9. troppo oltre

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22 gennaio. Suzanne era tornata a lavoro già dal 7, e da lì non aveva più avuto pace. Non sapeva chi fosse stato, ma qualcuno aveva detto al CEO che lei viveva a casa di Simone da un po' di tempo, e da allora l'aveva sempre caricata di lavoro, cercando di farla tornare a casa il più tardi possibile e non farle incontrare nessuno, soprattutto il padrone della casa dove lei stava. Questo atteggiamento però cominciò a causarle problemi a livello fisico. Sempre più spesso le capitava di sentire i battiti del proprio cuore contro lo sterno, tanto forti da farle male, e tanto potenti da rimbombarle nelle orecchie. Le capitava sempre più di frequente di doversi appoggiare da qualche parte per degli improvvisi giramenti di testa, ed un paio di volte durante la pausa pranzo le era capitato di rischiare di svenire.

Una mattina però, successe ciò che più non poteva essere peggio. Antonio la sera prima se ne era andato alle 18.30, pur avendo un lavoro importante da consegnare la mattina successiva che non era stato ancora neanche cominciato e Suzanne, sapendo che se questo non fosse stato completato e consegnato in tempo l'azienda sarebbe stata nei guai, si mise a lavoro per completarlo in tempo. Rimase sveglia tutta la notte, andando avanti a caffè della macchinetta del piano e sbadigli, e per le 8.00, il lavoro fu consegnato. Abbandonò esausta la testa contro la scrivania e chiuse gli occhi per farli riposare, ma proprio in quel momento la madre di Antonio entrò nell'ufficio per cercare il figlio, ma trovando lei, sbiancò. -Ragazzina, cosa ci fai qui? Stai bene?- chiese preoccupata avvicinandosi alla scrivania -signora, io non ce la faccio più. Suo figlio ieri sera ha lasciato un lavoro da fare, che se non fosse stato completato entro oggi avrebbe mandato al collasso l'azienda. Gliel'ho fatto io stavolta, ma sono esausta. Mi scoppia la testa, è da ieri a pranzo che non mangio e... e sento che suo figlio mi odia per un qualche motivo. È da inizio mese che mi carica di lavoro e stress, ed io... ed io...- cominciò a parlare Suzanne alzandosi in piedi, ma sentì all'improvviso un forte dolore al petto. Ci premette su una mano, ed alzò gli occhi verso la donna con sguardo implorante. -aiuto... la prego...- riuscì a sussurrare prima di svenire, crollando a terra con un tonfo. Antonio era appena sull'uscio, e aveva visto la scena con gli occhi spalancati. La madre era corsa dalla sua assistente e con il telefono in mano stava chiamando un'ambulanza. Questa arrivò dopo pochi minuti, ed alla svelta due infermieri la sollevarono e la portarono in ospedale. -è tutta colpa mia- piagnucolò la donna mentre saliva con lei in ambulanza.

Rimase lì nel corridoio a fare avanti e indietro davanti alla porta della stanza chiusa mordendosi un'unghia con nervosismo, sotto gli occhi increduli dei tre coinquilini della ragazza, che alla svelta si erano precipitati in ospedale. Ad un tratto però quel silenzio che era lì in quell'ambiente venne rotto da Giovanni, che rantolando domandò -dovremmo dirlo a Scott? Nel senso... che la Sorellina è finita in ospedale?- ma neanche il tempo di ricevere una risposta che il cellulare di Suzanne, che gli era stato affidato da un medico, cominciò a squillare, con sullo schermo il nome del fratello. Giovanni prese un bel respiro e rispose, ma la voce non era quella di Scott. Era un altro ragazzo, che parlava un'inglese ancora più stretto. -w-wait! Wait!- urlò il ragazzo italiano, e alla svelta passò il telefono alla signora chiedendole aiuto. -yes? Mrs. Romano on the phone- disse lei prendendo il cellulare e portandoselo vicino all'orecchio -please I need to talk with this Sissy, whoever she is! Fast!- gridò il ragazzo straniero nel panico -why? What happened?-

-Scott got hitted by a car!-

-what?! A car accident?! And how is he now?-

-surgery room. He was still alive-

-good, good. Please call again if you have some news-

-yes Madame- sospirò il ragazzo prima di attaccare. La signora aveva di nuovo gli occhi spalancati mentre restituiva il cellulare a Giovanni. -c-cosa è successo a Scott?- chiese John, pietrificato dal solo sentire le parole "car accident" -Scott è stato investito e_- cominciò a dire la donna, ma non fece in tempo a terminare che il dottore che stava visitando Suzanne uscì dalla stanza fin ora rimasta chiusa con in mano una cartellina piena di fogli. -come sta?!- chiesero subito i tre ragazzi bloccandogli il passaggio -siete stati bravi. Non avete da preoccuparvi, è fuori pericolo ora. Sta solo dormendo- affermò il medico con un sorriso incoraggiante -c-cosa le è successo?- chiese Giovanni subito -ha avuto il principio di un infarto. Siamo riusciti ad intervenire in tempo per fortuna, grazie alla signora Romano che ha chiamato l'ambulanza-

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