra di ricerca che città hai messo?" Chiede.

In quel momento mi sembra che le luci del salotto siano diventate più scure e  l'aria più pesante.

"New York." Ammetto. Un sospiro di rassegnazione lascia le sue labbra.
"E perché non Barcellona?" Continua il discorso. Non si avvicina a me. Rimane in piedi, vicino alla finestra, con le braccia conserte.

"Qua ho una casa."
"In affitto." Aggiunge.
"Ho iniziato una nuova vita e..."
"Hai dovuto iniziare una nuova vita. Per cercare di allontanarti da me. Da ciò che ti faceva odiare Barcellona, ma ora è chiaro che questo problema non ci sia più." Risponde. "O no?"
"Certo che no. Non scherzare." Lo rassicuro alzandomi e dirigendomi verso di lui.

"La tua vera vita è in Spagna, Nana. Hai le tue amiche, hai me e Davi che non vede l'ora di rivederti. Ogni volta che mi chiama mi chiede di te." Al sentire il nome di Davi mi sciolgo completamente.
"Gli hai detto che siamo ritornati insieme?" Sorrido.
"Non ancora, è questo il punto. Lui mi chiede di te nonostante sappia che in teoria io e te non siamo più fidanzati." Delle lacrime iniziano a comparire nei miei occhi.

Mi rendo conto che questa situazione è un totale casino ed io non so come uscirne.

Let's hurt tonight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora