CAPITOLO 10

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La mattina seguente cominciò ad innalzare un muro. Il suo comportamento era professionale, gentile, appropriato, ma distaccato. Lui era il cliente, mentre lei era la... casalinga a domicilio per le due settimane a seguire. Voleva essere certa che quel rapporto fosse chiaro a tutti e due.

Preparò la colazione prima che lui scendesse, apparecchiò per lui al bancone della cucina e gli sistemò una copia del giornale accanto alla tazza. Quando Hektor arrivò, lei era al telefono, un ottimo stratagemma per sfuggire alla conversazione.

Cheryl si limitò a salutarlo con un cenno della mano, ad indicare la cucina e a proseguire la sua telefonata. Una volta conclusa la conversazione, lo raggiunse e lo trovò davanti al forno dove lei aveva lasciato in caldo la colazione.

"Cos'è questa?" chiese lui.

"La tua colazione," gli rispose in tono efficiente. "Sono molto impegnata questa mattina. Il venerdì mi occupo dei conti e degli stipendi. Oggi ho deciso di fare il bucato, visto che domani arriva Zoe. Dormirà con me."

Lui si raddrizzò.

"C'è una camera all'altro lato del corridoio... La usano i miei nipoti quando stanno qui," le ricordò.

Lei l'aveva vista, ma non voleva che Zoe stesse allo stesso piano di Hektor, mentre lei era a quello inferiore.

"Ti ringrazio, ma sarà meglio per tutti se mia figlia starà con me."

"Potresti lasciar decidere lei..."

Cheryl gli sorrise allegramente.

"Lo farò."

Era sicura che Zoe avrebbe preferito restare con lei, piuttosto che sola in una camera sconosciuta in una casa che non le era familiare.

"Dov'è la tua biancheria da lavare?"

Lui la guardò, perfettamente consapevole di quello che stava facendo, poi le disse dov'erano i suoi abiti e zoppicò verso la scala che conduceva al suo studio.

"Aspetta... E la tua colazione?" gli chiese.

"Non ho più fame, Cheryl."

Lei non gli parlò per il resto della mattina. Spolverò dappertutto, lavò i piatti, buttò il cibo che lui non aveva toccato, poi stese il bucato e così facendo passò accanto allo studio di lui e lo vide davanti al computer.

Non si fermò a chiedergli come si sentisse o a fare commenti, poiché era decisa a mantenere un atteggiamento professionale. Alle dodici e mezza preparò il pranzo e scese a chiamarlo.

"Cosa mangiamo oggi?"

"Tu hai un panino al prosciutto e formaggio e un'insalata. Io ho già mangiato," gli rispose con le braccia incrociate sul petto.

Hektor si girò a guardarla.

"E tu cosa hai mangiato?"

"Un panino."

"Fammi indovinare... Al prosciutto e formaggio?"

Lei annuì.

"Con un po' di insalata di contorno?" insistette lui.

"Ho da fare," rispose seccata. "Non possiamo dividere tutti i pasti."

"Cheryl, toglimi una curiosità... Non ti pago abbastanza?"

"Accidenti, Hektor! Smettila di dare alle cose significati che non hanno."

"Trovi che sia quello che sto facendo?" replicò lui e scosse la testa.

Poi, senza dire altro, Hektor si alzò e si diresse piano verso le scale. Cheryl si affrettò a ritirarsi per permettergli di passare, ma lui si fermò accanto a lei, tanto vicino da poterla toccare.

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