CAPITOLO 11

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Cheryl era disposta a credergli. Dopotutto aveva dei nipoti. Ed era finito in ospedale per salvare il bambino dei vicini con il quale giocava tutte le sere. Proprio quella mattina Jeremy si era presentato per sentire se il suo amico Hektor era in casa e se poteva uscire e giocare a pallone con lui.

"Non ancora, piccolo," gli aveva risposto Cheryl, sforzandosi di mantenersi seria. "Deve riposare ancora un po'."

La madre di Jeremy era presente e si era scusata con lei.

"Ho provato a dire a Jeremy che era troppo presto, ma non ha sentito ragioni. Siamo tutti terribilmente dispiaciuti per quello che è successo. Se non fosse stato per lui, avremmo perso Jeremy. Se c'è qualcosa che possiamo fare..."

Cheryl aveva scosso la testa.

"È felice di essersi trovato lì in quel momento."

E sapeva che era la pura verità. Hektor era un uomo responsabile, un uomo che non si tirava indietro pur di fare ciò che era giusto. Cheryl si girò verso il finestrino, chiedendosi cosa avrebbe detto a sua figlia, non appena fosse rimasta sola con lei.

Doveva parlarle di Hektor, farle capire bene chi era. Nel momento in cui, tuttavia, arrivarono all'aeroporto, non aveva ancora trovato le parole giuste. Fortunatamente l'aereo era puntuale e non appena entrarono nel terminal, Cheryl ricevette la telefonata di Belinda che l'informava che erano atterrate.

"Fantastico. Ci vediamo al ritiro bagagli. Hektor aspetterà in auto."

"Hektor?" chiese Belinda sorpresa.

"Sì," rispose e riappese.

Poi si girò verso di lui e prevenne ogni sua obiezione.

"Non dovresti camminare troppo. Direi che è meglio se aspetti in auto con l'autista."

Non attese la sua replica, ma scese dall'auto e si diresse all'interno verso il ritiro bagagli dove cercò tra la folla Belinda e Zoe.

"Ragazze!" gridò quando le vide.

Udendo la sua voce, Zoe si girò e le corse incontro.

"Mammina!» esclamò la bambina e si lanciò fra le braccia di Cheryl. "Il volo è stato lunghissimo ed io sono stata molto brava. Insomma... brava... Be', abbastanza brava."

Cheryl nascose il volto fra i riccioli scuri di sua figlia e inalò il suo profumo. Quanto le era mancata la sua piccola ZoZo!

"Abbastanza brava, eh?" mormorò. "Oh, ZoZo!"

Le coprì il volto di mille piccoli baci, poi sollevò lo sguardo su Belinda che sorrideva.

"È stata bravissima, Cher," confermò sua cugina, mentre teneva d'occhio i bagagli. "Eccoli!" esclamò.

Poi prese una sacca morbida dal rullo.

"Io ho poco bagaglio perché non mi tratterrò. Ma ZoZo non ha sentito ragioni," aggiunse Belinda e scoppiò a ridere, mentre trascinava a terra una valigia rigida enorme.

"Dove l'ha presa, Bel?" chiese Cheryl sbalordita.

"È sua... Se l'ha fatta comprare da Alexis. Mio marito non ha imparato come dire di no a tua figlia. L'altro giorno, dopo un giro al parco, sono andati insieme e hanno comprato questo mostro."

"Lo zio Alexis mi ha lasciato scegliere... Gli ho detto che ho bisogno della valigia più grande del mondo e lui mi ha comparto questa," spiegò Zoe ansiosamente. "La zia Bel mi ha aiutata a riempirla... Ho portato i miei libri preferiti, il mio orsetto, le mie bambole e le costruzioni e..."

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