𝙈𝙤𝙤𝙣

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“𝑫𝒐𝒏'𝒕 𝒕𝒆𝒍𝒍 𝒎𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒐𝒏 𝒊𝒔 𝒔𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈;𝒔𝒉𝒐𝒘 𝒎𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒈𝒍𝒊𝒏𝒕 𝒐𝒇 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕 𝒐𝒏 𝒃𝒓𝒐𝒌𝒆𝒏 𝒈𝒍𝒂𝒔𝒔

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“𝑫𝒐𝒏'𝒕 𝒕𝒆𝒍𝒍 𝒎𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒐𝒏 𝒊𝒔 𝒔𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈;
𝒔𝒉𝒐𝒘 𝒎𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒈𝒍𝒊𝒏𝒕 𝒐𝒇 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕 𝒐𝒏 𝒃𝒓𝒐𝒌𝒆𝒏 𝒈𝒍𝒂𝒔𝒔.„

La Luna è l'unico satellite naturale della Terra. Il suo nome proprio viene talvolta utilizzato, per antonomasia e con l'iniziale minuscola («una luna»), come sinonimo di satellite anche per i corpi celesti che orbitano attorno ad altri pianeti.

Orbita a una distanza media di circa 384400 km dalla Terra, sufficientemente vicina da essere osservabile a occhio nudo, così che sulla sua superficie è possibile distinguere delle macchie scure e delle macchie chiare.
Le prime, dette mari, sono regioni quasi piatte coperte da rocce basaltiche e detriti di colore scuro.
Le regioni lunari chiare, chiamate terre alte o altopiani, sono elevate di vari chilometri rispetto ai mari e presentano rilievi alti anche 8000-9000 metri.
Essendo in rotazione sincrona rivolge sempre la stessa faccia verso la Terra e il suo lato nascosto è rimasto sconosciuto fino al periodo delle esplorazioni spaziali.

Durante il suo moto orbitale, il diverso aspetto causato dall'orientazione rispetto al Sole genera delle fasi chiaramente visibili e che hanno influenzato il comportamento dell'uomo fin dall'antichità.
Impersonata dai greci nella dea Selene, fu da tempo remoto considerata influente sui raccolti, le carestie e la fertilità.
Condiziona la vita sulla Terra di molte specie viventi, regolandone il ciclo riproduttivo e i periodi di caccia; agisce sulle maree e sulla stabilità dell'asse di rotazione terrestre.

Si pensa che la Luna si sia formata 4,5 miliardi di anni fa, non molto tempo dopo la nascita della Terra.
Esistono diverse teorie riguardo alla sua formazione; la più accreditata è che si sia formata dall'aggregazione dei detriti rimasti in orbita dopo la collisione tra la Terra e un oggetto delle dimensioni di Marte chiamato Theia.

Il suo simbolo astronomico ☾ è una rappresentazione stilizzata di una sua fase (compresa tra l'ultimo quarto e il novilunio visto dall'emisfero boreale, oppure tra il novilunio e il primo quarto visto dall'emisfero australe).

La faccia visibile della Luna è caratterizzata dalla presenza di circa 300 000 crateri da impatto (contando quelli con un diametro di almeno 1 km).
Il cratere lunare più grande è il bacino Polo Sud-Aitken, che ha un diametro di circa 2500 km, è profondo 13 km e occupa la parte meridionale della faccia nascosta.

Il termine italiano "Luna" (di solito minuscolo nell'uso comune, non astronomico) deriva dal latino lūna, dal significato di "luce" o "luce riflessa"; dalla stessa radice deriva anche l'avestico raoxšna ("la brillante"), e altre forme nelle lingue slave, nell'armeno e nel tocario; paralleli semantici si possono trovare nel sanscrito chandramā.

Nelle lingue germaniche e in quelle baltiche il nome della Luna deriva dal proto-germanico mēnōn, assimilato probabilmente dal greco antico μήν e dal latino mensis.
Da mēnōn derivò probabilmente quello anglosassone mōna, mutato successivamente in mone attorno al dodicesimo secolo, quindi nell'odierno moon.
L'attuale termine tedesco Mond è etimologicamente strettamente correlato a quello di Monat (mese) e si riferisce al periodo delle sue fasi lunari, così come nel lettone mēness (luna) e mēnesis (mese).

Nei tempi antichi non erano rare le culture, prevalentemente nomadi, che ritenevano che la Luna morisse ogni notte, scendendo nel mondo delle ombre; altre culture pensavano che la Luna inseguisse il Sole (o viceversa).
Ai tempi di Pitagora, come enunciava la scuola pitagorica, veniva considerata un pianeta.
Uno dei primi sviluppi dell'astronomia fu la comprensione dei cicli lunari.
Già nel V secolo a.C. gli astronomi babilonesi registrarono i cicli di ripetizione (saros) delle eclissi lunari e gli astronomi indiani descrissero i moti di elongazione della Luna.
Successivamente fu spiegata la forma apparente della Luna, le fasi, e la causa della Luna piena.

Anassagora affermò per primo, nel 428 a.C., che Sole e Luna fossero delle rocce sferiche, con il primo a emettere luce che la seconda riflette.

Sebbene i cinesi della dinastia Han credessero che la Luna avesse un'energia di tipo Ki, la loro teoria ammetteva che la luce della Luna fosse solo un riflesso di quella del Sole.
Jing Fang, vissuto tra il 78 e il 37 a.C., notò anche che la Luna avesse una certa sfericità.

Nel secondo secolo dopo Cristo, Luciano scrisse un racconto dove gli eroi viaggiavano fino alla Luna scoprendo che era disabitata.
Nel 499, l'astronomo indiano Aryabhata menzionò nella sua opera Aryabhatiya che la causa della brillantezza della Luna è proprio la riflessione della luce solare.

All'inizio del Medioevo alcuni credevano che la Luna fosse una sfera perfettamente liscia, come sosteneva la teoria aristotelica, e altri che vi si trovassero oceani (a tutt'oggi il termine «mare» è impiegato per designare le regioni più scure della superficie lunare).
Il fisico Alhazen, a cavallo dell'anno 1000, scoprì che la luce solare non è riflessa dalla Luna come uno specchio, ma è riflessa dalla superficie in tutte le direzioni.

Quando, nel 1609, Galileo puntò il suo telescopio sulla Luna, scoprì che la sua superficie non era liscia, bensì corrugata e composta da vallate, monti alti più di 8000 m e crateri.
La stima dell'elevazione dei rilievi lunari fu oggetto di una brillante intuizione matematica: sfruttando la conoscenza del diametro lunare ed osservando la distanza delle vette montuose dal terminatore, l'astronomo toscano ne calcolò efficacemente l'altitudine; misurazioni moderne hanno confermato la presenza di monti che, avendo origine differente da quelli terrestri, data la minor gravità lunare, giungono ad 8 km di elevazione (il punto più alto misura 10750 m rispetto alla quota media).

Ancora agli inizi del Novecento c'erano dubbi sulla possibilità che la Luna potesse avere un'atmosfera respirabile.

Ancora agli inizi del Novecento c'erano dubbi sulla possibilità che la Luna potesse avere un'atmosfera respirabile

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Tema: Luna
Foto: Pinterest and Tumblr
Editing: Picsart
Filtro: Polarr and Picsart
Scritte: Phonto

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