4. babysitter

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Giovedì.Nove e mezzo del mattino. Suzanne era in piedi accanto al suo capo per controllare che non facesse danni su una tabella degli impiegati che aveva fatto lei passando la notte precedente sveglia. Era tutta ordinata e colorata. A seconda del ruolo che la persona aveva, questa aveva un colore diverso. Accanto al nome c'era il cognome, poi la data di nascita, informazioni varie ed infine, come ultima cosa,c'era a quanto ammontava lo stipendio. Vedere il suo misero zero quando tutte le assistenti degli altri capi sottostanti al CEO avevano numeri a quattro cifre, un po' la deprimeva, ma non abbastanza da farle vuotare il sacco con Antonio su tutta la questione che aveva con la madre. Lui non ci aveva fatto caso per niente, poiché troppo preso dal guardare lei riflessa nella cornice nera dello schermo, quando la porta dell'ufficio si spalancò facendo sobbalzare lui e voltare la ragazza, che subito sbiancò nel veder entrare la signora Romano. 'oh porca put_' pensarono insieme i due sgranando gli occhi -s-signora- balbettò Suzanne chinando il capo -devo parlarti. Vieni con me- ordinò la donna -potete benissimo parlare davanti a me. Non ti permetterò di portarla via- s'intromise subito Antonio afferrando il polso della sua assistente, che in verità però non si era mossa ancora neanche di un centimetro da dov'era -bene. Leone!- chiamò la signora ridendo, ed il piccolo bambino biondo entrò saltellando nell'ufficio. -Sorellona!- strillò entusiasta saltando in braccio a Suzanne, che dopo averlo tirato su lo mise a sedere su un suo braccio e gli diede un bacio sulla guancia. -Maria mi ha chiesto se potevo portarlo qui e lasciarvelo per oggi- affermò la donna -no aspetta_- provò a dire Antonio ma lei si congedò salutando il nipotino e la ragazza a cui stava massaggiando uno dei codini. -Piccola, visto che ti piace tanto occuparti dei bambini, pensaci tu a lui per oggi- affermò il capo indicando Leone con una penna -ne è sicuro?- chiese Suzanne cercando di trattenere una risata o anche solo un ghigno -sì perchè?-domandò lui preoccupato -i bambini- cominciò lei mettendolo giù e prendendogli la mano -richiedono molte attenzioni. Se io bado a lui,non potrò certo dare retta anche a lei- proseguì poi, e lasciandolo con la bocca semi aperta, uscì dall'ufficio portando il bambino a sedersi sulla sua sedia.

-ehm...Fragolina, da quando hai un figlio?- chiese Simone perplesso quandolo notò -è il nipote del signor Romano. Mi ha dato da badare a lui oggi- rispose Suzanne tirando fuori uno sgabello pieghevole da dietro la stampante e mettendosi seduta -spero non sia una piccola peste,perchè oggi il CEO pare essere di pessimo umore,e il trambusto non so quanto possa essergli utile- sospirò il ragazzo per poi sbadigliare -non preoccuparti. Leone è tranquillo e,a dirla tutta, molto più educato e intelligente di suo zio. Inoltre se non erro, aveva dei compiti da fare, dico bene?- affermò lei sicura appoggiando piano una mano sulla testa del bambino, che annuendo con un sorriso, tirò fuori dallo zainetto che aveva in spalla il libro su cui era la poesia che doveva imparare. -mi aiuti?Me lo avevi promesso- le chiese Leone facendole gli occhioni dolci-certo. Io mantengo sempre le promesse che faccio, in qualche modo-rispose Suzanne, e preso il mouse del computer da davanti a lui,cambiò pagina, passando da un foglio su cui stava scrivendo un lunghissimo programma, ad uno dove sembrava stesse lavorando ad una traccia musicale. -non dire niente a tuo zio, altrimenti mi licenzia.Okay?- bisbigliò attaccando delle cuffie al suo computer -cos'è?-chiese Leone incuriosito indicando lo schermo -un trucco che mi ha insegnato una persona a cui tengo tanto. Prova a sentire questo, e a leggere la poesia seguendo il ritmo- consigliò la ragazza mettendogli l'headset e facendo partire la registrazione. Sì, a volte preparava remix da inviare a Mister Rock mentre era sul posto di lavoro. Quella era una prima base per una rielaborazione di una canzone, che da lenta e noiosa sarebbe dovuta diventare quasi un rap. Quel trucco, di recitare le poesie con una base ritmata, glielo aveva insegnato Scott per farle entrare in testa i testi delle poesie quando era ancora alle medie, e lo aveva trovato un metodo così efficace da averlo continuato ad usare anche al liceo. Il bambino intanto stava facendo come gli era stato consigliato, ed in effetti,si era ritrovato, dopo qualche secondo di esitazione, a leggere quel lunghissimo papiro che aveva da imparare, seguendo il ritmo che aveva nelle orecchie. -è una bomba- bisbigliò Simone a Suzanne, che anche se non stava prestando troppa attenzione a loro, lo stava comunque ascoltando -tutto merito di Scott- rispose lei con un sorriso dolce-è un fottutissimo genio- rise lui alzando una mano verso la ragazza, e questa gli batté il cinque, ma proprio in quel momento la base che stava ascoltando il bambino terminò e lui si tolse le cuffie. -questo coso è fantastico!- esultò rivolgendosi a Suzanne-grazie. Avanti dai, memorizzati questa base e poi recita il testo usando questo ritmo- gli disse lei indicando lo schermo, e premette il tasto di loop sul programma su cui era la registrazione, così mentre lui cominciava a studiare, la ragazza scese al bar davanti all'edificio a prendere qualcosa da mangiare, non rendendosi conto che il CEO non era nel suo ufficio.

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