Dick
È mezzanotte, circa e mi sveglio mezzo nudo nello stesso letto con Victoria. Ci siamo addormentati mentre parlavamo delle feste. Approposito...
«AUGURII» le salto addosso facendola svegliare e urlare dallo spavento. È così fottutamente perfetta, cazzo.«Dick! Pensa se avessi dei problemi di cuore! A quest'ora mi avresti ucciso dallo spavento» scherza, e io sghignazzo come un deficiente.
«Esagerata»
«Non sono più illegale»annuncia fiera.«Eh già. Come ci si sente ad essere adulta?» le faccio la domanda a mo' di intervista, ovvero fingi di avere un microfono in mano e le porgo la mano sotto il mento.
«Bhe, signor Grayson, mi sento matura e intelligente, di sicuro più di lei» e dopo questa affermazione mi mette una mano fra i capelli e me li spettina.«No, i miei capelli non si toccano» la informo mentre cerco di risistemarli.
«No sei più carino così» e me li rispettina.
«Io sono sempre carino»scherzo ovviamente.(FORSE;))
«Sì ma così sei proprio bello, hai un'aria selvaggia e alle ragazze piace questo stile» guardo fisso i suoi occhi, quelle sei parole mi hanno fatto uno strano...effetto. Non so che dire.«Dick, sei tra noi?» mi sventola una mano davanti alla faccia per farmi tornare alla realtà.
«Eh? Sì sì ci sono» le sorrido.
«Allora...ormai mi hai svegliata, che facciamo?»
«Quello che vuoi tu. Sei tu la festeggiata» dico sdraiandomi su un fianco e poggiando la testa sulla mano mentre la guardo aspettando una risposta.«Mmh...guardiamo un film?»
«A quest'ora?» domando ridendo
«Sei stato tu a svegliarmi e io sono la festeggiata quindi sì, a quest'ora vediamo un bel film» mi canzona mentre parla orgogliosa del suo diciottesimo compleanno.
«Va bene, va bene...cosa vuoi vedere?»le chiedo prendendo il computer.
«Il Titanic?» mi chiede speranzosa
«No, ti prego no. Un comico, ad esempio?» la supplico io.«Ma se ridiamo sveglieremo gli altri»
«E se piangiamo diventiamo tristi»
«Ah e va bene, te lo concedo ma allora guardiamo prima il Titanic e poi un comico per riallegrarci, che ne dici?» il suo ragionamento non fa una piega.
«Mmh...»mi strofinò il mento facendo finta di pensarci, in realtà voglio fare quello che dice lei.«Dai Dick!»
«Va bene, facciamo come dici tu. Sei più intelligente di...»
«Di te, Dick Grayson?» mi stuzzica.
«In realtà stavo per dire di quanto dai a vedere, e no, non lo sarai mai»
«Tu dici?» mi guarda con aria di sfida.
«Sì»dico orgoglioso.
«Okay, ma nel frattempo non hai notato che ti ho preso la chiavetta dalle mani» eh? Mi guardo le mani ed effettivamente la chiavetta non ce l'ho io, ma lei. È furba, ma non più intelligente di me.«Restituiscimela Victoria» le porgo la mano per farmela ridare indietro.
«Mhh, fammici pensare un secondo...»si mette la mano sul mento e se lo strofina.
«No!»mi dice e si mette a correre. Mi metto a rincorrerla.
«Dove ti sei nascosta?» le piace giocare eh? E allora giochiamo. La trovo nella vasca e, appena apro la tenda lei mi punta lavello della vasca in faccia e mi bagna tutto, dalla testa ai piedi.«Ti serve un asciugamano?»mi chiede mentre sghignazza.
«Oh cara Victoria, non sai in che guaio ti sei cacciata» lei mi guarda confusa e io colgo il momento per prendere il lavello e schizzarla. Non posso essere l'unico bagnato.
«È calda!» grida lei.
«Ben ti sta» le dico mentre metto il lavello a posto e, in questo esatto istante che sono allungato per mettere un fottutissimo lavello a posto, una mano mi aiuta, la sua mano.«Che fai?» le chiedo.
«Ti aiuto, Mr.Grayson» dice accennando un piccolo inchino.
«Fai anche la spiritosa adesso?» le chiedo sarcastico.
«Ti causerebbe qualche problema, Grayson?» adesso capisco perché a 12 anni mi sono innamorato di questa ragazza.
«Abbastanza» le sorrido e, quando mi metto in posizione normale, noto che è fradicia, ed è bellissima con i capelli bagnati. È illegale anche se è appena diventata legale.«Adesso arriva il vero problema» la informo
«Cioè?» mi chiede rivolgendomi uno sguardo confuso.
