Il tuo tempo migliore

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Capitolo 3- Il tuo tempo migliore

E mi chiedi cos'è questo bisogno di spingersi al limite
E fare sempre la scelta sbagliata per vedere che succederà
E non farsi mai andare bene quel poco di pace prima del buio
Dover lasciar vincere il vento
Mischiare la pelle ed esplodere il cuore e ancora
Ti cerco nei giorni migliori
Ti cerco nei sorrisi degli altri
Che non sorridono mai, come te

Eri più bella come ipotesi- Lo Stato Sociale-
Album Amore, lavoro e altri miti da sfatare.

Verso il finire della giornata lavorativa Hermione e Harry si presentarono davanti all'ufficio del Primo Ministro.
"Adesso che sono qui mi sento un perfetto idiota." Bofonchiò Harry, scompigliandosi i capelli.
"Ormai è tardi per i ripensamenti, Kingsley ci aspetta." Rispose Hermione bussando forte sulla porta di mogano scuro.
"Avanti!" Sentirono dire alla voce profonda del Ministro.
Hermione aprì la porta e fece un largo sorriso all'uomo massiccio che aveva di fronte: nei mesi successivi alla caduta di Voldemort i ragazzi avevano iniziato a provare un forte rispetto per la sua saggezza e per la sua rettitudine morale. Una boccata d'aria fresca dopo gli ultimi anni di malgoverno.
"Ragazzi! Che piacere! Le occasioni per scambiare due parole ormai sono ridotte all'osso! Prego accomodatevi." Disse l'uomo rispondendo al sorriso.
Hermione e Harry si sedettero su enormi poltrone di velluto e quasi ci sprofondarono dentro.
"Allora? Come state? Come mai mi avete chiesto questo appuntamento? Qualcosa non va?" Disse Kingsley con sguardo penetrante.
"Stiamo bene, grazie! Non è successo niente di grave in realtà, ma volevamo discutere con lei di una cosa, o meglio, Harry voleva avere dei chiarimenti..." Iniziò a dire Hermione.
"Hermione! Quante volte ti devo dire che devi darmi del tu!" Si lamentò bonariamente Kingsley prima di rivolgere la sua attenzione a Harry "Quindi Harry? Cosa ti turba? Mi sono giunte all'orecchio delle lamentele sul tuo conto... mi vuoi parlare del tuo Capo?"
Harry lo guardò sorpreso: "Che genere di lamentele?"
"Ritardi, piccole insubordinazioni, niente di grave, ma il Capo non è contento, Harry. Dovresti porre attenzione, se non vuoi che tutti i tuoi sforzi vengano vanificati proprio ora che stai per coronare il tuo sogno." Rispose Kingsley serio.
Hermione guardò Harry accigliata, in un modo che ricordava tremendamente Minerva McGranitt.
Harry arrossì sotto il peso di quegli sguardi e prima di rispondere dovette schiarirsi la voce alcune volte.
"Io... lo so. Ultimamente mi sento stanco, non dormo bene e faccio fatica ad alzarmi. Non voglio giustificarmi, bada bene, ma così è. Comunque non ho intenzione di mollare. Per quanto riguarda l'insubordinazione, diciamo che sto notando alcune cose che non mi piacciono molto." Disse Harry più sicuro.
"Del tipo?" Fece Kingsley attento.
"Non voglio farne una questione di stato, ma..." Iniziò a dire Harry.
"Potter, lo sai che mi fido del tuo giudizio più di quello di chiunque altro, signorina Granger esclusa ovviamente.
Hermione tossicchiò imbarazzata.
"Il Capo... lui sta diventando molto, come dire, rancoroso. Dice delle cose che non credo facciano bene alla costruzione della pace." Fece Harry di nuovo confuso.
"Ti riferisci a qualcosa di particolare?" Lo incitò il Primo Ministro.
"Ecco, sì. Per punirmi dell''ennesimo ritardo mi ha spedito a recuperare un manufatto oscuro: la Mano della Gloria in possesso anni fa della famiglia Malfoy..."
"Sì, manca solo quella. Quindi hai avuto a che fare con Lucius?"
"No, non mi ha mandato al Manor, ma da Draco Malfoy. Del resto è stato l'ultimo ad utilizzarla. Ma credo che mi abbia spedito lì, perché riteneva che Malfoy sarebbe stato più facile da convincere. Non credo abbia una opinione molto alta di lui..."
"Capisco. E quindi? Sei riuscito a recuperarla?" Chiese l'uomo.
"No. Malfoy afferma di non averla più. Abbiamo discusso ovviamente e alla fine è saltato fuori che la madre, subito dopo la morte di Silente, si è affrettata a riconsegnarla, dietro compenso, a Magie Sinister."
"E tu gli credi?"
"Si è reso disponibile a fornirmi il suo ricordo o ad utilizzare il Veritaserum. Ma io gli ho chiesto di avere il ricordo di sua madre."
Kingsley aggrottò la fronte dicendo: "E lui? Cosa ti ha risposto?"
"Come puoi immaginare è andato su tutte le furie, ma alla fine ha acconsentito a collaborare a patto che..." Disse Harry più titubante.
"A patto che?" Lo incalzò l'altro.
"A patto che tu gli dia delle rassicurazioni scritte che Narcissa non finisca nei guai." Ammise Harry.
"Vedo che il giovane Malfoy non è così sciocco come pensa il Capo. E tu che gli hai risposto?"
"Che ci avrei provato."
"Mmm... e il Capo è al corrente di questo patto?" Fece Kingsley.
"No. E qui torniamo ai miei dubbi. Il Capo fa discorsi strani sui Malfoy, sembra odiarli e disprezzarli. E lo capisco perfettamente, ma..."
"Ma?"
"Ma si è lasciato sfuggire che i Malfoy vengono continuamente minacciati, sia da ex simpatizzanti di Voldemort che dalla gente comune e che queste continue minacce li costringono ad essere prigionieri nelle loro case. Ha aggiunto, ridendo, che non sono più un nostro problema. Anche Draco lo ha confermato e più volte mi ha detto che vuole solo essere dimenticato, sparire..."
Kingsley rimase in silenzio, gli indici delle mani appoggiati alla radice del naso.
"E tu? Cosa ne pensi? Anzi... voi cosa ne pensate?" Disse infine rivolgendosi ad entrambi.
Hermione chiuse brevemente gli occhi e poi disse: "Io capisco che per il Ministero sarebbe un cattivo ritorno di immagine difendere famiglie di Mangiamorte, ma non lo trovo giusto."
"Neanche io lo trovo giusto: non è così che si costruisce la pace. Il fatto che Lucius Malfoy sia fuori da Azkaban è perché il Ministero ha ritenuto valida la sua collaborazione. Non è cambiato, lo sappiamo, e probabilmente correrebbe ancora appresso al primo pazzo sanguinario, ma allora dovrebbe stare in galera, non fuori!" Protestò Harry.
"Infatti è lì che dovrebbe essere, ma il Wizengamot, ai tempi, ha ritenuto che non si potesse fare a meno delle sue informazioni. Io non ero d'accordo. Ci avremmo messo più tempo a sistemare le cose, ma in questo modo non avremmo avuto alcun debito con lui." Ammise l'uomo.
"Ok. Ma adesso costringerli a guardarsi le spalle dalla mattina alla sera è... è disumano!" Disse Hermione.
"Lo so, ma non posso farci nulla. Così è stato deciso e così sarà. Non posso difenderli." Disse Kingsley mestamente.
Hermione e Harry lo guardarono increduli.
"Ma se verranno uccisi graveranno sulla vostra coscienza! E allora che differenza ci sarà tra chi crede di essere nel giusto e chi ha sbagliato? Nessuna!" Insistette Harry.
"Concordo!" Ribatté Hermione
"E Draco Malfoy?" Chiese Harry in malo modo.
"Lui purtroppo subisce le conseguenze della situazione. So che non se la passa bene: nessuno l'ha più visto. Tu come l'hai trovato?" Chiese il Primo Ministro.
"Diverso... non fraintendermi, rimane sempre un idiota ai miei occhi, ma sicuramente non è lo stesso idiota che ho conosciuto a scuola. La cosa che mi ha colpito di più è la sua assoluta mancanza di speranza. Malfoy è stato tante cose, ma nel suo piccolo, probabilmente per tornaconto personale, ha cercato di aiutare." Disse Harry.
"Non che si sia ammazzato in tal senso..." Fece Kingsley sarcastico.
"Credo abbia fatto quello che ha potuto. Ad un certo punto si deve essere reso conto della follia nella quale si trovava. Io..."
"Harry..." Intervenne Hermione, preoccupata per quello che l'amico avrebbe potuto dire.
"Io per sbaglio ho visto quello che gli hanno fatto al Manor... non è stato un bel vedere, te l'assicuro." Mormorò Harry, chinando lo sguardo.
"L'hanno torturato, lo sappiamo. Per questo non è finito ad Azkaban, nonostante il Marchio Nero. Il Tribunale ha tenuto in considerazione una certa quantità di attenuanti. E il ruolo che Narcissa ha avuto con te è stato di certo determinante..."
"Neanche lui si può aiutare in qualche modo?" Chiese Hermione. "Temo che, a lungo andare, questo piccolo cambiamento svanirà e allora ci ritroveremo di nuovo un nemico contro. L'ostracismo e l'odio non portano mai buoni frutti."
"Lui non vuole farsi aiutare. Lui vuole sparire." Intervenne Harry pensieroso.
Kingsley sospirò. Capiva perfettamente le ragioni dei ragazzi e ne teneva in gran conto visto i sacrifici immensi che avevano fatto per il Mondo Magico, ma sentiva di non poter dare loro ciò che volevano. Non ancora per lo meno.
"Per ora quello che posso fare è sistemare la faccenda di Narcissa, senza che il Capo lo venga a sapere, per non farti finire di nuovo nei guai, Harry. Per tutto il resto devo rifletterci." Disse Kingsley, scribacchiando qualcosa su una pergamena e mettendoci firma e sigillo prima di consegnarlo ad Harry. Era una rassicurazione scritta per Narcissa Malfoy.
Harry lo ringraziò con un cenno del capo.
"Bene... se è tutto..." Iniziò a dire Kingsley.
"Un'ultima cosa!" Lo interruppe Harry per poi proseguire "Perché il Capo ce l'ha a morte con i Malfoy? Ho come l'impressione che sia qualcosa di personale."
Kingsley lo guardò per alcuni istanti prima di rispondere: "Non sono affari tuoi, Harry. E ti pregherei di non condurre indagini personali in merito. Diciamo che ha le sue buone ragioni. Comunque se la situazione dovesse degenerare non esitare ad avvisarmi, anzi ti delego il compito di tenere tutto sotto controllo." Disse l'uomo in tono grave.
"Possiamo confidarci con Ronald Weasley?" Chiese Harry.
"Il trio dei miracoli? Mi fido di te. Fai come credi." Rispose Kingsley alzandosi.
Hermione e Harry capirono che si trattava di un congedo e si alzarono a loro volta stringendogli calorosamente la mano.

Sectumsempra - Vulnera SanenturDove le storie prendono vita. Scoprilo ora