𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢

103 7 19
                                    

"𝐂𝐨𝐬ì 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐧𝐨 𝐨 𝐬𝐢 𝐞𝐬𝐚𝐠𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐢 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐢𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐞 𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐥'𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞."
𝐒𝐢𝐠𝐦𝐮𝐧𝐝 𝐅𝐫𝐞𝐮𝐝

𝐘𝐮𝐥𝐢𝐚𝐧'𝐬 𝐏𝐨𝐯

Mi alzo di soprassalto dal millesimo incubo della settimana. Passo le mani sul viso dando un lungo sospiro pesante.

Fanculo.

Cammino verso la cucina, dove una volta entrato guardo l'orologio che segna le quattro e dieci. Sbuffo aprendo la mansarda dove tengo l'alcol.

Afferro la bottiglia di Vodka della mia amata patria e lo verso in uno dei bicchieri di vetro, i quali trovo, come sempre, ordinati perfettamente al lato degli alcolici.

Prendo il bicchiere in mano e lo muovo lentamente in modo circolare prima di berlo tutto d'un sorso.

«Dai sù! Mostra a mamma quello che ti ho insegnato!» Le avvicino la mano con il guantone da focus per facilitarle il movimento.

Con grande tenacia la piccola furfante si mette in posizione d'attacco, con i pugni chiusi afferra un pugno dritto al centro. «Un'altro!» Ordino battendo i focus l'uno contro l'altro per poi rimettermi in posizione.

«Più forte!» Esegue una sequenza di tre colpi, due sinistri ed un destro. Subito dopo afferra due calci sul mio sterno ripetutamente. Do un finto urlo di dolore e mi butto a terra fingendomi colpito.

«Siii!» La piccola furfante alza i pugni in segno di vittoria.  Alzo lo sguardo su di lei mostrandole un sorriso di felicità per poi fargli un' occhiolino.

Mi alzo dal suolo, tolgo i focus dalle mie mani e la prendo in braccio stingendola forte. «Bravissima piccola furfante, un esecuzione eccellente!» Nuovamente le sorrido lanciandola in aria e ricevendo una risata da lei.

«Hai visto mamma quanto sono stata brava!» Dopo essersi aggrappata a me si volta verso sua madre, la quale le da un sorriso forzato.

Un respiro profondo mi da alzare gli occhi al cielo. «Bravissima amore.» Risponde con tono freddo.

Faccio scendere Clara dalle mie dicendole di andare a posare i focus nella sua stanza, così da aver modo di parlare con sua madre.

«Sai benissimo che non voglio che le insegni queste cose. Non voglio che abbia a che fare con tutto questo.» Le sue braccia sono conserte. È innervosita.

«Abituati Katrina. È mia figlia, e deve imparare a difendersi già a questa età.» Le affermo freddo.

«Ha cinque anni Yulian! Una bambina di cinque anni non dovrebbe imparare queste cose! E si da il caso che è anche mia figlia.» Le sue parole mi innervosiscono.

Mi allungo verso il tavolino per afferrare un bicchiere di Vodka. «Ho detto che Clara deve imparare a difendersi. Non ho chiesto il tuo parere.» Ordino per poi buttare giù il liquido tutto d'un sorso.

Il sapore amaro risveglia la mia mente dal flashback.

Lancio il bicchiere di vetro contro il muro e ne afferro un altro versandomi tutto il restante della bottiglia di vodka.

Lancio anche quella contro il muro e bevo tutto d'un sorso.

Odio questi fottuti ricordi. Odio questi fottuti incubi e soprattuto.. Odio il fatto che non riesca a trovare Clara in nessun posto.

𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐫𝐞𝐮𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora