28. Esseri madri

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6 ottobre 2015

Penso che tutto quello che fai sia per un motivo. Mentre Leone dorme preparo la colazione per entrambi, fino a che nel basso ventre sento bagnato, come si mi fossi buttata l'acqua addosso. "È presto" penso, poi mi rendo conto che mi si sono rotte le acque. Con tutta la forza che ho in corpo, salgo le scale per avvisare Leone, ma a metà strada iniziano le prime forti contrazioni. Mi fermo un secondo e, a fatica, riesco a raggiungere il primo piano.

« Leo! » urlo.

« Bimba, che hai? Sei pallida. »

« Mi si sono rotte le acque. »

« Che devo fare? »

« Ballare. Ma secondo te? Portami in ospedale, cretino! »

Una volta che siamo saliti in macchina, i dolori non finiscono, anzi aumentano minuto per minuto e Leone sbraita con tutti gli automobilisti in strada. Rischio di partorire qui se non si danno una mossa. Quando lui suona il clacson, il traffico diminuisce e riusciamo ad arrivare in ospedale. Appena entriamo in Pronto Soccorso, mi ricoverano subito e monitorano il battito della bambina.

« Tesoro, ogni quanto hai le contrazioni?» chiede l'infermiera.

« Ogni due secondi» rispondo, con la voce rotta dal dolore.

Quando esce dalla mia stanza, entra Leone, con il fiatone, a causa della troppa corsa per trovare parcheggio. Nel mentre, ha avvisato Giulia ed il suo ragazzo che sono appena entrata in travaglio.

« Ciao Cristina, ho valutato la situazione e  credo che entro dieci minuti ti farò partorire. »  mi informa il dottor Maggi.

Intanto Leone ha ascoltato tutto ed è nervoso al pensiero di assistere alla nascita della sua bambina. Poiché mi hanno fatto l'epidurale, ma l'effetto è durato poco, voglio farmi nascere mia figlia prima del previsto. Dopo di che mi hanno portato in sala parto, siamo pronti per mettere alla luce la mia piccola principessa. Spero che Giulia sia fuori da questa porta e mi stia aspettando, come sempre.

« Tesoro, al mio tre spingi più forte che puoi, pensa a una cosa bella e vedrai che sara un gioco da ragazzi. »

Faccio ciò che mi ha detto l'ostretica e penso al mio matrimonio con Leo, mentre metto al mondo il frutto del nostro amore. Dopo tanti sforzi, sento un pianto, il suo. Finalmente la vedo: una bambina dagli occhi verdi e dai capelli neri come quelli del suo papà, alle 16:05 sono diventata mamma di una principessa.

Poiché mi riportano in stanza e aspettano a darmi la bambina, nella mia camera entra Leone e mi dà uno dei suoi soffici baci sulla tempia. Quando mi portano mia figlia capisco che la mia nuova vita sta per cominciare.

« Come si chiama questo goiello?»

« Tessa Correani »

Essere una madre giovane significa tanto: non vuol dire riununciare alla propria libertà, ma vuol dire che un giorno tua figlia potrà dirti tutto, senza alcun problema. Durante il parto pensavo a tante cose, ma soprattutto a quando mi dimetteranno: la nostra vita sarà diversa con un piccolo angioletto da crescere insieme, ma sicuramente più bella.

La mia migliore amica non esita un momento e viene ad abbracciarmi, quando vede Tessa i suoi occhi divantano lucidi, la prende in braccio e le fa le sue prime coccole.

« Ciao, amore della zia. Benvenuta al mondo! »

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