«Cioè che non abbiamo asciugano o, tantomeno, un phone»
«Rimaniamo bagnati» risponde con nonchalance
«Ma prendiamo freddo...» mi interrompo e neanche ho iniziato a parlare. Questa ragazza mi farà ammattire se continua così.«Ti preoccupi troppo. Ti ricordi cosa ti ho detto stamattina prima che uscissi?» mi chiede e io faccio cenno di "no" con la testa.
«Avevi detto che l'avresti tenuto a mente» sì lamenta lei mentre si mette una mano in fronte.
«Ti ho detto che parli troppo e non agisci mai. E in realtà pensi solo alle conseguenze. Grayson ecco un altro consiglio che dovrai stamparti in testa, okay?» mi chiede mentre si avvicina piano piano verso di me, e io non muovo in muscolo, la guardo e basta.«Vivi la vita e fanculo le conseguenze».
È strano sentirla dire cose volgari, apparte quando le stavo fermando l'emorragia. Lì era comprensibile.
«E con questo?»
«Restiamo bagnati e se ci ammaliamo, cazzi nostri. Quanto è bello dire le parolacce» dice in seguito.
«Sì okay ma ora modera i termini»
«Come se tu non dicessi le parolacce, eh Grayson? Avanti il tuo nome è Dick, che tradotto sarebbe...» stavolta non la lascio finire.«Andiamo a vedere quel fottuto Titanic o vuoi restare qui a parlare delle parolacce?»
«Restiamo a chiacchierare» risponde
«Io voglio finire al più presto Titanic così possiamo vedere un comico» replico io.
«No, restiamo qui la festeggiata sono io e decido io...» stufo, la prendo in spalla a mo' di sacco i patate e mi dirigo verso il letto mentre lei grida di lasciarla andare.
«Dick, mettimi giù, ora!» la appoggio delicatamente sul letto e io mi sdraio accanto a lei.Mette il broncio.
«Adesso metti il broncio? Lo sai che possiamo parlare anche qui?»le domando in tono scherzoso.
«Di cosa vuoi parlare?» le chiedo diventando improvvisamente serio.
«Perché non fai più il detective?» come fa a saperlo? Legge nella mente, che stupido.
«Bhe è successa una cosa alla mia partner e ho deciso di lasciar perdere quel lavoro, ma il distintivo ce l'ho ancora» lei mi guarda e mi ascolta attentamente.«È morta e tu ti incolpi, vero?»
«È andata proprio così» abbasso lo sguardo ma, improvvisamente, mi sento una mano calda che mi accarezza delicatamente la guancia.
«Non è colpa tua Dick» mi dice in tono comprensiva.
Quando alzo lo sguardo trovo il suo viso a due centimetri dal mio e la sua mano ancora sulla mia guancia. So che non è mia ma lei era la mia partner e l'hanno uccisa perché non sapeva dove mi trovassi. Dannato me.Ma adesso non ho tempo di darmi delle colpe perché la mia attenzione viene attratta dalle labbra della bellissima ragazza che ho di fronte. Carnose e piene al punto giusto. E lei, lei è irresistibile.
Sta per dire qualcos'altro ma si ferma tutto ad un tratto e si avvicina lentamente a me.Fanculo l'autocontrollo. Con un gesto morbido le avvolgo una mano al collo e la attraggo più verso di me e sento il suo respiro stuzzicarmi la pelle.Le nostre labbra si sfiorano. È una maledetta tortura. Mi fiondo sulle sue labbra e la bacio lentamente. Devo godermi ogni secondo. La sua bocca ha un sapore misto alla fragola e alla vaniglia, una combinazione che le si addice, e le sue labbra sono morbide, come sospettavo.
Lei appoggia una mano dietro il collo e l'altra che mi stropiccia i capelli. Non riesco a non sorridere sulle sue labbra.
Ad un certo punto mi spinge delicatamente indietro, come per farmi sdraiare, e io ubbidisco subito. La prendo per i fianchi così da farla sdraiare su di me. Solo che lei, cercando di sdraiarsi su di me, preme un pulsante sul computer che fa partire il film e lei si spavento.Mi metto a ridere per la sua faccia spaventata ma sono un po' triste perché si è staccata dal bacio.
«Vediamo i film?» mi chiede.
«Va bene»rispondo e accendo il computer.
Con mia sorpresa appoggia la sua testa sul mio petto e le braccia che mi circondano la vita. Io mi metto a toccarle i suoi lunghi e luminosi capelli castani scuro.«Vic» la chiamo ma non risponde. Mi giro verso di lei e vedo che dorme con un sorriso stampato sulle labbra. Spengo il computer e lo appoggio per terra.
«Buonanotte Vi'» le do un bacio sulla fronte e spengo la luce. Che bella sensazione avere qualcuno vicino.
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"Just friends"
FanfictionVictoria Moore, una ragazza vivace, curiosa e sì, un po' ficcanaso. Vissuta per la maggior parte della sua infanzia con i suoi genitori in Michigan. Un enorme incidente però segnò la sua vita. E come se non bastasse, venne affidata ad una psicopatic...