Capitolo 26- Alla fine, alla fine non importa
Mi dispiace ma devo andare
Se mai ti mancherò regala questa canzone
Un altro tentativo
E continuo a pensare a come mi hai fatto sentire meglio
E tutte le piccole cose pazze che abbiamo fatto insieme
Alla fine, alla fine, non importa
Se stasera sarà la più solitariaTraduzione dall'inglese di The Loneliest
Maneskin- 2022Un' alba di latte li sorprese abbracciati.
I loro corpi nudi rilucevano dello stesso riverbero delle stelle morenti.
I primi rumori dell'ospedale che si rimetteva in moto disturbarono il loro sonno, che per una volta era stato privo di sogni e paure.Harry aprì gli occhi, confuso. Ci mise del tempo prima di rendersi conto di dove fosse e con chi. Sentì il respiro del compagno sfiorargli la pelle del petto, vide le loro gambe intrecciate, la mano di Malfoy premuta sul suo fianco. Era così tranquillo nell'abbandono del sonno, così fragile e commuovente.
Le immagini della notte prima lo fecero arrossire e al tempo stesso una nuova eccitazione parve invadere il suo corpo. Malfoy era caldo, la sua pelle profumava di lui: poteva sentirgli addosso l'odore della sua colonia al caprifoglio.
Tornò ad arrossire nella penombra al pensiero di ciò che gli aveva lasciato fare, di come si era prestato alle sue richieste e di quanto ne fosse rimasto appagato e sorpreso.
In quell'attimo tra sonno e veglia si chiese se tutto quello poteva chiamarsi amore.
Malfoy si mosse pigramente e Harry accantonò quel pensiero, preoccupato da ciò che sarebbe accaduto una volta che l'altro avesse aperto gli occhi.
Cosa avrebbero dovuto pagare per una notte insieme? Era sicuro che il costo sarebbe stato altissimo. Non ci sarebbe stata pace, non ci sarebbe stata assoluzione.
Malfoy si mosse ancora e Harry lo strinse tra le braccia, nel tentativo di preservare ancora per un poco quella pozza di serenità.
Gli sfiorò i capelli con le labbra e ancora si chiese se fosse amore quello sfinimento che rischiava di lasciarlo spezzato.
Era un sentimento fatto della stessa sostanza di ciò che lo univa a Ginny? Lui, l'Amore, lo conosceva bene.
No. Era diverso.
L'amore di Ginny cancellava la paura, il legame con Malfoy lo rendeva folle, ubriaco. Non lo comprendeva e a volte lo atterriva. Eppure... eppure si era abbandonato al suo corpo, alle sue carezze, alla sua bocca. Aveva lasciato che entrasse in lui e aveva goduto in ogni istante di quel contatto.
Ancora adesso, in quel tempo sospeso, si lasciava cullare da quel pensiero, senza vergogna alcuna.
Draco si mosse di nuovo, mormorando parole incomprensibili che sapevano di sonno e latte.
I rumori fuori dalla porta si intensificarono e Harry capì che dovevano sciogliersi da quel nodo di membra e odori.
Si chinò al suo orecchio e sussurrò il suo nome, dolcemente.
Malfoy mormorò altre parole incomprensibili e alla fine aprì gli occhi, pozze grigie che riflettano il verde di quelli di Harry.
"Buongiorno." Disse Harry con un sorriso.
Draco sbatté le palpebre sorpreso e come Harry prima di lui, impiegò qualche istante per tornare presente a sé stesso.
Un'ombra di tristezza velò il suo sguardo e poi rispose: "Buongiorno."
Si guardarono un istante, incerti: come ci si salutava dopo una notte come quella appena passata?"Credo... ecco... credo che dovremmo darci una sistemata, tra poco qui sarà tutto un andirivieni infernale." Fece Harry per spezzare quel silenzio che si faceva ogni minuto più pericoloso.
Draco rabbrividì al pensiero di ciò che lo aspettava da lì a poco: non voleva lasciare le braccia dell'altro. Non voleva lasciare lui.
"Come stai? Sì, insomma, tutto bene?" Chiese invece, sforzandosi di nascondere l'ansia.
Harry arrossì suo malgrado e rispose piano: "Tutto benissimo. E tu?"
"Bene. Più che bene, in effetti. Ma hai ragione, dobbiamo muoverci." E così dicendo si sforzò di alzarsi.
"Aspetta..." lo trattenne Harry. Non era così che doveva andare, proprio no.
"Ma..."
Le labbra di Harry gli rubarono le parole. Le labbra, la lingua, le mani. Lo baciò con trasporto, come a sigillare il loro segreto.
Il corpo di Draco reagì infiammandosi, accendendosi come un cerino.
Si staccò a fatica, sussurrando confuso: "Non possiamo..."
Ma di nuovo le labbra dell'altro lo presero.
Sospirarono all'unisono, devastati da quell'insano desiderio che li rendeva stupidi e incauti.
"Forse un po' di tempo lo abbiamo." Disse Harry roco, il verde degli occhi più scuro, smentendo i suoi propositi di seguire la ragione.
"Io non credo sia opportuno, Potter", fece Draco, mentre le sue mani sconfessavano le sue stesse parole. La pelle di Harry era un richiamo troppo difficile da ignorare.
"Tocca a me... com'era? Ecco sì... tocca a me sentirti gridare il mio nome, possedere tutto di te." Gli soffiò Harry sulle labbra.
Draco si lasciò sfuggire un gemito, mentre Harry accompagnava queste parole con un bacio sul collo e una mano stretta sul sesso turgido.
" Tra poco arriverà la prima guaritrice, Potter..." disse Malfoy con la voce rotta.
"Sono un Auror, Malfoy, e sono piuttosto bravo con gli incantesimi" rispose Potter lasciandolo per un istante e allungandosi per prendere la bacchetta rotolata sul pavimento poco distante.
Alzò la mano e con un incantesimo non verbale sigillò la porta. Subito dopo pronunciò un'altra formula e poi si volse soddisfatto verso Draco, gli occhi famelici puntati su di lui.
"Chiunque si avvicinerà alla porta se ne allontanerà ricordandosi di una cosa molto urgente da fare altrove. E adesso... dove eravamo rimasti? Ah, sì!"
E tornò a baciargli il collo, ad addentarlo perfino.
Draco chiuse gli occhi consumato dalla cupidigia dell'altro. Un' altra ultima volta, si disse prima di soccombere.
Harry lo assaggiava, lo mordeva, lo toccava come mai nessuno aveva fatto.
Malfoy sentiva la propria pelle tendersi e incresparsi come un'onda sollecitata dal vento. E quel vento si chiamava Harry Potter. Lo incalzava senza tregua, preda di una folle ferocia volta ad impedirgli di pensare a nient'altro che a lui.
Prese in bocca la sua erezione e improvvisamente l'onda si fece lenta: la lingua che lo lambiva lo stava portando sull'orlo del precipizio ed era stupefacente contemplare la propria resa incondizionata da quell'altezza vertiginosa.
Potter lo portò al limite e poi si fermò.
"E adesso voglio sentirti gridare il mio nome."
La voce di Harry era calda, troppo calda per non cedere a quell'ordine.
Draco lo baciò, sopraffatto dall'emozione.
Harry rispose al bacio con forza e poi lo fece voltare, come aveva fatto Draco con lui la notte prima.
Tentennò un attimo, incerto su come procedere.
Il compagno afferrò la sua bacchetta e Harry riconobbe l'incantesimo già utilizzato su di lui.
Rinfrancato dalla certezza di non potergli fare male, prese a giocherellare con la sua schiena, disegnava ghirigori e sciocchezze. Scese ad accarezzare le natiche e poi, impazienti, le sue dita scomparvero dentro Draco, che annaspò in cerca di aria. Era strano sentirsi prendere a quel modo, strano, ma esaltante al tempo stesso. Prese a masturbarsi andando al ritmo di ciò che sentiva dentro di lui.
Harry gli posava baci ovunque e si sentiva scottare. Pensò di avere la febbre, una malattia sconosciuta lo stava divorando. Un morbo che si chiamava Draco. Non esisteva nient'altro che lui.
Sentì di non potersi più trattenere, il corpo anelava a fondersi con l'altro.
"Sei pronto a urlare il mio nome?" Non era una preghiera, era un ordine.
Draco gli artigliò una coscia e Harry lo prese per un sì. Quando si fece strada in lui, Malfoy pensò di essere andato completamente fuori di testa, ma non ebbe il tempo di starci a riflettere, perché un piacere del tutto sconosciuto iniziò ad irradiarsi nel suo ventre, nelle terminazioni nervose della schiena. Percepì gli ansiti di Harry, la sua mano che lo masturbava, il suo cazzo che lo scopava. Gli venivano in mente solo parole oscene, avrebbe volute gridarle, ma le parole non uscivano, strozzate da tutte quelle sensazioni.
Potter aumentò il ritmo e lo sentì dire vicinissimo: "Pronuncia il mio nome, Draco. Voglio sentire quanto ti piace essere preso da me. Voglio sapere cosa provi." Non aveva mai detto niente del genere a nessuno. Ma non se ne vergognò, anzi si sentì percorrere da una scossa che lo rese folle. Folle per Malfoy.
Il ritmo aumentò e Draco non capiva più dove finiva uno e dove iniziava l'altro.
Altre spinte gli offuscarono la vista e fu allora che la voce tornò, forte e disfatta allo stesso tempo:" Harry!" Una preghiera e un'imprecazione insieme. Una follia. L'orgasmo si rovesciò potente sulla mano di Potter.
Harry sentì la forza della lusinga ghermirlo e renderlo smanioso: poco dopo, con un grido strozzato, rovinò addosso a Draco.
La partita era finita. Non c'erano applausi ad accogliere i due avversari, solo ansiti e il rumore sordo di cuori impazziti. Stille di sudore si mescolavano sui corpi stanchi e appagati.
Era finita.
Il piacere dell'orgasmo si sciolse ai loro piedi in una pozza di malinconia.
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Sectumsempra - Vulnera Sanentur
FanficHarry Potter ha sconfitto Voldemort e dovrebbe essere finalmente in pace, ma lui sa che in pace non lo sarà mai. La mente non riesce a quietarsi neanche quando le sue mani si colmano dell'amore di Ginny. Un giorno il Capo gli assegna un compito spia...