9B

11 6 0
                                    

L'imbarazzo è una coltre pesantissima che riempie la stanza. La luce del camino si è quasi spenta, come la passione che ci ha divorato. Rimangono solo le braci che scalderanno ancora per poco. Non ho intenzione di attizzare il fuoco. È bruciato e ha lasciato solo carbone nero, lo stesso del quale mi sento macchiata quando l'aria torna a riempire i polmoni.  Mi libero dalle fotografie che hanno usato il mio corpo come mostra. Cerco la stoffa che avevo addosso.
«Non vuoi sapere di Ray J. Riverman?»
No. Vorrei solo scappare lontano. Da lui, dai sentimenti che mi stanno infangando la ragione. È stato solo sesso.

Vado verso la porta. Poi mi ricordo dell'assideramento.
Non posso scappare. Sbuffo, sistemo i capelli che sembrano un nido di cicogna, il corpo è accaldato e indolenzito. Ingoio saliva e vergogna, mi volto e lo affronto.
«Devo andare a fare Santa Claus.» alzo i sacchetti per rendere la mia spiegazione plausibile.
Joe mi guarda. Posso sentire i suoi occhi addosso e sono gelidi. La lava si è raffreddata è diventato sasso.
Mi raggiunge, il suo fiato caldo è di nuovo sul mio collo e smetto di respirare. Chiudo gli occhi. Alle mie spalle sento un click. Ora posso scappare, ma sono immobilizzata.
«Grazie» farfuglio.
«Il mio segreto è in buone mani?»
«Certo» di sicuro non andrò nell'altra stanza a urlare ai quattro venti che dopo avermi strappato il mio primo bacio dieci anni fa, ora sei tornato a strapparmi i vestiti. E poi. Sarebbe bello se fosse tutta colpa sua, ma la verità è un'altra. Certe cose si fanno in due e io ero una dei due.
Recupero la soglia e mi accorgo della nostra fotografia insieme.
«Certi attimi meritano di rimanere eterni e senza tempo.» la consegno a lui.
Ora so cosa scrivere per riempire quelle pagine, anzi me ne vorranno molte, anche se dovrò aspettare che finisca la notte di Natale e anche il giorno.
Capisco perché Santa Claus è un uomo di una certa età panciuto, e non una fredifega senza vergogna. Insomma quanto amore posso metterci io, ora, in questa consegna, mentre penso solo alle sue mani sul mio corpo?

Poco.

Per fortuna quando torno in casa Mary Rose dorme profondamente e anche il mio quasi fidanzato perfetto. Ciò non lava la mia colpa, infatti di dormire non se ne parla, perciò apro il PC e comincio a scrivere. In fondo sono una giornalista, non dimenticarlo, anche se come redattore seguo la gestione del giornale e mi capita di rado di scrivere articoli di mio pugno. Non è quello che volevo. Ho sempre amato la vera natura del reporter, la scrittura, quella che ti spinge a vivere in strada alla ricerca della news. L'adrenalina. Anche la frustrazione. Del resto sono stata cresciuta all'aria aperta e anche se non voglio ammetterlo, casa mi è mancata.
«Mamma! È arrivato Santa Claus!» la voce acuta di Abigail mi fa sobbalzare e cadere dalla sedia. Mi sono addormentata con la faccia sulla tastiera e devo averne ancora i segni. In realtà l'articolo è pronto. Lo rileggo alla velocità della luce e poi lo invio per mail a Mark.
Raggiungo i bambini in salotto dove si sta svolgendo la classica caccia al regalo.
«Questo è tuo, Bob.»
«Questo è tuo, Greg.»
«Non ti azzardare, su quello c'è scritto il mio nome!»
Mi guardo intorno. La magia del Natale per i bambini è qualcosa di palpabile, vero, senza pregiudizi. Per me è stata una corsa all'acquisto, scervellandomi per pensare al regalo più adatto a tutti. A Joshua, il mio quasi fidanzato perfetto ho comprato una cravatta. Triste se penso a ciò che lui mi darà.
«Questo è per te» È sotto i miei occhi una scatolina di velluto blu e un fiocco di raso rosso.
«Joshua, io» il senso di colpa mi divora, ma credo di aver capito «Avanti, non sei emozionata?» il mio sguardo vola verso Joe, ha gli occhi fusi come metallo nella fornace e la mandibola tesa. Un coro di urletti si unisce alla confusione generale. Sono le mie sorelle, mia madre e i miei nipoti. Tutti che mi fissano.
«Io, Amber Rose» slaccia il fiocco e si inginocchia. Devo fermarlo. Provo a trattenerlo per le braccia, ma finisco per piegarmi a mia volta.
«Io, Joshua, non credo» non so come fare. Mi torturo le mani e lui ha quasi toccato il pavimento. Cosa sta facendo?
«Joshua io non vorrei» alza in alto la scatolina e il panico mi attanaglia la gola.
«Joshua» grido.
Fa scattare l'apertura e io serro gli occhi e come quando ero bambina confesso le mie colpe tutte d'un fiato.
«Io non posso sposarti, sono andata a letto con Joe.» apro un occhio e vedo che nella scatola c'è «Un bracciale?» in effetti la scatola è troppo grande per contenere un anello. Eppure come bracciale è bello largo.
«Cosa?» Joshua mi guarda. In effetti ho gli occhi di tutti puntati addosso. Tranne quelli di mio padre che sta scansionando Joe che è di marmo, Anna Rose avrà rotto le costole di Mary a suon di gomitate e Mary tiene le orecchie dei suoi figli chiuse schiacciando le loro teste le une con le altre per contenerle tutte. Mia madre sembra stia per avere un malore.
«È per la segreteria?»
Boccheggio. «Che?»
«Allora è per la tirocinante?»
«Mi è saltata addosso» sta facendo un arringa?
«Tirocinante?» quante volte mi ha tradito? Possibile che non me ne sia mai accorta.
«Possiamo metterci una pietra sopra. Lo capisco è un bell'uomo» giuro sono senza parole. «Io e te siamo la coppia più invidiata della City» davvero? Sì, non pensavo fosse un buon motivo per tenere in piedi una relazione che a quanto pare fa acqua da tutte le parti. «Poi la mia famiglia ti adora.» Questo è falso, come il nostro amore, come la perfezione di cui tanto ci vantiamo. Tiene la scatolina con il bracciale per un gigante in mano e me la porge, come segno di pace. E io potrei tornare alla mia vita fintamente perfetta, basterebbe allungare la mano e infilarmi «È la cavigliera che ti ho chiesto alle Bahamas?» deve credere che ho davvero le caviglie grosse.
«Bahamas?» grida mia madre.
Arriva JJ e urla «Buon Natale!» non mi ero accorto che non c'era. Tiene in mano una grande scatola blu con un fiocco rosso e me la porge. Rimane stupefatto dal silenzio irreale che ci ha inghiottito.
La scatola si apre e ne esce un cucciolo saltellante.
«Mi hai regalato un cane?» meglio la mia cravatta.
«Bahamas?» borbotta mia madre.
«Ho pensato potevi fare un po' di pratica per i nostri figli.» apro la bocca e la chiudo.
«I bambini non sono animali domestici» scatta Mary Rose che così furente giuro non l'ho mai vista.
«Ma io non voglio figli» ritrovo il dono della parola.
«Cominci ad avere una certa età, amore mio.» si giustifica Joshua.
«Perciò si è tenuto in forma con la segreteria e la tirocinante» Anna Rose la stronza non aveva ancora detto la sua.
«Cosa?» JJ si era perso questo pezzo di storia e ora osserva Joshua come se volesse staccargli la testa dal collo.
«Tranquillo ci ha pensato Joe a consolare Amber.» gli dà una pacchetta sui bicipiti come per consolare anche lui. Solo che JJ scatta nella direzione di Joe. Papà tenta di fermarlo, cercando di intercettare il loro inseguimento, ma è troppo lento. Le mie sorelle mettono in salvo i bambini, mentre i due uomini si rincorrono per la sala. Joe usa il camino per mettere distanza tra lui e mio fratello.
«Avevi promesso che non l'avresti neppure guardata.» gli corre dietro e l'altro usa il grande albero addobbato come scudo, che crolla sul tappeto, mandando le palline in frantumi.
«Off limits, erano gli accordi.»
«Bahamas?» bofonchia mia madre
«Buon Natale!»Lorentz, il marito di Mary si presenta in sala e rimane coinvolto nell'inseguimento. Joe salta le sue valigie, mentre JJ ci capicolla sopra, investendo anche il malcapitato.
«Amore!» grida preoccupata Mary.
«Papá» i bambini si gettano nella mischia creando ancora più confusione.
«Amber Rose!» se fosse stato mio padre a scandire il mio nome, non avrei avuto i brividi giù per la schiena e i peli ritti. Invece è mamma a indicarmi con il mestolo la direzione della cucina che seguo abbassando lo sguardo quando passo davanti a lei. Il clima si è raggelato. Tutti mi seguono, anche i nipoti che però vengono stoppati dal mestolo.
«Non avete qualche aggeggio digitale da provare?» li rimbecca mia madre.
«Nonna? Tu non ci fai guardare neppure la tv» Abigail è la voce della verità. Mia madre ha un disprezzo totale per gli schermi. Se fosse per lei li metterebbe al rogo.
«La zia Amber deve averla combinata grossa» incalza Dean galvanizzato dalla proposta. Si becca un'occhiataccia da parte di tutti.
«Già ma qui sembra ci sia il Wi-ly o come diavolo si chiama, su andate, sciò.» mia madre li sparpaglia come farebbe con le galline, muovendo le mani e il mestolo che per poco non prende in pieno Robert.
«La zia Amber dovrebbe venire più spesso» ridacchia Lisa.
«E non solo per la Play.» io sono la zia che non ha mai tempo per loro, quindi fa regali molto molto fighi. Lo so. E mi sento un po' in colpa, anche se ho avuto il permesso per regalare loro l'ultimo modello, non è un comportamento esemplare. È comodo. È funzionale. Come tutto ciò che ho fatto negli ultimi anni. Come Joshua. Lo osservo e capisco che non posso portargli rancore, perché in fondo non mi interessa. Ero convinta che fosse l'uomo perfetto per me e lo è stato. Un nell'incarto vuoto e senza sostanza. Mi guardo dentro e credo di esserlo diventata anche io. Se invece alzo gli occhi, coloro che sono intorno a questo tavolo sono le persone più importanti della mia vita e io le ho semplicemente messe da parte.
«La brava bambina è nei guai» mi sfotte Anna Rose e a discapito del fatto che mi sento sempre in obbligo di fare la cosa giusta, visto l'evoluzione dei fatti, le tiro un calcio all'altezza dello stinco.
«Ragazze» ammonisce papà, prendendola per le spalle e obbligandola a sedersi, mentre le sorrido tronfia. Anche tra mio fratello e Joe è stata messa una ragionevole distanza e Mary si sta prodigando a curare graffi e ferite che si sono procurati durante la colluttazione che ha visto coinvolto anche il marito.
«Cosa succede?» chiede lui ancora scombussolato dalla semi rissa.
«Te lo spiego poi» le sussurra lei. Si sorridono complici e se è stato questo casino a farli un po' riavvicinare allora ne è valsa la pena. Mi trovo a sorridere.
«Non è affatto divertente, Amber Rose» mi rimbecca mamma.
«Come diavolo ti è saltato in mente di andare alle Bahamas e non dirci nulla!»
Sbatto le palpebre incredula. Davvero è questo il punto focale.
«Forse non era così impegnata come voleva farci credere» brava Anna Rose, vuoi anche una pala per scavarmi la fossa? La fulmino.
«Mamma?» si sente chiamare dall'altra stanza dove i miei nipoti sono tutti appiccicati al megaschermo piatto di Joe.
«Se non sanguinate, non siete in pericolo di vita o non avete dato fuoco a qualcosa, adesso per voi non ci sono» decreta Mary Rose.
«È stato un viaggio di lavoro» cerco di giustificarmi. «Ero andata a seguire il set fotografico di un famoso stilista e poi siamo rimasti qualche giorno.»
«Sono stati dieci giorni fantastici, ricordi tesoro? Aperitivi sulla spiaggia, tramonti mozzafiato...»
Una noia mortale. Non ho messo piede in acqua, non mi sono messa al sole per paura di bruciami e non poter presentarmi a lavoro con la pelle che si squagliava o tutta arrossata. Non una risata e tutto per essere all'altezza di chi?
