SanemCamminavo sul lungomare con la testa fra le nuvole, sovrappensiero. Ancora non riuscivo a credere che Aylin avesse agito infidamente alle mie spalle. Mi chiedevo continuamente il perché e l’unica risposta che riuscivo a trovare era che fosse gelosa, invidiosa. Non trovavo altre spiegazioni. Ora capivo la sua reazione nei confronti di Guliz e di quando, tempo prima, anche Ayhan ci disse di frequentare un ragazzo, solo che con lei non era stata così pressante, sarà stato che CeyCey era un tipo strambo e ancora non avevo ben capito se stavano insieme, sembrava quasi che Ayhan a volte se ne vergognasse.
Ma continuai a pensare al motivo per cui con me Aylin si era comportata in quel modo, arrivando a farmi distruggere la cosa più bella della mia vita.
Osservai il mare ingrossato a causa del forte vento, le onde sbattere contro le barriere di scogli infrangendosi e aprendosi in spruzzi spumeggianti alti almeno un paio di metri. Mi sentii come quelle onde, mi strinsi nel giaccone per proteggermi dal freddo ma soprattutto dall’angoscia e dalla rabbia che scoppiavano dentro me.
«Can!» sussurrai il suo nome mentre avvertii le lacrime bagnarmi il viso. «Cosa ho fatto, amore mio!»
Guardai il mare, la Torre di Leandro in lontananza, quel faro che illuminava tutto intorno il buio della sera aiutando i pescatori a non perdere la propria rotta. E mi resi conto che la mia vita, in quel preciso momento, era nel buio più totale, nell’abisso dal quale non sapevo come risalire, perché l’unica persona che poteva tendermi la mano non era più con me, l'avevo cacciato via come fosse un traditore senza scrupoli.
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********Sette mesi prima*
Vidi quella foto e mi sentii mancare l’aria.
«Mi dispiace, Sanem, ma era l’unico modo per mostrarti la verità» disse Aylin, mortificata.
Non riuscivo a parlare. Davanti ai miei occhi c’erano anche l’immagine di mia sorella con Can e l’immagine sempre di lui che abbracciava la sua collega e poi… baciarla, anche se del bacio non ne ero sicura.
Avevo deciso di fargli una sorpresa, pranzare insieme prima della mia trasferta. Aspettavo che uscisse dalla redazione per andare alla tavola calda poco distante, ma non era da solo. Io ero sul marciapiede di fronte e osservavo la scena: lui che parlava con quella collega, che avevo conosciuto, una certa Deren, per poi abbracciarla. Lei sembrava piuttosto preoccupata ma dopo l’abbraccio gli aveva sorriso. In quell’istante erano passate alcune auto da togliermi la visuale ma non abbastanza da vedere qualcosa che mi era sembrato un bacio.
Immediatamente ero andata verso di loro richiamando Can, si erano voltati entrambi come se nulla fosse successo. Lei mi aveva salutata per poi andare via, mentre io avevo chiesto spiegazioni a lui. Mi aveva detto che Deren aveva avuto dei problemi con alcuni dirigenti che l’avevano persino insultata e si stava sfogando. Lui l’aveva abbracciata per rassicurarla, dicendole che l’avrebbe aiutata.
Ed ora, davanti ai miei occhi, c’era la foto di un bacio tra la mia migliore amica e il mio fidanzato. Continuavo a ripetere che non era vero, che quello non era lui, ma Aylin mi giurò che quel ragazzo era proprio Can e che già un paio di volte, incontrandosi per caso, le aveva fatto delle avances. Per quel motivo aveva deciso di metterlo in trappola.
Con lei non parlai per i due giorni seguenti, mentre chiesi a Can d’incontrarci alla scogliera. Lì non passava molta gente e potevo urlargli in faccia tutto lo schifo a cui avevo assistito. Mi tremavano le gambe, il suo sguardo me le rendeva di gelatina, ma la mia furia ebbe la meglio. Gli urlai che era un bugiardo, traditore, che mi aveva soltanto preso in giro e che mi ero pentita amaramente di essermi concessa a lui. Non gli lasciai il tempo di spiegarsi né di difendersi, ero accecata dalla rabbia.
Mi cercò insistentemente nei giorni seguenti finché non decisi di trasferirmi da Aylin così che non potesse più trovarmi. Dopo tre settimane, smise anche di chiamarmi e mandarmi messaggi, scrivendomi che ero stata la sua più grande delusione.
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********Presente*
Dopo quelle scoperte, decisi per quella sera di rimanere a casa dei miei genitori, non mi andava di tornare in quella che avevo considerato fino ad allora anche casa mia. L'indomani sarei andata lì e avrei affrontato Aylin e questa volta non mi sarei fatta abbindolare, non le avrei permesso di giocare con la mia vita, né con quella delle altre persone. Non le avrei mai perdonato di avermi rovinato un sogno.
Chiesi a Denise di poter dormire nel letto con lei e le raccontai ciò che mi aveva rivelato Leyla. Ovviamente rimase sconvolta: «Se davvero il ragazzo della foto non è Can, questo vuol dire un’unica cosa… E’ Caner!» esclamò tristemente.
L’abbracciai forte e in mente mia collegai le parole che mi aveva detto quel pomeriggio: «E ho anche scoperto che conosce la tua amica Aylin, o almeno conosceva.»
Chi era Caner, in realtà? Mi posi quella domanda e mi augurai che Denise non soffrisse quanto me, ma il mio pensiero costante era Can. Ero stata così stupida, leggera, superficiale, infantile, da non avergli dato alcuna possibilità. Mi sentivo una nullità e non me lo sarei mai perdonato.
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Il mio volo sei tu
RomansaA volte non basta l'amore per riuscire a perdonare, soprattutto se c'è di mezzo l'orgoglio, ma nel loro cuore vivranno sempre l'uno per l'altra.