𝐑𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢

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𝐉𝐚𝐬𝐨𝐧'𝐬 𝐏𝐨𝐯

Butto la sigaretta a terra vedendo la ragazzina uscire dall'edificio con in mano un borsone. La osservo da lontano entrare in taxi frettolosamente senza guardarsi intorno. Metto in moto e la seguo. Senza farmi notare sto a distanza non togliendo lo sguardo dal veicolo ormai lontano.

Passiamo dall'autostrada che dura circa venti minuti. Le macchine avanzano velocemente facendomi quasi perdere di vista l'obiettivo, quando noto il lampeggiare della freccia e svolto vedendo apparirmi davanti  il veicolo a me interessato.

Continuo sulla strada sterrata pensando di non arrivare mai, quando si ferma in una traversa circondata da alberi di ciliegio. Accosto tre macchine prima e guardandomi attorno noto subito un tizio avanzare verso il taxi e aprire lo sportello del passeggero rozzamente.

Le converse della ragazza toccano il suolo ma non facendo in tempo ad alzarsi viene tirata dal braccio facendole perdere l'equilibrio per un attimo. Sbattendo la portiera viene trascinata verso un capannone aperto. Attorno ad esso non c'è altro che un prato immenso circondato da cespugli.

Mi avvicino lentamente senza emettere rumore vedendo un'altro uomo, quest'ultimo tatuato, appoggiato ad una delle travi del capannone. Con la mano destra tiene, con un guinzaglio in catena, un rottweiler e con l'altra una sigaretta accesa che porta alle labbra mezze serrate. Sgrano gli occhi cercando di intravedere il viso dei due.

I due uomini dell' ospedale.

Rimango impietrito osservando mentre, appoggiato alla trave, si sposta all'arrivo della ragazza passandogli il cane all'uomo che la teneva dal braccio. Si avvicina bruscamente a lei, la quale sembra impaurita e ma uno sguardo di disgusto verso la direzione opposta.

‹‹È così che mostri gratitudine principessa? Mi aspettavo almeno un grazie da parte tua›› riesco a malapena a sentire la conversazione.

Facendo un passo indietro la ragazza si scansa alla sua vicinanza stringendo i pugni. ‹‹Cosa vuoi ancora da me?›› Ha ancora lo sguardo disgustato ma impaurito.

In quel momento viene afferrata dall'uomo davanti a lei in modo brusco, cerca di strattonarsi invano con il suo corpo minuto. ‹‹Ti ho risparmiato la vita principessa e tu ora farai una cosa per me.›› Uno scricchiolio del ramo che ho accidentalmente calpestato fa abbaiare il cane che sembra avermi puntato, il che mi fa salire il cuore in gola.

Cazzo è meglio andarsene immediatamente.

Sfilo le chiavi dalla tasca velocemente senza pensarci due volte e corro verso la mia moto, sentendo ancora l'abbaio dietro di me. Salgo e metto in moto con tutta la velocità che ho dirigendomi il più lontano possibile da quel posto. Imbocco l'autostrada di ritorno.

È se avesse bisogno di aiuto? E se fosse una complice? E se fosse tutto organizzato? E se fosse lui il proprietario di quel Suv?

I pensieri sono troppo forti per guidare in questo momento. Ho davvero bisogno di una cazzo di sigaretta, quindi prendo l'uscita e mi dirigo verso casa. Al bordo strada noto una panchina illuminata dal tramonto del sole. Decido di accostarmi li.

Slaccio il casco e lo poggio sul sellino estraendo dalla tasca il mio solito pacchetto quasi finito. Porto una sigaretta alle labbra e l'accendo aspirando lentamente tutto il fumo.

Com'e possibile che una ragazza dal viso cosi angelico possa avere a che fare con tutta questa storia?

Il forte vento mi fa rabbrividire facendomi alzare il cappuccio bianco della mia felpa. Butto via il fumo osservando il tramonto che ho davanti. Il colore di esso mi ricorda le sue iridi miele.

𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐞𝐮𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora