I giorni passano lenti e monotoni per Luigi che si destreggia tra il lavoro in pasticceria ed il suo progetto segreto. Dorme poco e non sempre con un riposo di qualità dato dalla troppa stanchezza, ma voleva ringraziali nonostante tutto.
Gli avevano dato un lavoro ed un posto sicuro dove rifugiarsi, e non è poi scontato ricevere tanto da dei perfetti sconosciuti, anche se artefici delle sue disgrazie principali.
Rosario sarebbe rientrato il giorno seguente, dopo dieci giorni di assenza. Sarebbe inutile dire che non si fece più sentire, non un messaggio né altro e il vento del suo ritorno era stato annunciato da una felicissima Silvia.
D'altro canto poteva ritenersi soddisfatto, nemmeno Mirko aveva ricevuto notizie di Rosario e l'insoddisfazione per la piega che aveva preso la faccenda era ben visibile sul volto del ragazzo.
Ragazzo che non aveva perso occasione per tampinare il povero Luigi in ogni situazione. Aveva dovuto accettare, preso allo sfinimento su due fronti, l'invito a cena del suo ammiratore, pur di togliersi di torno un Mirko fin troppo euforico della situazione.
Solo col senno di poi, aveva realizzato la fesseria che aveva combinato e che Mirko aveva vinto la battaglia.Non che a Luigi non piacesse l'idea di avere un appuntamento, era un anno che non usciva con un qualsiasi essere vivente, ma quell'uomo proprio non gli piaceva e lui non era il tipo di persona che ne sfrutta un'altra per il proprio torna conto.
Insomma non era avvezzo alle avventure. L'unica volta che aveva ceduto ai suoi istinti era finito per innamorarsi di uno interessato più al suo sedere che al suo cuore. Non era fatto per il sesso tra amici, non riusciva a distinguerne la realtà dalla finzione.
Ma oramai il danno era fatto e gli toccava uscire con quel tipo sempre perfetto e sorridente..." cazzo avrà sempre da sorridere" si chiedeva Luigi ogni volta che lo vedeva, era esasperante.
- su su basta pensare a uomini affascinanti che sicuramente ti impediranno di venire a lavorare domani- gli disse Silvia abbracciando Luigi come in quegli stupidi telefilm per quattordicenni
- ma cosa dici? Non faremo così tardi...- replicò staccandosi da lei per guardarla meglio
- alle volte sei un tale idiota...- apostrofò lasciandolo di nuovo solo.
Luigi era allibito, ma cosa avevano tutti. Possibile che in quella pasticceria non ce né fosse uno normale? Poi questa moda di dargli dell'idiota doveva finire, per carità era strano e con lo sguardo da ebete, ma c'è un limite a qualsiasi cosa.
Poi qualcosa cambiò sul volto di Luigi, gli occhi divennero ancora più grandi e la bocca si spalancò così tanto che se fossimo stati in un cartone animato avrebbe toccato terra.
- cazzo...SILVIAAA- aveva appena realizzato di essere davvero un idiota.
A volte la consapevolezza aiuta a vivere meglio, altre volte conferma solo l'evidenza.
Nel nostro caso mette ansia.Sembrerà strano, ma Luigi non aveva proprio collegato il sesso all'uscita di quella sera, vedeva il tutto come una cena fuori casa con una persona vagamente interessata a lui. E nonostante non " conoscesse uomo" da un anno, non voleva concludere così la serata.
Se dobbiamo dirla tutta, Luigi non voleva proprio uscirci. Dannato Mirko e dannato lui per essere cosi idiota.La sera arrivo fin troppo presto per i gusti di Luigi, ma afferrò lo stesso la giacca blu notte che avevo preparato per l'appuntamento ed usci dal suo appartamento.
Si erano accordati per vedersi alla pasticceria, con la scusa del lavoro e della sua posizione strategica...ma la verità era un'altra, a costo di ritornare strisciando a casa, non avrebbe rivelato il suo indirizzo.
Comportamento esagerato, lo sapeva, infatti Luigi non aveva rivelato questo piccolo particolare a nessuno.Quando arrivò alla pasticceria, mancavano trenta minuti all'appuntamento, ma lui era già lì. Appoggiato ad una macchina scura, il suo ammiratore lo attendeva fumando una sigaretta in un completo che ricordava quello che indossava la mattina.
Zoppicante e con un ombra di fiatone, Luigi raggiunge la macchina e saluta l'uomo, maledicendo se stesso e la sua mancanza di coraggio.
- sei già qui- esce spontaneo da quella bocca abituata a non commentare mai nulla
-ho finito di lavorare poco fa... e poi volevo essere il principe azzurro che aspetta la sua amata- ribatte l'uomo buttando a terra la sigaretta ed avvicinandosi a Luigi per salutarlo a dovere. "Amata un cazzo " pensa già irritato dopo nemmeno 2 minuti.Luigi si lascia abbracciare e gli concede persino di salutarlo con un bacio, pentendosi appena le labbra umide entrano in contatto con la sua guancia, ritenendo mellifue e viscide le persone che si comportano così...Come se fosse una violenza, un modo per poter rubare un momento intimo.
- andiamo? Ho fame- cerca di giustificare il suo allontanamento non passato certo in inosservato.
Non ottiene risposta, ma solamente un sorriso che potrebbe passare tranquillamente per un ghigno ed un gesto della mano ad indicargli di prendere posto in macchina.
Non proprio sicuro sulle sue gambe, Luigi, raggiunge il posto del passeggero e si accomoda su quel sedile come se fosse un condannato alla sedia elettrica
- vedrai, ho prenotato in un posto carino...dove sicuramente non sarai mai stato- e Luigi si gira verso il suo accompagnatore a quelle parole, sempre piu allibito da cotanta stronzagine. Ma la mattina, in pasticceria, era un'altra persona? O Luigi era così preso dalle sue pene d'amore da non notare certi atteggiamenti? Probabilmente entrambe le cose.
Luigi decide di non replicare e di rimanere in silenzio per tutto il tragitto anche se ciò porta il suo accompagnatore in un monologo senza fine sulla decadenza della città di Roma.Il luogo scelto per l'appuntamento è fin troppo lontano e all'arrivo si fionda subito fuori dall'auto incurante del dolore che si è auto-provocato.
- nessuno mi ha ancora detto cosa ti è successo-
"cosa? "
- chi doveva dirtelo scusa? Potevi chiedere a me direttamente- purtroppo il tono di voce esce meno cattivo del voluto e il messaggio non arriva al diretto interessato che si limita a sorridere più divertito che infastidito.
-però non mi hai ancora detto cosa ti è successo! Cos'è un segreto?- dice il bastardo aprendo la porta del ristorante e spingendo leggermente Luigi all'interno, appoggiando una mano fin troppo vicino al suo sedere.
- nulla di eccezionale tranquillo, solo un incidente- commenta il ragazzo allontanandosi da quel contatto sgradito come la compagnia.La cena prosegue nel disastro così come l'appuntamento è iniziato.
Nessuna voce in capitolo per Luigi neppure sulla scelta del cibo, ritrovandosi cosi a mangiare del pesce insipido circondato da purè al tartufo e trovando nel vino l'unica gioia della serata.
Evita comunque di bere troppo, non vuole dare nessun motivo all'altro per approfittare della situazione o di lui.
Purtroppo non trova una via d'uscita da quella maledetta serata fino al dolce, quando un lampo di genio lo colpisce in pieno viso. Mentre il bastardo ordina il dolce anche per Luigi, lui manda un messaggio a Silvia chiedendo di chiamarlo.
La ragazza lo chiama venti minuti dopo, quando oramai stanno già lasciando il tavolo; risponde alla telefonata e strategicamente lascia il suo avventore solo scusandosi per l'inconveniente.
- Luigi...-
- si, si, ti spiego domani, grazie ciao- saluta Silvia velocemente, ma non chiude la chiamata. Mette su la faccia più triste che riesce a fare e si gira verso il suo accompagnatore che ora lo attende all'ingresso. Farfuglia ancora qualche parola e poi chiude una chiamata mai esistita.Quando lo raggiunge vorrebbe sorridergli in faccia e colpirlo dove gli farebbe più male, ma si limita a guardarlo triste
-Era il mio capo, ci sono guai. Mi dispiace, ma devo andare-
- che guai potrebbero mai esserci in un bar- domanda lo stronzo
- problemi al laboratorio- risponde lapidario - mi riporteresti al "bar", da qui non so orientarmi- sorridere Luigi cercando di essere più carino possibile, più per lo spettro di rimanere a piedi che per carineria vera e propria.
Ancora una volta non ottenne risposta, ma solo un gesto della mano che voleva intendere tutto e nulla. Decise di prenderlo per un si perché francamente si era rotto di palle di quella situazione, cavolo le parole esistono proprio per evitare i gesti.
-vuoi che mi fermi anche io?-
- dove? Al lavoro?-
- certo! Potremmo terminare lì la nostra serata- disse ammiccando in direzione di Luigi.
-no, no...cioè non serve, termineremo la nostra serata in un altro momento- " di un altro anno, di un altro secolo"
- ci conto! Sono stato benissimo questa sera- ribadisce l'uomo ghignando come ha fatto praticamente tutta la sera.Arrivati alla pasticceria, Luigi apre velocemente lo sportello e fa per scendere dalla macchina quando sente una mano poggiarsi sulla sua gamba.
- aspetta...vorrei rivederti. Mi piacerebbe concludere la serata- ribadisce l'uomo amplificando la stretta sulla sua coscia.
- mh...sarà un brutto periodo. Ti chiamo io eh- proferisce Luigi buttandosi letteralmente fuori dalla macchina.
- vuoi che ti accompagni principessa?-
- no, grazie- " coglione"
Sente arrivargli altro, ma Luigi ha gia imboccato il vicolo per l'ingresso del laboratorio. Si accascia a terra e nasconde la testa tra le ginocchia maledicendo se stesso per tutto quello che gli è capitato quella sera.
- Luigi! Cosa ci fai qui?-
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Ti va un caffè!
RomanceIn una Roma resa bollente dal sole, un ragazzo si ritrova "perso" e senza lavoro... l'incontro inaspettato con una bicicletta stravolgera' le sue priorità? Questa è una storia che vede coinvolti sentimentalmente due persone dello stesso sesso, se no...