Vino in questa bocca

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Capitolo 4- Vino in questa bocca

Adesso elaboro una scusa
che mi preservi dal piacere
di aver guardato quella volta e quella sola
negli occhi di chi avevo accanto
Se il giorno è tenero
la notte mi consuma
e sfonda gli argini del vino in questa bocca

Perché ho ancora
la tua lingua incastrata fra i miei denti
Sì ho ancora la tua lingua incastrata qui fra i denti miei

Con quanta rabbia ancora vivo
quanto deserto ancora vedo
se il vuoto è immenso allora che circondi il sole
per oscurare ogni mia navigazione

-Forse non è la felicità -
Gruppo: Fast Animals and Slow Kids
Album Forse non è la Felicità

Harry si smaterializzò al solito posto. L'aria della notte era fredda e umida, il cielo scuro.
Inviò il Patronus nella casa appena illuminata e con sua grande sorpresa Malfoy in persona lo accolse sulla porta.
Si affrettò a raggiungerlo ed entrò nella villa senza dire una parola.
Malfoy lo lasciò entrare e poi lo precedette fino al salotto, rischiarato solo da un vivace fuoco scoppiettante. Harry accolse il tepore con un sospiro di soddisfazione.
Sempre in silenzio, Malfoy andò ad accomodarsi sul grande divano facendo cenno ad Harry di prendere posto sulla poltrona.
Harry era confuso, non si era aspettato una accoglienza del genere.
Sul basso tavolino di cristallo era stato sistemato un vassoio con sopra una costosa bottiglia di whiskey incendiario e un bicchiere già per metà pieno finì tra le mani del padrone di casa che, agitando la bacchetta con l'altra, ne fece apparire uno per Harry.
Il giovane, ormai più che confuso, colse l'occasione per versarsi una generosa dose per sé, pensando freneticamente a cosa dire.
Ma, come le volte precedenti, fu Malfoy a toglierlo dall'imbarazzo.
"Buonasera, Potter. Sinceramente non mi aspettavo che ti saresti davvero precipitato qui questa sera. Questa Mano della Gloria deve starti davvero molto a cuore." Disse sarcastico.
"Mi hai chiesto di venire per mettere fine a questa faccenda il prima possibile." Si limitò a constatare Harry.
"Già. Ma pensavo che saresti stato impegnato con qualcuno dei tuoi numerosi adoratori o con la tua ragazza... la Weasley, giusto?" Fece l'altro arricciando leggermente il naso.
"Non ho adoratori, Malfoy. E Ginny è all'estero con la sua squadra." Rispose Harry, cercando di non far trasparire alcun fastidio.
"Ah! Vero. Devo aver letto qualcosa sul Profeta sulla nostra Furia Rossa." Disse Malfoy con un ghigno.
Harry non rispose.
Malfoy parve irritarsi.
"Comunque sia, eccoti qua. Come ti ho scritto sono riuscito a convincere mia madre a darti il ricordo; quello che non capisco è come hai fatto ad ottenere la dichiarazione di Kingsley: devi essere veramente importante, Potter."
"In realtà non ha fatto alcuna opposizione. Ha firmato e basta." Rispose Harry.
Malfoy lo scrutò per un attimo con i suoi inquietanti occhi grigi, alla ricerca di menzogne e fregature. Sembrò essere soddisfatto da quello che vide e Harry lo osservò alzarsi per andare a prendere una piccola fiala ricolma di un filamento luccicante.
Draco la fece rotolare qualche istante tra le dita, pensieroso, poi la lanciò a Harry che, con i riflessi pronti, la prese al volo.
"Anche io sono sorpreso che Narcissa abbia acconsentito così facilmente a cedere il proprio ricordo, così come sono sorpreso del fatto che Lucius glielo abbia permesso." Disse Harry fissando a sua volta la fiala.
Draco rise: una risata fredda.
Harry sollevò lo sguardo interrogativo.
"Potter, non hai ancora capito, vero?"
"Cosa non ho capito?" Ribatté l'altro.
"Mia madre non rende più conto delle sue decisioni a mio padre da molto tempo ormai. La guerra ha, come dire, raffreddato i loro rapporti. Condividono la stessa dorata prigione, ma non si parlano quasi mai." Rispose Malfoy noncurante.
"Mi dispiace. Nonostante tutto mi sono sempre parsi molto, ehm, coesi."
Malfoy alzò un sopracciglio e poi disse; "Ancora la tua pietà, Potter! Francamente sta diventando insopportabile!"
"Era una semplice constatazione, Malfoy! Non mi strapperò certo i capelli per il fatto che i tuoi dannati genitori non si parlano!" Rispose Harry, mandando a farsi benedire la sua calma apparente.
"Meglio. Così sei più sincero, Potter."
Harry si scolò il bicchiere.
"Bene. Ora che hai ciò che desideravi direi che potremmo concludere qui la nostra frequentazione..." Prese a dire Malfoy risedendosi sul divano.
"Prima dovrei visionarlo, no? Per essere certo che sia davvero il ricordo giusto e che non sia stato... manomesso." Sputò fuori Harry, sapendo fin da subito di aver detto la cosa sbagliata al momento sbagliato.
"Osi mettere in dubbio la mia buonafede, Potter?" Fece infatti il giovane Serpeverde alzando la voce.
"Faccio solo il mio dovere, Malfoy." Rispose secco l'altro.
Malfoy contrasse involontariamente un muscolo della mascella e poi, traendo un profondo respiro, disse: "Capisco. Vuoi umiliarmi fin che puoi. Giusto. L'ho fatto io per anni e, ora che sei tu in una posizione di potere, vuoi rendermi pan per focaccia. Notevole per uno che tutti incensano come quasi Santo."
Harry sentì il sangue ribollire e con voce astiosa disse: "Io non sono te, Malfoy. Ti ripeto che faccio solo il mio dovere!"
"Se sottolineare le nostre differenze ti fa sentire un uomo migliore accomodati pure! Vuoi controllare il ricordo? Benissimo, non c'è nessun problema. Ho un pensatoio da qualche parte." Sputò fuori Malfoy.
"Tu hai un pensatoio da qualche parte?" Disse Harry incredulo.
"Sì, Potter. Niente di che, solo un piccolo dozzinale bacile. Credo sia un cimelio della famiglia Black." Disse Malfoy con tono annoiato.
Harry pensò che per lui doveva essere perfettamente normale trattare certi oggetti come semplici suppellettili.
"Benissimo allora. Tiralo fuori." Disse Harry severo.
"Ai suoi ordini, Signore!" Borbottò l'altro alzandosi di nuovo e dirigendosi verso la libreria.
Malfoy fece fare un minuscolo svolazzo alla bacchetta e una piccola porzione del massiccio mobile si aprì senza un scricchiolio, rivelando una nicchia dove vi erano allineati alcuni strumenti che Harry non riuscì a vedere bene.
Malfoy prese tra le mani un piccolo manufatto, riccamente istoriato: alla faccia del dozzinale bacile, pensò Harry.
Malfoy lo posò su un tavolo e fece cenno all'altro di raggiungerlo.
Pochi istanti dopo Harry fu al suo fianco, agitato. Ancora quell'odiosa sensazione di essere un ladro che saccheggia le vite altrui.
La calma di Malfoy lo innervosiva.
"Quindi? Cosa aspetti? Rovescia quel fottuto ricordo, no?" Lo incalzò Malfoy e Harry capì che non era calmo per niente.
Lo guardò brevemente e poi lasciò scivolare la materia argentea nell'acqua del bacile che prese a vorticare.
Entrambi toccarono la superficie con la bacchetta e poco dopo cadevano nei ricordi di Narcissa.

Sectumsempra - Vulnera SanenturDove le storie prendono vita. Scoprilo ora