Capitolo 4

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Il silenzio è pesante e gli argomenti scarseggiano. Tamburello le dita sul volante mentre guardo Charlotte attraverso lo specchietto. È seduta dietro di me e ha lo sguardo basso, odio vederla così e non so come aiutarla
"Oh mio dio, amo questa canzone" Eleanor urla alzando il volume della radio. Lei invece sembra una normalissima adolescente che vuole soltanto divertirsi, riesce a sorridere e a fare finta di nulla. Comincia a cantare mentre l'aria che entra dal finestrino abbassato le scompiglia i capelli, accenno un sorriso mentre ascolto la canzone che rimbomba nell'auto, ma il pensiero di dover affrontare il funerale di Felicity e Scott mi sta opprimendo.
Quando arriviamo a Fairview il sole è alto nel cielo e l'aria muove le foglie degli alberi che fanno da contorno al viale.
Scendo dall'auto sistemandomi il tubino grigio e sposto il sedile per poter far scendere Charlie, le prendo la mano e mi avvio verso l'entrata del cimitero. Rachel è giá arrivata, probabilmente è la prima volta che non è in ritardo, appena mi vede si alza gli occhiali da sole sulla testa e mi rivolge un sorriso.
Helen sta parlando con suo marito ed accanto a loro ci sono i loro due figli, Eddy e Cole, sono arrivati tutti e tre oggi da Boston. Mia madre invece sta intrattenendo alcuni amici che sono venuti a sostenerci in questo momento
"Ciao piccole" mentre ci avviciniamo mia madre viene a salutare le sue nipotine, lasciando due grossi baci sulle guance di entrambe, poi viene verso di me e mi abbraccia
"Ciao mamma" accenno un sorriso e la guardo, è sempre pallida e i suoi occhi sono stanchi
"Come va?"
"Ce la caviamo, c'e parecchia gente" osservo
"Giá, quasi tutti sono di Fairview, inoltre ci sono alcuni amici di Scott del college e pochi suoi parenti" annuisco, quando veniamo raggiunte da Helen e dal reverendo McHide, un uomo basso e grassottello, con pochi capelli ancora attaccati alla testa e due occhi marroni molto piccoli
"Alexandra, le mie condoglianze" ricambio la stretta di mano
"Grazie reverendo, si ricorda di Charlotte e Eleanor?"
"Ma certo, come state bambine mie?" Chiede cordialmente
"Le che pensa?" Il tono acido di Eleanor fa sgranare gli occhi del parroco, che però non si scompone e torna a sorridere
"Ellie!" La riprendo
"Non vi preoccupate, è stata una domanda sciocca da parte mia, comunque penso sia ora di iniziare".
Le file di sedie disposte sul prato sono quasi tutte occupate, solo la prima fila destinata ai parenti più vicini è completamente vuota. Cammino tenendo per mano Charlotte, andiamo a sederci entrambe, vicino le si siede Eleanor tenendo il braccio ancora fasciato appeso al collo, accavalla le gambe e fissa le due casse di legno che ha davanti, indurisce lo sguardo per un secondo, sbatte le palpebre e poi torna ad avere la sua aria serena di sempre. La sorella più piccola invece fissa le sue mani intrecciate in grembo, dondola leggermente i piedi sospesi in aria e resta in silenzio, come sempre.
Il reverendo McHide comincia il suo discorso ricordando Felicity e Scott, due persone che lui conosce da sempre, che ha accompagnato nel loro percorso spirituale, li ha sposati ed ha battezzato le loro figlie. Mia madre cerca di asciugarsi le lacrime con un fazzolettino, Helen stringe la mano di suo marito e cerca in tutti i modi di trattenersi. Io non voglio piangere, voglio solo salutare mia sorella e ricordarla, non si merita le mie lacrime, si merita tutto l'affetto che posso darle, ascolto le parole che rimbombano nell'aria e cerco di tenere viva nella mia mente la figura di mia sorella
"Zia" la vocina di Charlotte cattura la mia attenzione, mi giro verso di lei, ha gli occhioni azzurri umidi e pieni di lacrime, ha le labbra rivolte verso il basso e tremano
"Pulce, va tutto bene?" Scuote la testa mentre le lacrime cominciano a scenderle sulle guance, stringe i pugni e comincia a piangere abbassando la testa "no no, piccolina" la prendo in braccio e la poso sulle mie gambe stringendola. Solo in quel momento mi accorgo che il funerale si è interrotto, tutti gli occhi sono su di noi e il reverendo mi sta guardando con un'espressione piena di compassione, mi alzo e mi allontano sussurrando un mi dispiace.
Continuo a cullare Charlotte tra le mie braccia mentre i suoi singhiozzi cominciano ad attenuarsi, provo quasi un senso di sollievo, è riuscita a lasciarsi andare e forse adesso riuscirò a capire come poterla aiutare e sentirla di nuovo parlare e ridere.
Torno a guardare la folla riunita per il funerale che si trova a qualche metro dall'albero sotto il quale mi sono rifugiata, sono tutti in silenzio e molti hanno gli occhi lucidi. Quasi tutta Fairview è venuta alla cerimonia, nelle piccole cittá non puoi mai sentirti sola, neanche il giorno del tuo funerale. Nell'ultima fila c'e un ragazzo, Logan Lerman, l'assistente sociale, anche lui ha lo sguardo serio riovolto verso il centro della cerimonia, lo sposta per un attimo verso di me, riesco a distinguere i suoi occhi azzurri illuminati dal sole, alza una mano per potermi salutare ed io faccio lo stesso
"Voglio la mamma" miagola mia nipote
"Lo so tesoro" le sussurro tornando ad accarezzarle i capelli.
La casa di mia madre è piena di persone e di cibo, tutti pensano di alleviare il dolore con il cibo, ma non stiamo parlando di un semplice cuore spezzato, io non ho fame, non credo toccherò niente di questa roba
"Charlie, vieni a salutare questi signori" Helen cerca di convincere la piccola a staccarsi dalla mia mano, ma per la quarta volta riceve un no come risposta, non ha ancora parlato e ha ancora gli occhi rossi, ma non la biasimo per non volersi far strapazzare le guance da mille sconosciuti
"Forse ha solo voglia di andare via da qui" Logan si ferma proprio davanti a me, indossa un completo nero, so per certo che non è un completo di marca, ne di alta moda, ma riesce a portarlo con stile. Ha la cravatta allentata e il primo bottone della camicia slacciato, tiene le mani in tasca e i suoi occhi azzurri sono illuminati dalla luce del sole che filtra dalla finestra in modo da far esaltare il loro azzurro limpido
"Anche io vorrei andarmene da qui" ammetto sfoggiando un piccolo sorriso, il ragazzo sorride e si abbassa a livello di mia nipote
"Ciao Charlie, ti ricordi di me?" Lei lo guarda ed annuisce "che ne dici di lasciare un po' la mano della zia?" Lei scuote la testa con energia
"Non credo sia il momento giusto, almeno cosi riesco a tenerla sotto controllo, al contrario di Eleanor, non so dove sia sparita"
"È fuori, sta parlando con alcuni ragazzi, lei sembra stare bene"
"Giá, ma non so come comportarmi, soprattutto con lei" abbasso lo sguardo verso Charlotte, si sta guardando attorno spaventata da tutta questa confusione
"Devi solo starle accanto, poi sará tutto più facile" annuisco poco convinta e poi torno a guardare Logan
"Come mai sei qui? Abbiamo altre carte da firmare?" Sorride ancora e scuote leggermente la testa
"No, ho finito con le scartoffie, sapevo del funerale e volevo essere presente" provo una certa sorpresa e allo stesso tempo sollievo
"Ti ringrazio, ma non dovevi disturbarti"
"Mi fa piacere essere qui e volevo assicurarmi che Eleanor e Charlotte stessero bene"
"Se la cavano" cerco di mantenere vivo il sorriso sulle mie labbra, ma per un momento cedo e sono costretta ad ingoiare le lacrime, odio questo dolore, è troppo grande da gestire e viene a galla all'improvviso facendomi inumidire gli occhi in qualsiasi momento
"E tu come stai?" La sua voce è così dolce e preoccupata, non è d'aiuto contro le lacrime. Mi passo una mano tra i capelli e li sposti tutti su una spalla
"Anche io me la cavo" ammetto riprendendo il controllo del mio corpo, sospiro e torno a guardare il ragazzo negli occhi "più tardi dovrò andare a casa di Felicity per prendere alcune cose per Charlie ed Ellie, pensavo di lasciare loro qui in modo da fare tutto veloce, non voglio portarle li"
"Io voglio venire" la bimba mi guarda
"Vuoi venire con me a casa?" Annuisce "forse è meglio che tu stia qui con tua sorella e la nonna, farò presto, te lo prometto" le sorrido
"No, voglio venire con te" non posso portarla, non ce la farei, non so neanche se io riuscirò ad entrare in quella casa. Fisso Charlotte incapace di dirle di no
"Tesoro..."
"Se volete posso accompagnarvi" rivolgo lo sguardo verso Logan, non saprei descrivere il sollievo nel sentirgli pronunciare quelle parole
"Non sei obbligato"
"Mi fa piacere"
"Grazie" sussurro sollevata, apprezzo che sia venuto qui, so benissimo che lo fa perchè deve seguire le mie nipotine, ma ciò che sta facendo non fa parte del suo lavoro, riesce a trasmettermi serenitá con un solo sguardo e averlo attorno mi fa pensare di poter veramente risolvere lo schifo di situazione in cui mi trovo, mi fa credere che tutto andrá per il meglio
"Ora vado a salutare tua madre e tua sorella, fammi sapere quando vuoi andare" si allontana addentrandosi tra la folla riunita nel salotto e sparisce dalla mia vista
"Devo dire che è proprio carino"
"Rachel, è l'assistente sociale" la riprendo
"E questo cosa vorrebbe dire? Non cambia il fatto che sia davvero bello, un pensierino ce lo farei"
"È qui per aiutare Ellie e Charlie, non per rimorchiare" la mia amica sbuffa
"Vorrá dire che non lo ammalierò con il mio fascino" si sposta una ciocca di capelli dietro la spalla con fare teatrale, per la prima volta dopo giorni riesco a ridere e sento il peso sullo stomaco un po' più leggero.

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