«Allora, giovinotto,» con estrema sorpresa mia madre affronta anche Joshua «non mi sei piaciuto dalla prima stretta di mano.»
«Mamma» cantileno sconvolta.
«Non credo tu sia nelle condizioni di farmi la morale» mi zittisce e, visto che ha ragione, chiudo la bocca e guardo a terra. «pensi di stare alla nostra tavola il giorno di Natale dopo quello che hai fatto?»
«Signora se posso» Joshua venderebbe anche sua madre se avesse un minimo valore commerciale, perché è uno che arriva sempre dove vuole. Lo ha fatto anche con me.
«Non c'è niente da spiegare. La situazione è molto chiara e se mia figlia ha un minimo di cervello e di amore per sé stessa da stasera tu non la vedi più.»
«Mi permetta di dissentire.» sfodera il suo sorriso tronfio e si sistema i capelli. Con l'occhio violaceo l'effetto non è al massimo, ma sono curiosa di sapere cosa avrà da dire. «Se sua figlia è intelligente come si è dimostrata negli ultimi anni e ama il suo status, farà presto a dimenticare le mie presunte mancanze.»
Joshua è sicuro di sé o finge.
«La verità è che siamo perfetti insieme» ammetto. Due incarti fatiscenti senza sostanza «l'ho creduto fino a»
«Su, Amber, non ti sarai innamorata del cowboy selvaggio» e indica Joe.
«No» lo sono sempre stata, ma non lo dico. Del resto con il lungo articolo che ho scritto su di lui e sul suo alter ego artistico per Choice e dopo aver gettato ai venti il nostro segreto, non credo avrà piacere di avere a che fare con me.
«Quindi io ti ho tradito, tu anche. Ci mettiamo una bella pietra sopra. I giornali non ne parleranno mai e noi saremo ancora la coppia più invidiata di Manhattan. Sarebbe un peccato gettare al vento ciò per cui hai tanto lavorato.»
Pressione. Obblighi. Velati ricatti. Una parte di me, quella che vorrebbe fare sempre la cosa adeguata, piegherebbe la testa. Una vita sul filo sottile dello status e del prestigio che mi può dare il cognome di Joshua.
«Senti, belloccio, solo io posso fare la stronza con mia sorella.» se gli sguardi potessero uccidere Joshua sarebbe già morto, visto come lo osserva Anna Rose.
E se potessero seppellire sarebbe sotto una decina di metri di terra. Questo dicono le mandibole serrate di mio fratello, che rimane sulla sedia solo perché mio padre lo sta tenendo per una spalla e di Joe. Gli occhi lucidi di Mary Rose mi pregano. Lei ha lasciato correre la sbandata del marito, ma nell'altra stanza ci sono cinque bellissime creature che avrebbero sofferto la loro divisione e , elemento fondamentale, lei lo ama e lui ha ammesso il suo sbaglio.
Con lo sguardo severo mio padre mi sta confessando che appoggerà ogni mia scelta, anche quelle che faticherà a digerire. E mamma sta per distruggere il mestolo.
Forse prima di riavere tutto questo, avrei accettato il compromesso, ma ora tutto ciò che mi sembrava fondamentale a Manhattan, ha perso il senso. Chi è la vera Amber Rose? La ragazza in jeans e stivali o la fascinosa caporedattrice di Choice?
«Mamma?» il visino di Abigail spunta dall'arco in pietra che divide le due stanze.
«Ho detto...» Mary Rose vuole sapere come andrà a finire.
«Mamma, ma io ho fame» lagna seguita da un coro di anch'io.
Guardo l'ora e in effetti siamo più vicini al pranzo che alla colazione.
«Mangiamo tra dieci minuti, tutti a lavarsi le mani» facile avere un'ovazione in una casa di ragazzotti affamati. «E dopo torniamo a Manhattan.» la delusione è sulle facce di tutti. Anna Rose sta per alzarsi stizzita, quando mamma con un gesto la ferma.
«Oggi è Natale e lo si festeggia tutti assieme.» nella buona e nella cattiva sorte. In armonia o in discordia. Gratto il fondo del barile della mia dignità e sono certa di essere ancora in tempo per fare una cosa.

La Magia Della NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora