Capitolo 22

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Tiro il guinzaglio per far sì che Levon mi segua, mi fermo di fronte al locale, porto gli occhiali sopra la testa e controllo che gli animali siano ammessi all'interno.
Apro la porta e vengo accolta da un leggero tintinnio. Logan è già seduto al tavolo che mi aspetta, lo raggiungo evitando che il cane si fermi ad annusare tutte le persone che stanno mangiando
"Ciao" alza lo sguardo dal giornale che sta leggendo e mi sorride
"Ciao" si alza e mi lascia un bacio sulle labbra "sembri stanca"
"Lo sono" accenno un sorriso sedendomi di fronte a lui, lego il guinzaglio alla gamba del tavolo e lascio riposare le mie povere braccia
"Come va?" Mi chiede mentre mi tolgo la giacca e la poso accanto a me
"Andare in giro con lui è ancora molto difficile, per il resto va tutto bene e tu come stai?" Lo guardo negli occhi, appoggia i gomiti al tavolo e mi porge una mano, gliela prendo e comincio ad accarezzargliela
"Ho dovuto compilare parecchie scartoffie questa mattina, a quanto pare in ufficio sono quasi tutti malati ed io devo fare il doppio del lavoro" scuote appena la testa "spero solo di non ammalarmi"
"Potrei farti da infermiera" mi fissa cercando di capire le mie parole, lo vedo sorridere ed abbassare lo sguardo
"Non sono mai stato così tentato di beccarmi la febbre" rido assieme a lui.
Cominciamo a guardare i menu e appena arriva la cameriera facciamo le nostre ordinazioni
"Per domani hai impegni?"
"Ho un servizio nel pomeriggio, non ho idea di quanto tempo mi prenderá, spero non tutto il giorno, però ho giá chiesto ad Alyssa se è libera"
"E per la sera?"
"Al momento non ho nessun impegno, cos'avevi in mente?"
"Il mio invito a cena è sempre valido"
"A casa tua?"
"Il mio coinquilino stará fuori tutta la sera e non tornerá prima del mattino seguente, almeno non lo avremo tra i piedi"
"Peccato, sembra una persona interessante, mi piacerebbe conoscere un membro di una vera band"
"In realtá lo hai giá conosciuto, quella notte in discoteca"
"Ah giá, beh, non mi ricordo molto di lui" sono pronta a ricevere una qualsiasi critica da parte di Logan sulla mia abitudine a bere troppo quando sono fuori, ma non dice nulla, ride appena e lascia spazio alla cameriera per farsi servire il pranzo
"È meglio se non ricordi i suoi commenti"
"Perchè, che ha detto?"
"Mmh credo di non ricordarlo con precisione" ride continuando a mangiare, molto simpatico da parte sua.

Logan si è offerto di tenere Levon ed io sono stata più che felice di camminare tranquilla accanto a loro
"Potrei avvisare Alyssa e dopo il servizio venire direttamente da te, ma non so a che ora finirò e quando potrò raggiungerti, iniziamo nel primo pomeriggio"
"Non c'è problema, basta che mi avvisi quando stai per arrivare" entriamo in un piccolo parco e ne approfittiamo per sederci su una panchina. Levon gira su se stesso un paio di volte e poi si sdraia al sole
"Dove hai imparato a cucinare?"
"È stata mia madre, ogni giorno ci preparava da mangiare e guardandola ho imparato qualcosa, quando sono andato a vivere da solo ho migliorato le mie abilità"
"Tua madre vive in Nebraska con tuo padre?" Annuisce
"Sì, viene a trovarmi qualche volta" sorrido
"Sembra così diversa da mia madre. A casa mia cucinava Felicity, aveva un talento naturale. Mia madre aveva quasi il terrore della cucina"
"Ma adesso sei tu a cucinare"
"Ho imparato solo per necessitá, non sono mai stata molto brava in queste cose" rimango in silenzio per un attimo e mi perdo nei ricordi dei pranzi che ci preparava Felicity e che ci obbligava a mangiare tutti assieme
"Ehi, tutto bene?" La mano di Logan mi sfiora la guancia, annuisco e mi volto verso di lui
"Sì, stavo solo pensando" mi stringe la mano
"La pensi ancora spesso?"
"Ogni giorno, ma va molto meglio di prima, grazie per avermi portata a parlare con lei, avevi ragione"
"Davvero mi stai dando ragione? Alexandra Daddario pensa che io abbia ragione?" Mi metto a ridere e gli lascio la mano per spingerlo via
"Sei un idiota"
"Un idiota che ha ragione" si avvicina al mio volto, gli metto una mano sulla guancia ed incontro le sue labbra
"Non te lo dirò più" mormoro sulle sue labbra. Riprendo a baciarlo e questa volta cerco la sua lingua, la reclamo come il mio corpo sta di nuovo reclamando il suo. Mi stacco lentamente e mi allontano. Lui rimane con la fronte attaccata alla mia
"Alex..." lo guardo, è pronto a dirmi qualcosa, ma all'ultimo cambia idea, mi da un bacio sulla guancia e si allontana. Il suo comportamento continuerá ad infastidirmi, ma lascio perdere.

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