𝐏𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐛𝐨𝐥𝐞

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𝐀𝐦𝐛𝐞𝐫'𝐬 𝐏𝐨𝐯

Mi volto leggermente verso di lui accigliando gli occhi pieni di rabbia. Lo osservo con la coda dell'occhio e penso a quanto sia stupido e arrogante. Se crede di avermi in pugno si sbaglia di grosso.

Tutto d'un tratto sento la macchina rallentare, quasi volersi fermare, ed allungandosi verso di me lo stupido arrogante apre il cruscotto, dove estrae un pacchetto di Wilson Blue. Noto che continua a cercare qualcosa mentre non toglie lo sguardo dalla strada.

L'accendino. Ovviamente.

Mi sporgo in avanti afferrando l'oggetto prima di lui e guardandolo dritto negli occhi abbasso il finestrino per poi gettarlo via.

Vorrebbe ammazzarmi.

Io rimango divertita dal suo umore nero. Ci trovo gusto nel vederlo incazzato. Per me è puro divertimento.

Meglio per lui se non continua a sfidarmi.

Arrivati fuori casa mia, apro lo sportello e cerco di scendere dalla macchina. Sorreggo con entrambe le mani la testa che mi sta per scoppiare. L'unico pensiero adesso è quello di andare a dormire ignorando Jason e i suoi scatti di sfida. L'alcol aumenta il mio stato d'animo e il nervosismo che mi provoca non aiuta.

Nel mentre lui è già accanto a me che mi tira dal braccio. Lo spingo con tutte le mie forze e senza guardarlo tiro dritta verso l'entrata di casa.

‹‹Ci sei andata pesante.›› L'arrogante continua ad annoiarmi suscitando in me ancora più voglia di tirargli un bel pugno in faccia.

‹‹Ma non ti stanchi mai di rompere le palle?!›› lo infastidisco.

Non ho nemmeno il tempo di fare due passi in avanti che mi ritrovo contro il muro di casa e la sua mano ghiacciata intorno al mio collo avvicinandosi al mio orecchio. ‹‹Dove credi di andare›› mi sussurra con voce roca. ‹‹Io e te non abbiamo ancora finito.››

Un brivido si fa spazio dentro di me. ‹‹Mollami Jason. Altrimenti..››

‹‹Altrimenti cosa?›› Con la sua aria di sfida comincia a baciarmi lentamente il lobo.

Il mio punto debole.

Mi blocco come se avessi perso la forza di reagire. Non è da me quindi mi do una svegliata mentale. Prendo il suo polso con la mia mano destra e glielo giro contro. Lui si abbassa leggermente, il che mi da il tempo di afferrargli il collo con una mano. Spingo le unghie contro la carne e con l'altra tengo in pugno i suoi amatissimi gioielli bassi. Gli occhi fissano i suoi. ‹‹Non provocarmi, sai che perdi in partenza.›› Ribalto letteralmente le carte in tavola.

Un gemito di dolore e piacere esce dalla sua bocca. Mi avvicino lentamente ad essa senza sfiorarla, rimanendo con gli occhi puntati nei suoi. ‹‹Amber ti prego finiscila, sto impazzendo›› continua a gemere cercando di controllarsi.

C'è l'ho in pugno.

Mi allontano dal suo viso voglioso di piacere e lui se ne approfitta per liberarsi dalle mie grinfie. Mi spinge sul portone di casa e raccoglie la mia giacca e borsa da terra prendendo le chiavi. ‹‹Cosa credi di fare Jason?›› Non ho nemmeno notato di averle fatta cadere, sarà l'alcol a farmi perdere colpi.

In men che non si dica apre il portone e mi trascina dentro. La giacca e la borsa si ritrovano nuovamente a terra. Sbatte la porta per chiuderla e si fionda su di me. Sento il suo respiro sul mio collo mentre si sposta nuovamente sul mio lobo provando a morderlo.

Lo odio.

Indietreggia di colpo lasciandomi immobile. Unisce le braccia chiudendole. ‹‹Com'è questa sensazione che hai provato? Visto, sto imparando bene.›› mi guarda divertito.

𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐞𝐮𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora