Mi sveglio la mattina seguente, con un cerchio alla testa, eppure non ho bevuto tanto.
Antonio, devi smettere di pensare sempre al caso! ripeto nella mia mente.
Ormai era diventato un mantra, che recito più volte al giorno, quando sono solo.
Un piccolo senso di benessere mi pervade il corpo.
Faccio colazione con dei cracker e un po' d'acqua frizzante, quello che offre la casa, insomma.
Meglio che niente.
Di solito non faccio colazione oppure vado al bar vicino al commissariato, le brioche di quel baretto sono le più buone della città. Calde appena sfornate e ripiene di crema pasticcera che trasborda ai lati. Ne prendo sempre due, accompagnate dal cappuccio, un rituale che mi mette di buon umore.Finisco il mio triste pasto da carcerato, mi lavo, mi vesto e raggiungo il mio ufficio.
Appena arrivo sono subito infastidito da due reclute - non ricordo nemmeno i loro nomi- che stanno sghignazzando come anatre.
Il dolore alla testa non è passato, nonostante l'antidolorifico, quindi il mio umore è già nero.
Non è proprio giornata.
Li supero con un buongiorno scazzato.
Le due anatre riprendono il controllo, diventano rosse in viso, confesso che provo una sorte di piacere a vedere quelle facce in imbarazzo.
«Buongiorno, commissario Di Dio» salutano a bassa voce.
Quanto vorrei dire a voi anatre, ma mi trattengo.
Però quel fatto mi risolleva un pochino la giornata, fino a che non entro in ufficio e ad aspettarmi c'è De Michelis, il giovane poliziotto. Non ho nemmeno il tempo di togliermi la giacca, che subito mi dice:
«Buongiorno, commissario allora abbiamo qualche notizia sulla Romano»
«Oh finalmente, una bella notizia, prego De Michelis, sono tutto orecchi»
«Allora, come le dicevo, già sa che la Romano era un avvocato, e mentre indagavo sulle sue cause, devo dire che mi hanno incuriosito. I casi erano simili: persone, soprattutto ragazzi, accusati di omicidio stradale, maltrattamenti su animali o aggressione a volte sessuale, a volte liti da bar...»
«De Michelis, penso che sia normale che un avvocato difenda la gente da queste accuse, ma dove hai fatto la scuola di Polizia? Per caso in un asilo?»
De Michelis con un sorriso amaro risponde:
«Commissario, se mi lascia finire...»
«Finire cosa? La storia di un avvocato che difende casi umani ?!» comincio a surriscaldarmi.
De Michelis con le sue mille parole ha il potere di farmi imbestialire e quella di sicuro non è la mattinata giusta.
«Commissario, con tutto rispetto, se la notte non dorme bene non è colpa mia» sghignazza.
«Ah facciamo gli spiritosi adesso, fuori dalla mia vista almeno per tutta la mattina»
«Suvvia, commissario e adesso ascolti»
Mi metto la testa fra le mani per disperazione, gli faccio segno di proseguire.
«Allora riprendiamo, le stavo dicendo che nella sua carriera non ha fatto altro che difendere per lo più ragazzi, alcuni anche accusati di omicidio, fin qua okay, ma la cosa strana è che non ha mai perso una causa. A volte infermità mentale a volte le prove non erano rilevanti e nel caso di un certo Leonardo Battisti, accusato di aver ucciso il fratellino, erano state perdute le prove. Allora mettendo il nome della Romano non è uscito nulla: niente social, solo la sua vita lavorativa e la sua laurea. Ho controllato all'anagrafe e Ilenia Romano, ha cambiato cognome, prima si chiamava Ilenia Romanini, e digitando quel nome negli archivi...»
«Mi ricordo di quel caso andò su tutti i telegiornali... fu accusata di aver ucciso la sorella»
«Sì commissario, alla fine fu scagionata, nessuna prova. Incidente. Archiviato. »
«In effetti coincidenza strana...»
«Penso che questa possa essere una pista giusta, adesso stiamo indagando in quella direzione, ma sulle altre vittime non abbiamo ancora trovato niente, ma ci stiamo lavorando.»
«Ecco, non abbiamo neanche un minuto da perdere, forza al lavoro, subito!» urlo forte.
«Va bene commissario, ma non gridi come un leone in una gabbia, non è il re della foresta e non mi sembra così peloso» Ride.
«De Michelis, ma come ti permetti. Io ti mando alla polizia locale per il resto della tua vita»
«Stavo scherzan...»
«Scherzando un corno, e devi essere felice che mi hai dato una pista, sennò a costo di finire in galera ti butto giú dalla finestra, e chiamami Vincis» ringhio.«Che bell'umore oggi che ha ...»
«De Michelis, non ti hanno insegnato quando stare zitto?»
«Ok dottore, scusi» e va via con la coda fra le gambe.Era ora, non lo reggevo più.
Sono felice di averlo nella squadra perché almeno è stato bravo a trovare una pista. Forse non era solo il mal di testa ad avermi irritato e ad aver usato quelle battutacce verso il povero De Michelis.
Lui pensava che io scherzassi, ma in realtà ero invidioso. Avrei voluto trovare io quell' indizio, per quanto irritante fosse stato anche con la battuta del leone, però dovevo dargli atto di essere un bravo agente.Alla fine era destino che prima o poi succedesse, anche io da giovane avevo avuto qualche momento di arguzia e per quello che sono arrivato a essere commissario.
Il mal di testa sta iniziando a scomparire , adesso vedo una piccola luce in fondo al tunnel.
«Buongiorno, commissario» sussurra Vincis, forse aveva sentito del mio buon umore da De Michelis.«Buongiorno Vincis, visto come splende oggi il sole sulla mia vita? » dico con una risata isterica.
Vincis mi guarda imbarazzato, non sa che cosa dire.«Sì, sono felice per lei e per la pista»
«Vincis, mi raccomando che non ci siano fughe di notizie, se domani vedo un solo articolo sul giornale, ti decapito davanti al commissariato con la mia katana.»
«Ok commissario, capisco tutto il suo entusiasmo, ma le dico che forse il black humor non fa per lei.» esclama ridendo.
«Mio caro Vincis, ha ragione, le prometto che non farò le selezioni per Zelig»
«Grazie dottore, mi rincuora, perché se mi permette le sue battute sono tristissime»
«Hai ragione, noi poliziotti possiamo vantare di essere in molte barzellette, ma solo come protagonisti. Lol»
Rise e prima di chiudere la porta esclama:
«Non la facevo così ciovine dentro da conoscere certe espressioni, dottore»
«Vincis, vai prima che ti dia un calcio nel sedere.» rido e lo saluto.Anche se sembro burbero, la mia squadra mi conosce, sa bene come prendermi, o meglio quasi sempre.
Mi stiracchio sulla sedia, guardo il cartellone con occhi nuovi. Dobbiamo solo trovare un collegamento, più semplice a dirsi che a farsi, ma per la prima volta in questo caso ho una sensazione bellissima: speranza.
Spazio autrice @blondeattitude_ cerca di ridere... e mannaggia a te @wulkoff va be', a parte il mio pessimo umorismo, spero che un pochino lo abbiate trovato anche fra le righe di questo capitolo. Alla prossima casella e mi raccomando ridete 😂😂😂😂
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S.K
Mystery / ThrillerUna tranquilla città Italiana è sconvolta da un efferato pluriomicida: le vittime non hanno nessun collegamento tra loro, l'unica cosa che le accomuna è la modalità della loro morte. Perché sono state scelte dal serial killer ? Il commissario Di...