Bucaneve

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Erano passati un paio di giorni da quella puntata che aveva sconvolto un po' tutti. Alex ancora si aggirava per i corridoi della casetta con la testa china e il cuore pesante, l'uscita di Cosmary lo aveva praticamente distrutto e Emma non poteva far a meno di pensare a cosa avrebbe fatto lei se l'avessero per caso un giorno separata da Christian. 

Sospirò e girò lo sguardo verso il moro che armeggiava silenzioso con la pentola. Sentendosi osservato questo alzò lo sguardo e la guardò, alzò in automatico leggermente i lati della bocca regalandole un sorriso leggero. Emma restituì il sorriso ma poi la sua testa si perse alle parole che aveva detto Rudy qualche giorno prima durante la puntata.

La mora si era voltata verso il tavolo dei professori dopo aver cantato la canzone assegnatagli in settimana ma invece fu il giudice della gara, Carlo Verdone, a parlare. 

"Come fate a dire che questa ragazza sia sprovvista di profondità?" chiese stupito al tavolo dei professori. "La scorsa settimana ho avuto l'impressione che Emma stesse perdendo il fuoco della sua reale permanenza nella scuola" si giustificò Rudy Zerbi ma fu presto zittito da Anna Pettinelli. "Sono io la sua insegnante e ti posso dire che ogni volta ciò che tira fuori è assolutamente tutto il contrario che superficiale" disse infatti la donna convinta. 

Emma sorrise leggermente mentre sistemava il microfono sull'asta. Il pubblico applaudiva e anche Christian batteva le mani convinto guardando il centro dello studio. "Sarà anche una tua alunna, ma ogni tanto bisogna ricordarsi che c'è altro oltre gli inciuci in questa scuola e lei questa settimana pare lo abbia ricordato" asserì il professore. Emma sospirò mentre guardava a terra e si torturava le mani. "Emma? Che pensi?" chiese Maria curiosa girando lo sguardo su di lei. "Nulla, ringrazio il professore per avermi dato questo compito, spero di aver dimostrato che voglio rimanere in questa scuola" rispose la cantante seria.

Emma si svegliò da quel ricordo vecchio quando vide le mani di Luca passarle davanti il viso. "Emma, ci stai?" chiese divertito. La ragazza scosse rapida il capo. "Si Luca, tutto bene, c'è la cena?" chiese poi lei sorridendo mentre lui le tendeva la mano per alzarsi dal divano grigio annuendo. 

Christian le mise davanti il piatto di pasta al tonno e lei lo ringraziò con gli occhi e annuendo profondamente. Il ballerino si sedette di fronte a lei con il suo piatto e entrambi iniziarono ad inforchettare i fusilli silenziosamente mentre ascoltavano i discorsi degli altri. Michele era entrato da due giorni e si stava facendo un po'conoscere, perciò gli altri gli facevano domande sinceramente interessate alla sua vita e a come si fosse ritrovato in quel gruppetto strano ma Emma aveva smesso di fare attenzione a quel discorso e guardava il modo distratto con cui il ricciolino di fronte a lei giocherellava con il cibo nel piatto.

Christian, dal suo canto, quando aveva sentito Michele parlare della sua preparazione, si era automaticamente estraniato perché aveva percepito nella sua testa il ricordo di due giorni prima, quando aveva avuto un crollo mentale in piena regola davanti a tutte quelle persone. 

Il suo viso si era fatto improvvisamente rosso, gli occhi lucidi e la pelle gli bruciava come volersi staccare dal corpo. Nessuno capiva perché stesse avendo quel momento, un momento che ad un occhio esterno poteva apparire addirittura esagerato ma che Christian non riusciva a controllare. Quando ci ripensava sentiva le mani prudergli, gli occhi anche pizzicavano un po' e il respiro si faceva impercettibilmente più pesante.

Emma fece scivolare la mano sul suo braccio quasi distrattamente mentre afferrava la bottiglia d'acqua accanto a lui dall'altro lato del tavolo. "Chri" sussurrò solo lei. Lui alzò gli occhi dal piatto e le sorrise con una smorfia, quella smorfia di chi vuole farti credere che è tutto okay. 

Embers - Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora