7

6 2 2
                                    

Quella mattina, con passo cadente e il respiro affannoso, Luigi apri per la prima volta la pasticceria da solo. Non che fosse chissà cosa premere un pulsante e sollevare le saracinesche che coprivano le immerse vetrate, ma l'emozione rimaneva così come la paura di fare errori.
Appena entrato, nella penombra del locale tutto sembrava immobile e finto...in lontananza alcuni rumori spiegavano la vita di quel posto e il sudore delle loro fronti.
Rosario immerso negli impasti fino al collo, istruiva il suo apprendista nell'arte del gusto e sfornava dolcetti intenti a soddisfare i palati più raffinati...se poi tra un dolcetto ed un cornetto ci scappava una palpatina o un sollazzo più piacevole, a nessuno era concesso sapere. Il lavoro nobilita l'uomo, ma è anche vero che "solo lavoro e niente spasso...il morale scende in basso".
E Rosario il morale l'aveva sotto terra.
Sarebbe partito l'indomani e avrebbe lasciato la sua adorata pasticceria in mano a due idioti colossali. Aveva ipotizzato qualsiasi scenario catastrofico, dalla fuga di gas all'invasione aliena, ma tutte finivano con distruzione della Sua pasticceria. Era spacciato! Perché dava retta sempre a quell'impiastro di sua sorella, è proprio vero che i sentimenti annebbiano il cervello!
La verità però è sempre nel mezzo ed a far rosicare Rosario non era tanto il suo essere debole nei confronti della sorella, ma il non avere più scuse per poter rimandare quel maledetto viaggio. Avevo investito tutta la sua vita in quel posto ed era bastato così poco per vedere il buio avvolgerlo e così tanto per riaccendere la luce, che tutto il resto Doveva passare in secondo piano...anche se stesso. Ma i conti si fanno sempre senza l'oste e senza la determinazione delle persone che ti vogliono bene.

L'umore Luigi non era da meno, rimuginava da giorni su quella situazione assurda e su quanto potesse essere sfigata la sua vita. Fortunatamente le sue ferite stavano lentamente guarendo, riusciva a stare in piedi dritto e piegava quel dannato braccio il tanto che bastava per poter svolgere le cose di base. Tutto questo senza tener conto della patetica cotta che aveva nei confronti del suo capo e dell'odio/amore che aveva verso quella dannata ragazza responsabile di tutto. Era grato, però, a quei due ragazzi che sensa conoscerlo lo avevano accolto nella loro vita e tirato fuori dai guai...anche se parte di quei guai erano merito loro.
Ma come di dice,  parli del diavolo e spuntano le corne? Così nel bel mezzo di quel pensiero, Rosario e il suo assistente lasciarono il laboratorio per entrare nella sala tè

La complicità tra i due era palese anche ad uno sconosciuto. Sorrisi e battute si sprecavano, così come le mani di quell'insulso ragazzino sul bel proprietario. Si può essere gelosi di una persona che fino a due giorni prima non riuscivi nemmeno a tollerare? Si può essere cosi dannatamente stupidi e pregare un Dio a cui non credi per far sprofondare il tuo rivale nelle fiamme dell'inferno?

-Luigi ci faresti due caffè?- gli chiese sorridendo Rosario - lui è Mirko il mio assistente, non credo vi siate mai visti?-
Già non si erano mai visti e forse sarebbe stato meglio così.
- ciao Luigi è un piacere conoscerti- replicò beato, ignaro dall'istinto omicida che cresceva rapido all'interno di Luigi.
Il veloce ciao che gli usci dalle labbra non venne neppure colto dai due che frenetici ripreso a discutere del loro lavoro, ignorando l'avventore dietro al bancone che senza aggiungere altro iniziò a preparare i due caffè.
Fortunatamente il locale si riempì di nuovo di gente e la scenetta dei "perfetti innamorati" venne sostituita dalle facce dei clienti e dalle loro richieste. Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce o con qualcuno, ma quel lavoro non era poi così male. Non potevi di certo improvvisare e necessitava di un grande lavoro a monte, ma dava le sue soddisfazioni.
- il tuo caffè sta migliorando- gli disse un cliente cogliendolo alla sprovvista. Cavolo era il primo complimento che riceveva in quel dannato posto, nemmeno Silvia aveva espresso giudizi tanto lusinghieri. E lei lo adorava.
Il suo caffè era orrendo e bisogna ammetterlo, se veniva apprezzato così c'erano margini di miglioramento anche per lui. E non era da poco.

Luigi rispose al commento semplicemente sorridendo, perché cosa dici ad una persona che implicitamente ha dato della schifezza al tuo caffè? grazie?
L'uomo posa una moneta sul bancone, paga il suo "momento di piacere" e guardando Luigi negli occhi estrae dal taschino un piccolo biglietto da visita, vi scrive su qualcosa e lo appoggia vicino l'euro.
- ci vediamo domani- gli sussurra lasciando il locale.

Subito Luigi afferra la moneta ed il biglietto ammirando attraverso le vetrine quell'uomo tanto elegante e sicuro di se.
Sopra quel pezzo di carta è riportato il nome di uno studio legale, ma sul retro un semplice numero di telefono e la scritta " chiamami". Un sorriso nasce spontaneo sul suo volto, cavolo queste cose succedono solo nei film e nelle storie sdolcinate. Nella vita reale è tutto uno schifo.
Ma ripone lo stesso il numero in tasca, ci penserà stasera a quel tipo, ignaro di qualcuno che nell'ombra ha osservato tutta la scena e non ne sbra particolarmente felice.

___________________________________
Mi scuso per il tremendo ritardo e per il misero capitolo che ho pubblicato, problemi di saluti mi hanno allontanata da Luigi e Rosario...
mi farò perdonare molto presto.

                                         Hyd8
                              

Ti va un caffè!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora