CAPITOLO 13

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"Cher, mio fratello ti ha assunta... e lo farò anche io... fino al mio ritorno, sarai... mamma a domicilio," disse Cassandra allegramente mentre salutava i suoi bambini e impartiva loro gli ultimi ammonimenti.

Elias, suo marito, era sulla porta e tentava disperatamente di trascinarla fuori.

"Amore... Andiamo!"

"Bene, Cassie. Farò la mamma al posto tuo," le disse Cheryl. "Ora vai e metti al mondo una bella bambina sana," sorrise e la spinse piano verso la porta.

"Lo farò, Cher... Non vedo l'ora di stringerla fra le mie braccia," esclamò Cassandra, abbracciando ancora una volta i figli e poi abbracciò anche Zoe. "Spero che sia bella come la tua ZoZo."

"Cassie... Tesoro... Andiamo!" la esortò Elias, la valigia di sua moglie in una mano e il braccio della consorte nell'altra. "Non vorrai partorire nostra figlia nell'atrio, spero."

Cassandra scoppiò a ridere mentre Elias la trascinava verso il taxi in attesa.

"È fatto così... È un apprensivo."

"Come no! Devo ricordarti che se non fosse stato per la mia... apprensione, Justin sarebbe nato nel taxi. Ti chiamerò più tardi," disse Elias rivolto a Cheryl. "E voi fate i bravi e ascoltate zia Cher e zio Hektor!" ingiunse ai suoi figli.

Loro tre annuirono contemporaneamente.

"Promesso, papà!" dissero all'unisono.

E sorprendentemente, mantennero la promessa. I gemelli presero Zoe e la portarono a vedere tutti i loro giocattoli, mentre Justin, il più piccolo di tre anni, rimase con Cheryl. Sembrava spaventato e la fissava ansiosamente.

"Non preoccuparti, piccolino. La mamma starà bene... Andrà tutto bene," lo rassicurò lei. "Che ne dici se ci sediamo da qualche parte e leggiamo una storia?"

Justin annuì in silenzio e tornò con una pila di libri che le mise in mano.

"Sono i tuoi preferiti?" chiese Cheryl mentre lo prendeva in braccio e apriva il primo volume.

Lui annuì nuovamente e Cheryl iniziò a leggere. Al quinto o sesto libro, Justin si mise a raccontarle quali erano secondo lui le figure più belle. Al decimo, cominciò a raccontare la storia che sapeva a memoria. Una volta arrivato all'ultimo libro, la prese per mano.

"Zia Cher, vuoi vedere i miei camion?" le propose lui.

Cheryl lo seguì nel piccolo giardino sul retro dove le mostrò tutti i suoi camion nella buca della sabbia. Erano stati scavati dei tunnel sotto ai quali farli passare e c'era una pista ben delineata.

"Ma tu guarda qui! Hai fatto tutto tu?" chiese lei meravigliata.

Justin annuì felice, lo sguardo luminoso.

"L'abbiamo fatto io e lo zio Hektor."

"Lo zio ti ha aiutato?"

"Sì! Lo zio è bravissimo. A volte andiamo in spiaggia e scaviamo delle buche enormi. E poi facciamo dei progetti. Li vuoi vedere?"

"Ci puoi scommettere!" rispose Cheryl e lo seguì nuovamente in casa nella stanza dei giochi, dove il piccolo aprì un cassettone.

"Eccoli qui!" le disse porgendole dei fogli che contenevano schizzi di tunnel e scavi.

Cheryl fissò quei disegni incantata. Erano ben fatti, proprio il tipo di lavoro che ci si sarebbe aspettata da Hektor. Però erano a livello elementare perché il bambino potesse apprezzarli e capirli.

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