Capitolo 16

1.6K 156 70
                                    


Sanem

«Devo parlarti» dissi fredda, non appena rientrai a casa di Aylin.

«Cosa succede?» mi chiese perplessa.

«Come hai potuto prenderti gioco di me? Come hai potuto farmi credere che Can mi tradisse? Come, Aylin? Come hai potuto?» urlai, mentre la vidi indietreggiare spaventata verso il divano. «Avanti, rispondi!»

«Sanem, calmati, cosa ti è successo?» Sembrò davvero che non capisse.

«Credevi che la verità non fosse mai venuta fuori? Credevi di poter giocare con la vita delle persone? Ora so tutto, so che cosa hai tramato alle mie spalle per far sì che io e Can ci lasciassimo, so che hai ricattato Leyla per questo e so di Caner» marcai bene quel nome per constatare la sua reazione.

La vidi impallidire e portarsi una mano sulla fronte. «Di cosa mi accusi, Sanem? Mi sto sentendo male» disse, sedendosi sul divano e fingendo di svenire. Sì, ero sicura che stava fingendo un malore, ma io non ci cascai.

«Ti faccio riprendere io, tranquilla» esclamai, andando verso la cucina e riempiendo un bicchiere d’acqua.

Tornai da lei, che allungò la mano per prenderlo, ma invece di porgerglielo le tirai il liquido addosso.

«Che dici, ti basta o ne vuoi un altro?» chiesi sarcastica.

Aylin restò seduta e guardò fisso davanti a sé.

«Sto aspettando che parli» le dissi, posando il bicchiere sul tavolo e incrociando le braccia.

«Se ti aspetti che io dica ciò che vuoi sentirti dire è inutile. La verità è quella che hai scoperto mesi fa. Questo Caner di cui parli non so chi sia. Quindi rassegnati perché non potrò mai dirti ciò che non è vero, e cioè che ti ho presa in giro. Non potrei mai farlo, sei la mia migliore amica. Ma se non vuoi credermi perché sei ancora innamorata di Can, ed è palese, allora mi dispiace per te, perché soffrirai solamente con lui al tuo fianco.» La voce di Aylin era talmente calma che quasi le credetti di nuovo, ma non mi lasciai raggirare.

«Allora perché hai ricattato Leyla?» le chiesi ancora.

«Lei non voleva aiutarmi, non capiva che, se non ti avessimo aperto gli occhi, lui avrebbe continuato a prenderti in giro. So di aver agito male con lei, ma non potevo permettere che tu vivessi nella menzogna.»

La guardai incredula, scossi la testa e capii che la verità non sarebbe venuta mai fuori dalla sua bocca. La lasciai lì dov’era e mi diressi in camera mia dove presi i due trolley e iniziai a riempirli. Chiamai un taxi e dieci minuti dopo mi lasciai alle spalle quella che era stata la mia nuova casa fino a quel momento.

Lungo il tragitto mi si aprì alla mente una nuova via per smascherare Aylin. Sapevo che per mia sorella sarebbe stato un duro colpo ma avevo bisogno di parlare con Caner.

Pagai la corsa e bussai alla porta di casa dei miei genitori. Mi aprì mio padre che subito notò i bagagli. Mi guardò meravigliato.

«Fammi entrare, papà. Sono tornata a casa» dissi fra le lacrime.

Mi abbracciò, non conosceva il motivo della mia presenza lì, ma a tavola spiegai tutto ciò che mi aveva sconvolta in quelle ore.

Ovviamente, chiesi a Denise di poterci incontrare con Caner e lei, nonostante la delusione, accettò di aiutarmi. Gli diede appuntamento alla scogliera per quel pomeriggio e quando lo vidi il mio cuore fece un balzo. Anche se aveva i capelli corti e la barba molto rada, somigliava in maniera impressionante a Can.

Dopo essermi presentata, gli chiesi come conoscesse Aylin e disse di averla incontrata anni addietro ad una festa.

«Ma è da un po’ che non la vedo. Sono successe delle cose per cui l’ho allontanata» spiegò.

Il mio volo sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora