lacasadepapel PT.12

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....Berlino.

era lui, davanti gli occhi di Nairobi.

con lo sguardo esausto e pieno di lacrime che avevano una storia e tanto da raccontare.

tutto il racconto che Nairobi stava per sapere.

Berlino non era mai stato un tipo che parla di se stesso,ne tantomeno dei sui problemi personali.

ma da quando ha conosciuto Nairobi ha iniziato a credere che doveva darsi una spinta e che fidarsi delle persone a volte era una cosa positiva, specialmente, se quella persona era come Nairobi.

divertente allegra e solare, un po' come una mamma dentro, che ti vuole un mondo di bene, ti ama di bene, ma che se ti deve rimproverare ci sta tre secondi e se lo fa, lo fa solo perché per te vuole il tuo bene.

e niente di più.

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Berlino aveva la piena coscienza di quello che stava facendo....o forse no?

comunque, fatto sta che quando entrò in quella stanza non poté più tornare indietro, e se doveva parlare ormai doveva.

perché Nairobi non lo avrebbe lasciato andare in queste condizioni, ne tantomeno in questo modo.

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in quella stanza.

in quel momento.

stava per succedere qualcosa, entrambi se lo sentivano.

e sarebbe stato così.

ma qualcuno dei due parlò e questo silenzio si trasformò in discorso.

Berlino:" sono entrato bruscamente,lo so, ma ho un serio problema. lo devo dire a qualcuno, e so che di te mi posso fidare ciecamente."

Nairobi fu molto perplessa dalle sue parole, ma decise di annuire e ascoltare ciò che aveva da dirle.

Berlino:"non so come parlarne, quindi vado dritto al punto. ho una malattia terminale e tra non molto sarò morto eh quind-"

il mondo per Nairobi si fermò.

la notizia fu come un treno.

ha stravolto tutto e avrebbe stravolto tutto.

a quelle parole Nairobi si fermò, e non riuscì a capirlo e comprenderlo più.

perderlo sarebbe stata la perdita più grande mai avuta, e non voleva, non voleva assolutamente che succedesse.

ma sarebbe successo, e non tra molto.

Berlino continuava a parlare, faceva discorsi, le raccontava tutto con il fiato in gola.

ma Nairobi non riusciva a sentire, non voleva sentire.

l'unica cosa che riuscì a fare, dopo un lungo silenzio fu precipitarsi verso di lui, correndo, in un lungo abbraccio.

in quel momento Nairobi capi io vero significato della frase "goditi ogni attimo della tua vita", e me stava prendendo a pieno il significato.

Berlino fu abbastanza confuso dall'abbraccio di Nairobi, ma infondo, se lo aspettava.

decise di non parlare e di lasciar andare quel momento per il verso giusto, tranquillamente.

l'unica cosa che in quel momento era fuori posto....fu un botto, un colpo di pistola, rovinò quel momento prezioso.

si staccarono subito dall'abbraccio con lo sguardo confuso e con paura allo stesso tempo.

era successo qualcosa agli ostaggi? ai loro amici?

l'ansia li pervase e senza pensarci due minuti andarono subito a controllare.

corrono, camminano, veloce, più che possono.

perché il botto che c'è stato, non era normale.

non in questa rapina.

e per ciò arrivati là.

qualche stanza più avanti.

non sapevano se essere scioccati della situazione, o sollevati del fatto che non fosse morto nessuno.

ma quello che avevano visto, era comunque fuori dalle regole.

era vietato, una delle regole più importanti andate in fumo.

non osarono immaginare come l'avesse presa il professore.

Nairobi tossì per finta.

loro li sentirono, e si girano.

Nairobi e Berlino se lo aspettavano.

Nairobi e Berlino si aspettavano che si amavo, se lo sentivano.

Nairobi e Berlino si aspettavano che sarebbe successo prima o poi.

Nairobi e Berlino si aspettavano che li avrebbero visti insieme.

Nairobi e Berlino, si aspettavano di vederli baciare davanti i loro occhi proprio loro due...

esattamente....

capitolo finito, si sono molto cattiva a mettere ansia ma ecco qua!

ig: coleichesaemozionare

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spero che il capitolo vi piaccia.

besos

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