Capitolo 12.

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Mi sveglio, sono sola però, Billie non c'è più.
Mi alzo dal divano con malavoglia, noto un foglietto sul tavolino da salotto davanti al divano: "È stato tutto un'errore, dimenticati di me."
Era da parte sua, ma come cazzo avrei fatto a scordarmi di lui? Non tenendo conto del fatto che era il cantante di uno dei miei gruppi preferiti, ma dopo tutto questo? È il segreto? Quello che avrei dovuto sapere, che avrebbe dovuto dirmi lui?
In quel momento lo odiavo più di chiunque altro.
Mi aveva illuso per tutto sto fottutissimo tempo.
Prendo il cellulare e digito il numero di Luke.
-Hey, Ive ma dove sei?-
-Sono a casa di Billie, ti prego vienimi a prendere.-
-Che succede? E dimmi la via.-
-Ora non te lo dico di certo. La via è gnegnegne.-
-Okay arrivo.-

Luke's pov.

-Vado a prendere Ivette.-
Mi avvio verso la porta staccando dall'attaccapanni il mio giacchetto in jeans nero.
-Come? Ti ha chiamata? Come sta? Aspettami, vengo con te.-
-Lo Lisa, è meglio che vada da solo. Devo parlarle.-
-E di cosa? Non posso saperlo anche io? Gesù santo, sono la sua migliore amica!-
-Lo so, ma se te ne vuole parlare ci penserà lei stessa. Ora vado.-

Salgo in macchina e parto.
Digito sul gps del mio telefono l'indirizzo detto da Ivette.
Accendo lo stereo, inserendo in cd che in questo momento preferisco maggiormente "songs for polar bear" degli snow patrol.
Mi rilassa molto, nonostante non sia una musica calma.
Il mio telefono inizia a squillare, così mi distolgo dai pensieri che mi oscuravano la mente. Lisa è proprio una testa calda, ma forse è per questo che la amo, è proprio come me, ci punzecchiamo spesso, siamo come lame di coltelli pericolosi, soprattutto per gli altri, insomma ce ne freghiamo un pò di tutto.
Rispondo finalmente alla chiamata:
-Lewis pronto dimmi!-
-Senti, io non so cosa abbia in testa quella credi a di mia figlia, l'ho chiamata non so quante volte ma non mi risponde, sai dove è?-
-La sto andando a prendere, era...-
-Da quel coglione di Armstrong vero? Io non ce la faccio più, oramai non mi ascolta, fa tutto di testa sua.-
-Disse che te le avevi detto di parlare con lui, perché era lui quello che doveva dirle la verità, quindi non so, ieri sera è venuto a prenderla, stamani invece lei mi ha chiamato chiedendomi di andarla a riprendere io. Non so che dire.-
-Cosa cazzo? Okay, io a quello gli spacco la faccia.-
-Lewis, per favore, non complicare le cose.-
-Te stai tranquillo.-
Riattacca, così io riprendo la strada per andarla a prendere.
Dopo circa dieci minuti arrivo davanti ad un'enorme cancello in ferro, suono il campanello e questo si apre, entro quindi dentro con la macchina.
Ivette in lacrime corre da me mentre scendo dalla macchina, posso vedere Trè e Mike sulla soglia della porta con un'aria non molto felice, dispiaciuti più che altro.
-Luke ti prego portami via!-
Urla piangendo, non posso far a meno di abbracciarla.
-Cosa è successo, melo vuoi raccontare?-
Nel mentre si gira verso i due sulla porta, i quali si avvicinano.
Mi guarda i suoi occhi marroni sono pieni di lacrime e odio.
-Ive...-
Attimi di silenzio tra tutti e quattro, un pezzo di carta cade a terra.
Trè si mette le mani tra i capelli mentre Mike si gira guardando con quasi disprezzo un punto indefinito.
Non riesco a capire.
Continuo a guardare i tre, ma non capisco, non so cosa dire.
Provo.
-Cosa è quel biglietto?-
Non ho alcuna risposta.
Lei è ancora abbracciata a me, la stringo forte mentre singhiozza tentando di parlare.
-È stato lui.-
Fredda.

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ORA UCCIDETEMI PURE.

Scusate per la lunga assenza, ho avuto problemi, continuo tuttora ad averli, con la scuola.
So che il capitolo non è dei migliori e che è molto corto, ma per favore continuate a capirmi.
Spero di riaggiornare il prima possibile.

Scusate tanto!

Ciao ciao!

Giulia.💕

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