"Danielle, tranquilla, guarda che ce la faccio a camminare!" esclamai mentre cercavo di alzarmi dal letto.
"No signorina, è la politica dell'ospedale, deve essere scortata fino all'ingresso in sedia a rotelle" si affrettò a dire l'infermiere che era presente in stanza.
"Coraggio Stefania, non fare la testarda e mettiti seduta, ti spingo io!" disse Danielle aiutandomi a prendere la borsa con la mia roba.
Era trascorso un mese dal mio incidente e circa due settimane dal mio risveglio; non riuscivo a crederci che stavo per uscire da quel posto così angosciante e, pur di andar via, avrei accettato anche di essere portata in braccio.
Ci dirigemmo verso l'uscita, Danielle spingeva la carrozzina e l'infermiere ci seguiva a ruota. Arrivati a qualche metro dalla porta d'ingresso notammo alcuni fotografi che iniziarono a scattare."È incredibile, nemmeno in un momento del genere riescono ad essere umani!" sentenziò la bionda.
"È il loro lavoro, cosa dovrebbero fare? E poi sorridi o ti lamenterai di venir male nelle foto" risposi mentre ci avvicinavamo.
Mi alzai finalmente dalla sedia, ringraziai le infermiere e alcuni dottori che erano lì per salutarmi e poi, insieme a Danielle, uscii, dirigendomi verso la sua auto.
Avevo un po' di ansia nel salire e, prima di far partire la bionda, mi assicurai almeno tre volte che la cintura fosse agganciata correttamente. Mentre l'auto proseguiva per le strade di Los Angeles ripensai agli attimi dopo l'incidente o, almeno, a quello che ricordavo; inizió a mancarmi il respiro, ma presi il telefono e collegai la mia playlist italiana, per cercare di distrarmi. Danielle, di tanto in tanto, mi guardava sorridente mentre cantavo a squarciagola le canzoni di Mina e della Carrà, improvvisando anche piccoli balletti. Giusto il tempo di quattro canzoni ed eravamo arrivate davanti casa mia, mi sembrava così diversa da come l'avevo lasciata.
Non feci in tempo ad aprire la porta che Jeff mi era corsa in contro a farmi le feste. Mi inginocchiai per godermi meglio quelle coccole che tanto mi erano mancate, mentre la bionda ci guardava divertite.
Sistemai le mie cose, aiutata da Danielle che sembrava quasi aver paura di lasciarmi sola."Ehi, non devi restare con me, sto bene e tra due giorni potrò anche tornare a lavoro." dissi raggiungendola in camera da letto dove stava mettendo a posto alcuni miei vestiti.
"Pensavo di averti persa, per due settimane mi sono trasferita in ospedale e trascorrevo le giornate a pregare affinché ti svegliassi." rispose continuando a sistemare, senza guardarmi negli occhi.
"E poi, quando finalmente ti sei svegliata non ti ricordavi più di nessuno di noi, non parlavi nemmeno in inglese ed il pensiero di averti persa ha fatto di nuovo capolino." aggiunse con la voce quasi strozzata dal pianto."Ehi, adesso sono qui, sono di nuovo io e non succederà più nulla. Lo sai che puoi restare quanto vuoi, dico solo che anche tu dovresti avere tempo di riposarti un po'." le presi un braccio per avvicinarla a me e poi le asciugai una lacrima che le stava solcando la guancia.
"Non devi permetterti mai più di farmi prendere uno spavento simile, mai più!" disse stringendosi forte a me.
Riuscivo a sentire il suo respiro affannoso per il pianto, scandito da sistematici singhiozzi. Era così fragile lì, tra le mie braccia e non aveva lasciato traccia della severa e spigolosa Danielle Savre che tutti conoscevano. La strinsi forte a me, accarezzandole la schiena e cercando di farla calmare.
"Che ne dici se passiamo l'ennesima giornata insieme?" le proposi ridendo.
"Ne ho bisogno!" rispose lei affossando ancora di più il suo volte nell'incavo del mi collo.
Continuammo a disfare la valigia del mio viaggio lungo la west coast e, una volta terminato, ordinammo del cibo da un ristorante italiano. Nell'attesa che il fattorino ci portasse il pranzo, mettemmo su alcune canzoni e iniziammo a ballare. Danielle adorava la musica italiana, nonostante non capisse nemmeno una parola, così, quando partì "La cura" di Battiato, d'istinto mi prese la mano e mi avvicinò a lei, cingendomi i fianchi e iniziando un meraviglioso lento.
Danzavamo strette l'una all'altra ed io canticchiavo a bassa voce le parole, poi, una volta terminata la canzone, ci ritrovammo faccia a faccia, occhi negli occhi.
Non avevamo più parlato della rivelazione che Arienne aveva fatto un mese prima, non avevo idea di cosa pensasse a riguardo, quello che era certo era che i miei sentimenti non erano cambiati, nonostante la sua brusca reazione. Forse la bionda stava per dire qualcosa, poiché notai che le sue labbra si schiusero, ma non fece in tempo a proferire parola che suonarono alla porta. Le sorrisi dolcemente, poi mi staccai da quella presa e andai ad aprire al fattorino.
Gustammo i nostri meravigliosi spaghetti al pomodoro fresco, poi andammo a distenderci sul letto per guardare un film; la nostra ricerca su Netflix continuava da una buona mezz'ora e ci eravamo quasi arrese, quando Danielle trovò "Imagine me & you".
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Stefanielle - The first time ever I saw your face
Fiksi PenggemarE se Stefania e Danielle provassero qualcosa di più l'una nei confronti dell'altra? E se le Marina facessero spazio alle Stefanielle? MOMENTANEAMENTE SOSPESA